Norimberga 2011 e dintorni – VI parte

Proseguo con le carrellate di novità emerse dalla Fiera di Norimberga. Questo è però l’ultimo articolo ‘multimarca’, visto che prossimamente cercherò di proporre i titoli uno per volta, a mò di anteprima, come già avete visto in qualche occasione nelle ultime settimane …

Moonster Games

La casa da poco entrata sulla scena, annunzia per marzo l’uscita dell’espansione Kamakor per il suo GOSU, gioco di carte di successo a tema goblin del quale abbiamo parlato poco tempo fa, nonchè l’acquisto della licenza di un titolo giapponese (qui info sul sito della Japan Brands), ossia Cats and Chocolat, di Yuka Kabayama. Il gioco in questione si colloca nel novero dei titoli che stimolano i partecipanti a narrare racconti: qui in particolare i partecipanti esplorano una casa infestata, aggirandosi per le varie stanze della stessa, cercando di evitare, grazie all’uso dei vari oggetti che troveranno, le trappole in essa celate: gli abbinamenti tra situazioni ed oggetti astrattamente poco utili costringeranno i partecipanti a sforzare la propria fantasia, sottoponendo al giudizio degli altri partecipanti i propri racconti. Per ogni voto positivo si raccoglie un punto ed ognuno è stimolato a votare a favore anche dal fatto che a fine partita si rivelerà a quali squadre (delle due in gara) ciascuno appartiene.
Nella versione europea ed americana che produrrà la Moonster Games il tema di fondo sarà modificato radicalmente, passando da un forse più ‘delicato’ casa infestata ad un qualcosa di più spinto verso il genere Horror, prendendo il nome di Texas Zombies. Le immagini a lato dovrebbero dare l’idea del nuovo target del gioco ..

Ng International

La casa italiana si dimostra molto attiva, preannunziando varie novità per il 2011.

La prima è una riedizione di un loro successo, ossia La guerra dell’anello, revisionata con nuovi materiali, tra i quali il tabellone e le carte ed ispirata, per il restyling, alla edizione per collezionisti. Per i più piccoli uscirà invece verso l’estate Micro Monster, versione junior di Micro Mutants, ispirato al vecchio gioco delle pulci, mentre per i più grandi è in uscita ora Letters from Whitechapel, titolo ‘investigativo’ dedicato al famoso Jack che terrorizzò le vie di Londra ed in cantiere un nuovo titolo della designer’s series, ovvero Aztlan, di Leo Colovini, che dovrebbe uscire per la prossima fiera di Essen, presentando meccaniche di bluff per 3-4 giocatori all’interno di una ambientazione fantastica.
Espansioni sono infine in arrivo per la serie Wings of War, ovvero la quinta per la prima guerra mondiale e la terza per la seconda guerra e per Magestorm, con il pacchetto Fallen Shadows, che presenterà i maghi dell’acqua e dell’oscurità, a loro volta in arrivo per l’estate.

Bico de Lacre

Parlo qui di una piccolissima casa editrice brasiliana che propone Afluentes, gioco di carte di Luís Moraes Coelho, tirato in 350 copie nel quale si vanno a costruire, come da titoli, dei fiumi. Vocazione ambientalista con regole facili e gameplay veloce (20-30 minuti) per un titolo che verosimilmente non vedremo mai  distribuito nel nostro continente. Rinvio quindi al sito della casa gli appassionati dell’esotico da tavola.

Treefrog

La casa editrice di Wallace propone in uscita per marzo un titolo della propria serie dedicata a due giocatori, ovvero A few acres of snow. Si tratta di un gioco di carte ambientato nella guerra tra Francia ed Inghilterra per i territori destinati a divenire il moderno Canada: ci saranno elementi di deck building miscelati ad altri da wargame , il tutto nel contesto di un gioco asimmetrico. Qui trovate il regolamento, in inglese, sul sito della casa (grazie ad iNvernomuto per la segnalazione).
Per ora poco altro si sa, aldilà dell’immagine della copertina, per cui i più impazienti potranno controllare eventuali aggiornamenti sul sito della casa.
Ankh – Morph, ovvero il nome della città di Mondo Disco (Discworld), l’universo inventato dallo scrittore Terry Pratchett, è invece il titolo del gioco per 2-4 persone che la casa proporrà per Essen 2011. Anche qui per maggiori info rinvio alla apposita pagina sul sito della casa: alla Play c’era anche in giro, si dice (io però non l’ho provata) una copia di preproduzione del gioco (qui trovate una articolo di anteprima in inglese scritto dal Liga).

Medusa Games

La casa inglese preannunzia l’uscita di un nuovo titolo di Denning, ovvero l’autore del precedente 1666: the Great Fire of London, che avrà il titolo (provvisorio) di The Great Museum. Il tema di fondo, sinistramente simile a quello di Pergamon (la contemporaneità o quasi fa pensare al classico caso di coincidenza, tipico del mondo dei giochi da tavolo, basti pensare ai giochi sui vini prodotti quest’anno), propone ai giocatori la sfida di raccogliere in giro per il mondo i migliori reperti disponibili, dando così visibilità al proprio museo. Le immagini messe a disposizione per ora sono solo di copie di playtest ed il titolo sarà , presumibilmente, per 3-5 giocatori con durata prevista di circa 120 minuti. 

Nota: i diritti sui titoli citati spettano alle rispettive case produttrici, sempre indicate nel parlare dei vari giochi. Le immagini sono state tratte dai siti delle case in questione e/o dal Boardgamegeek : ai proprietari dei giochi e delle immagini spettano tutti i diritti su di esse: vi è piena disponibilità a rimuovere ogni notizia od immagine su semplice richiesta o ad aggiungere specificazioni o chiarimenti —

Torneo di Carcassonne a Genova – 3 aprile 2011

Ricevo dagli amici del gruppo Giochi Corsari di Genova notizia dello svolgimento, domenica 3 aprile nel pomeriggio, di un torneo di Carcassonne, per cui ne dò notizia per incoraggiare la partecipazione. Il torneo è valido per la classifica nazionale e maggiori info le trovate sul manifesto promozionale che allego a lato, oppure sul sito della associazione.

Per chi volesse passare a guardare sappiate che sarà possibile anche giocare ad altro, scoprendo l’associazione …

Buon divertimento a tutti !!!

Anteprima – Eminent Domain

Dò il battesimo, con questo articolo, al nuovo acquisto del blog, ossia Iziosbiribizio, il quale ha ottime intenzioni riguardo alla volontà di collaborare stabilmente con propri articoli alla presentazione ai lettori di sempre nuovi titoli: il classico ‘benvenuto a bordo’ è d’obbligo, sperando di soddisfare, anche a grazie al suo contributo, le crescenti aspettative dei lettori riguardo alla frequenza degli aggiornamenti del sito.
Eminent Domain anteprima, di Iziosbiribizio
Scruta la galassia per espandere il tuo impero! Con questa linea guida si presenta Eminent Domain, il nuovo gioco di Seth Jaffee  (per 2-4 giocatori, genere giochi di carte e costruzione di civiltà) della Tasty Ministrel Games. Anche se di primo acchito, un gioco in cui si usano le carte, si colonizzano e/o conquistano pianeti,si raccolgono risorse lo abbiamo tutti già sentito, diamo un’occhiata per vedere se questo gioco si presenta con qualche novità.

Ogni giocatore avrà il suo buon mazzetto di partenza, uguale per tutti, formato da una carta politica, delle carte ruolo (2 per tipo, per un totale di 8), e un pianeta di partenza. Quindi il gioco inizia con un mazzo di 9 carte, e una prima pescata di 5.

Le regole
Le regole in dettaglio le trovate sul sito della casa, di seguito verranno sintetizzate per cercare di avere un’idea generale del gioco:

Il gioco si svolge in più turni, ognuno di essi diviso in tre fasi, fino a che i punti vittoria della riserva o una o più pile di carte ruolo vengono esaurite.
Le fasi in dettaglio sono le seguenti:
 Fase Azione(opzionale), in cui semplicemente viene giocata una carta e ne viene applicato l’effetto. Non è possibile compiere un’azione già eseguita da un altro giocatore.
 Fase Ruolo, che a sua volta si divide in più passi dopo aver scelto uno dei 6 ruoli:
     -si prende una carta dalla pila corrispondente al ruolo scelto, e la si mette in gioco nella propria area, se ne eseguono gli effetti e si scarta tutto.
     -a questo punto tutti i giocatori successivi possono seguire, giocando carte con il simbolo del ruolo giocato per riceverne gli effetti, o dissentire, pescando semplicemente una carta.  


Nelle prime due fasi, si possono potenziare gli effetti delle carte giocando altre carte dalla mano che hanno i simboli corrispondenti alla prima per ottenere benefici supplementari.

L’ultima fase è quella degli scarti, si scartano le mani e si pescano 5 nuove carte dai propri mazzi.

Come già detto, il gioco termina all’esaurimento dei punti vittoria o dei mazzi ruolo, ma al conteggio dei punti per giocatore andranno ad aggiungersi i valori delle carte conquistate nel corso della partita.

Impressioni
Le prime impressioni danno a pensare che il gioco non abbia niente di particolarmente nuovo, con ambientazione e stile di gioco molto simile ad altri titoli. Ciò che di sicuro colpisce è la grafica delle carte  (quella sotto rappresenta la loro versione beta) e della scatola, molto curata e molto evocativa, senza dubbio gli appassionati del genere fantascientifico rimarranno affascinati dall’ambientazione. 
Aspettiamo quindi di poterlo provare per poter dare un giudizio definitivo e una recensione più accurata, cercando di snocciolare al meglio le regole per poter trovare le differenze sostanziali rispetto ad altri giochi con simili meccaniche e ambientazioni.
Il titolo ha comunque suscitato grosse aspettative visto che, presentato sulla piattaforma Kickstarter (un sito che propone agli acquirenti interessati di prenotare una copia di prodotti non ancora realizzati, i quali vanno poi effettivamente in produzione, prelevando dai sottoscrittori quanto promesso, solo se è raggiunta la somma indicata), ha raccolto ben 48.000 $ di contribuzioni, a fronte dei 20.000 richiesti per dar vita al progetto.
— Le immagini sono tratte dal manuale del gioco, da BGG (postate da Michael Mindes) o dal sito della casa produttrice (Tasty Minstrel) alla quale  appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —

Play 2011 – Report

Di rientro dalla Play di Modena, ragionevolmente la più grande manifestazione italiana per gli appassionati del settore del quale questo blog si occupa, mi accingo ora a rendere ai lettori una descrizione di massima di ciò che emerso dal mio frenetico giro degli stand e tavoli della manifestazione. Come sempre sottolineo che la mia idea è quella di fornire solo indicazioni di massima, senza nessuna pretesa di completezza: ciò che compare è quindi solo ciò che mi ha colpito (o più spesso che ‘mi ricordo’), per cui chi si senta in caso oltraggiosamente dimenticato potrà, semplicemente, contattarmi ed io, volentieri, mi darò da fare per colmare la colpevole lacuna.Varie sono le news in pillole che troverete, soprattutto nel menzionare i singoli stand che ho visitato.

Prima di tutto una breve carrellata per capire cosa c’era alla Play: l’evento rappresenta un enorme punto di aggregazione per gli appassionati del settore, per cui il taglio generale che è dato alla manifestazione è quello di consentire a chi sia dedito ai singoli innumerevoli rivoli di entusiasti di questo o quello specifico gioco di trovare lì modo di confrontarsi con gli altri, spesso pochi e sparsi per lo stivale e quindi certo non facilmente reperibili nella normalità.  Innumerevoli sono stati quindi i tornei che si sono svolti tra i tavoli, ricevendo maggiore o minore attenzione, dando soddisfazione e modo di confrontarsi a chi abbia nel corso dei mesi od anni precedenti affinato le proprie capacità di riflessione e tattiche nei rispettivi titoli preferiti.

C’erano quindi tornei di un sacco di titoli, a partire da quelli più noti e tradizionali (cito solo per capirci Vasco da Gama o Stone Age),  per arrivare ad altri meno conosciuti o praticati, come il Blood Bowl (gioco fantasy ispirato al football americano, ma con forti elementi RPG, almeno sulle caratteristiche dei giocatori / personaggi), od i giochi di guerra, storici o fantastici, con miniature o senza, ambientati nell’era antica o presente o futura.

Nel contempo impressionante era il numero di tavoli a disposizione per i numerosi visitatori, la sensazione visiva è che ve ne fossero anche più dello scorso anno, ma i numeri ufficiali non sono ancora a disposizione e spero che le immagini diano un’idea della cosa: anche chi non aveva specifici eventi da seguire ha avuto quindi la possibilità di sedersi e di provare praticamente qualsiasi cosa che gli venisse in mente, per qualsiasi tipo di palato ed età.
Procedo quindi con il mio giro virtuale, accompagnato dalle foto che corredano l’articolo.

Due erano i padiglioni della fiera: il primo dedicato ai giochi da tavolo, in tutte le loro incarnazioni, con una appendice occupata in gran  dagli wargame e dai giochi dal vivo ed il secondo che ospitava giochi per computer, laser game, piste automobilistiche e numerosi spazi per i visitatori più piccoli.

Partendo dalla seconda ampi spazi erano dedicati al gioco tradizionale, con numerosi giochi in legno stimolanti l’abilità manuale dei partecipanti. 

Al loro fianco i numerosi tavoli del calcio balilla, intramontabile divertimento tipico delle ‘olimpiadi parrocchiali’ e non solo.
Enormi ed attraenti erano quindi le numerose piste di automobili presenti: vari i circuiti proposti e lunghissime, rispetto agli standard casalinghi, erano i percorsi proposti, per il divertimenti di tutti i fan delle corse.
Sempre in zona erano ospitati i giochi di carte collezionabili, gli stand di alcuni fan club, come quelli del galactica e dello Star Trek italian club, nonchè il soft air , i laser game e l’ampio spazio videogiochi.
Da lì sono passato quindi subito alla ‘appendice’ dell’altra sala, ovvero quella dedicata al gioco da tavolo (e simili), passando per prima in rassegna l’area destinata ai giochi di guerra e dal vivo. Nella sala di passaggio vi erano vari tavoli allestiti per i vari workshop creativi sul game design e per il gioco dal vivo ed i Cos.
Infine eccoci, nel nostro tour virtuale, all’area per me principale della fiera, ossia quella focalizzata più specificamente sui boardgames.

Primo stand che incontriamo nel giro virtuale compiuto è quello della Cranio Creations: i ragazzi di Horse Fever avevano in presentazione un demo di Dungeon Fighter, del quale potete vedere un’immagine, nonchè di Pimp My Park, le loro due prossime uscite. Quanto al primo si tratta, così come accennavamo nella chiacchierata con loro di poco tempo fa, di un teorico titolo di esplorazione dungeon, ma non troppo esplorativo, se mi passate l’apparente contraddizione, nel quale si è focalizzata l’attenzione sulla volontà di coinvolgere e far interagire i giocatori, più che sulle parti da GDR tipiche altrimenti di questa categoria di titoli. Quanto al secondo progetto il titolo, me lo hanno ripetuto, è a sua volta provvisorio, visto che questo ‘gestionale’ (ma anche qui le virgolette sono davvero d’obbligo) propone il compito di curare l’attività di un parco giochi.

 Nella stessa area i creatori di Munera (Albepavo), oltre a dimostrare il loro Familia Gladiatoria, del quale distribuivano anche la prima espansione gratuita Ars Dimicandi (della quale parlavamo a sua volta pochi giorni fa), mi han fatto vedere in anteprima alcune immagini tratte dalle loro prossime due uscite in programma. Potete quindi vedere delle immagini selezionate, davvero impressionanti per grafica e stile, tratte dal loro Winter Tales, titolo nel quale i partecipanti, divisi nelle due fazioni (qualcosa tipo ‘i buoni’ e ‘i cattivi’ delle fiabe) interagiranno tra loro avendo sullo sfondo uno scenario molto evocativo. Forte la presenza di carte, ovviamente, in un prodotto che colpisce per la estrema attenzione all’aspetto grafico.
Più avanti quando a testing, ma leggermente più indietro sulla realizzazione fisica, è invece Sake, gioco ad ambientazione ‘Samurai’, del quale potete vedere alcuni schizzi preparatori e che dovrebbe contenere, almeno nella sua versione deluxe, anche una tipica tazza in legno, del tipo di quelle utilizzate per prendere la bevanda di cui al titolo.
La Raven proponeva invece i titoli di suo maggor successo, tra i quali il noto Munchkin, completo di tutte le sue espansioni, nonchè le sue ultime distribuzioni, come l’Hug me del quale a sua volta parlammo nei mesi scorsi.
Ampio era quindi lo spazio occupato dalla Lego, ripartito tra i vari settori, ovvero uno più indirizzato verso le classiche costruzioni di plastica che hanno animato la giovinezza dei più, uno ai più recenti giochi da tavolo realizzati dalla notissima casa con materiali tipici della propria produzione, ovvero con appositi mattoncini da assemblare per ottenere plancia e componenti di gioco. 
Tra le ultime novità mi è stata fatto quindi provare con l’autore il simpatico Frog Rush, il quale spinge i giocatori a far attraversare le proprie rane da una parte all’altra dello stagno, seguendo sia meccaniche che invogliano alla riflessione, sia altre dipendenti più dalla fortuna, con il tiro di un colorato e gommoso dadone, il tutto nella logica di un titolo colorato ed assemblabile, nella tradizione Lego.
Affollato era poi il box Ninjago, dedicato alla linea rosso giappone aperta sempre dalla casa dei mattoni colorati.

Gli stand della Haba proponevano quindi, completando idealmente l’angolo del padiglione dedicato ai più piccoli, i demo dei loro numerosi titoli destinati al pubblico dei bambini, proponendone simpatiche versioni maxi.
Nei tavoli disposti al centro in prossimità di questo settore trovavano quindi posto i vari settori, animati da appassionati ed associazioni, destinati al gioco astratto. Qui, accanto ai classici dama e scacchi, c’era la possiblità di avvicinarsi ad altri titoli tradizionali, come il go o l’awale, ma anche a proposte più nuove, tra le quali quella di cui alla foto a lato, che raffigura il gioco Isaac, ideato da Emiliano Venturini (Wentu), il quale, mio tramite invita tutti a visitare la pagina BGG sul gioco ed eventualmente ad esprimere il vostro giudizio (con il pollice) se vi piacerà.

A lato vi era quindi lo stand Dv Giochi, con i loro Bang!, Fauna ed altri proposti ai numerosi visitatori: qui ho appreso qualche flash sui loro futuri progetti editoriali, tra i quali vi sono sicuramente nuovi espansioni, sia per il loro cavallo di battaglia Bang!, che per Lupus in tabula (che consentirà stavolta di giocare anche in gruppi meno numerosi !), oltre ad altri progetti in fase avanzata, ma ancora coperti dal segreto.

Passata quindi la Schmidt Spiele, la quale proponeva in pompa magna il Draco di Colovini del quale potete leggere tra queste pagine l’anteprima proposta poco tempo fa ed accanto alla quale vi erano anche dei tavoli del classicissimo ed indmenticabile subbuteo, mi sono quindi addentrato nell’ampia Area Autoproduzione

Qui i tavoli erano occupati specificamente dai numerosi creativi che proponevan ai visitatori la possibilità di provare le loro ultime ideazioni, tutte prodotte da loro in tiratura limitata ed in scala raramente industriale. Qui a passione e l’entusiasmo sono di casa e si percepisce nell’atteggiamento degli animatori dei tavoli, quasi sempre anche ideatori dei titoli stessi. 
Fatti i saluti di rito e ricevuti gli onori di casa ho qui provato il nuovissimo Assist di Porazzi (qui a fianco sorridente come sempre) e Donadoni, gioco di carte davvero divertente e coinvolgente, nel quale si è chiamati ad indovinare i volta in volta una parola, rivolgendo domande a chi tiene in quel turno il ‘banco’, da scegliersi tra quelle indicate nelle carte che si hanno in mano. Molto del divertimento è qui deferito alla abilità del narratore, ossia di chi di volta in volta (ossia chi nel turno precedente ha indovinato) assumere il compito di fornire indicazioni ai giocatori: tanto più ‘oscuri’ e contraddittorie saranno le risposte, maggiore sarà la fatica nell’indovinare ! Una recensione sul blog è naturalmente in arrivo per i più curiosi 😉
Tra gli altri ho poi avuto occasione di vedere Dice or Date, della Agenzia degli Incantesimi, titolo per ora realizzato in poche decine di copie nel quale i protagonisti, altrettanti nerd , entreranno in lotta tra loro, a colpi di domande e tiri di dado (a forma di trottola) per attirare le attenzioni della loro amata, il tutto spostandosi all’interno di un tabellone molto a tema.
A fianco ad una gallina spennata vi era poi il genovese Calcagno che dimostrava il suo Gioca con il segno, gioco di carte e numeri educativo ma non solo, ambiziosamente stampato in molti esemplari, sicuri gli autori della idoneità del gioco, ispirato come meccanismi alla serie ‘Uno‘, ma con in più la possibilità di svolgere con le carte operazioni aritmetiche e con varie e numerose carte speciali, di attrarre sia i più piccoli, risultando per loro uno stimolo al calcolo, che gli adulti, così come lo fa da tempo il più famoso ispiratore.
Molto attivi, tra gli altri, erano inoltre i ragazzi di Medioevo Universalis, gioco che con il Risiko al quale era originariamente ispirato, dopo innumerevoli modifiche ed affinamenti, ha oramai poco a che fare, risultando di indubbio grande appeal agli occhi degli appassionati !
Proseguendo oltre ecco lo stand della Giochi Uniti, con i suoi numerosi tavoli dimostrativi nei quali erano ospitati diversi titoli tratti da sempre più ampio catalogo della casa, decisamente il numericamente più ampio ed assortito. Molte le novità in giro da queste parti, come Cargo Noir, Rush’ Crash, Runewars e tanti altri ..
Tra i tavoli in particolare ho notato, in quanto in uscita proprio in questo periodo, Lettere da Whitechapel, del quale a breve potrete leggere una preview, prodotto dalla NG International e distribuito appunto da Giochi Uniti.
Sempre un sacco di gente intenta a giocare era poi presente nei vicini tavoli allestiti dagli organizzatori del club ludico Treemme di casa, i quali si distinguevano con la loro elegante maglietta blu d’ordinanza.

Passando oltre ci si imbatteva in diversi stand commerciali, utilissimi in queste occasioni, non solo per la presenza anche vicino a loro di tavoli di prova (un must !), ma anche per la possibilità che concedono ai giocatori, una volta identificato il loro titolo prossimamente preferito, anche di acquistarlo, dopo aver scelto tra la messe di titoli messi a disposizione per la fiera, spesso a prezzi scontati.

All’interno invece ecco numerso tavoli, dedicati in parte a provare titoli già editi, animati da altrettanti volontari di varie associazioni ludiche (ricordo, solo per essere reduce dalla PisaCON, i Goblin, ma ve ne erano anche molti altri, tutti con le rispettive magliette identiicative) ed in parte ai tornei della Boardgame League, sempre affollati di gente dalla faccia tiratissima e concentrata, presa dal proprio impegno competitivo.

Vari erano quindi i prototipi presentati o visti in giro di titoli (sopra uno del buon ‘Linx’ Aspesi) in procinto di essere pubblicati (aree, tra le altre Gioca con l’autore, Creatori di Divertimento e Terre Selvagge): tra di essi i vari 011 (ideato da Valtriani), della Scribabs di Vallerga, titolo ambientato a Torino ed al centro di grande attenzione su internet in questi tempi, in quanto parte di un più ampio progetto coinvolgente una rock band nordica, i Therion, Arcanum, gioco a tema tarocchi, in procinto di essere pubblicato, nonchè molti altri.

Tra gli appassionati del genere ferroviario ‘spinto’ (ossia complesso) ho notato poi gli autori di 1883, ambientato proprio in Emilia, nonchè di 1865 Sardinia, titolo graficamente molto curato in procinto di essere a sua volta pubblicato (assieme ad uno ambientato nel mondo delle corse) da una neonata casa editrice.
Passando per la Red Glove, si poteva notare grande attività per la casa del guanto rosso, con vari titoli proposti come novità, tra i quali i nuovissimi Pecore al Pascolo, Galaxy Trucker, Airlines Europe, nonchè ancora una versione quasi definitiva di Ristorante Italia ed un sacco di altre cose, che danno l’idea di come l’editore toscano sia in piena espansione.
Sempre tra le novità vi erano i tavoli, affollati, della Asterion, la quale, da poco entrata nel mondo dei boardgames, offriva tutto il proprio catalogo in prova, con, tra i tavoli, Dixit, Fabula, 7 Wonders e Tikal II.

Qui ho potuto anche scattare qualche immagine del prossimo Dixit Odissey, titolo che proporrà la possibilità di giocare fino a 12 persone contemporaneamente (ci sarà una scheda per ogni giocatore sulla quale posizionare un segnalini, per velocizzare le ‘votazioni’). Oltre ad un nuovissimo set di schede ci sarà anche una modalità di gioco secondo la quale il giocatore di turno PRIMA di vedere le proprie carte dovrà pronunziare una frase, potendo poi ognuno dei giocator, come d’uso, scegliere quale carta tra quelle in mano si adatti meglio alla frase in questione. Qui ognuno riceverà un punto per ogni voto ricevuto …
Tra le anteprime ricevute qui posso dire, per gli appassionati, che la Asterion proporrà a breve una edizione italiana dell’attesissimo Merchant and Marauders, destinato a divenire il titolo più per ‘gamers’ (per quanto relativamente) del crescente vatalogo della casa.
Alla Giochix e Ghenos vi erano gli amici Quondam ed Emdin. Il primo mi ha parlato del buon successo ottenuto dai suoi Rio de la Plata e De Vulgari Eloquentia, dandomi alcune anticipazioni legate a due progetti editoriali in corso. Uno dei due, legato ad una ambientazione marittima, con navi e trasporti, ha già un tabellone e componentistica progettata in fase avanzata, come potete vedere dalle immagini. Il secondo mi ha invece confermato il buon andamento delle uscite, con vari progetti in corso, tra i quali uno legato ancora al mondo delle corse.
Alla Oliphante, oltre ai nuovissimi titoli della Editrice Giochi, ovvero la serie Tank di Albertarelli e Metropolis , presente tra i tavoli, ho avuto la possibilità di toccare con mano anche i nuovissimi titoli in uscita editi dalla Gigamic, ossia Cubulus, frutto di un bel lavoro di progettazione, il quale propone un gioco di riflessione che si svolge piazzando biglie colorate all’interno di una griglia di materiale plastico semirigido molto attraente. Sempre fra le novità un classico gioco da scacchiera, Gyges, riedizione di un titolo dei primi anni ’80, nonchè l’altrettanto nuovo Kabaleo, con attraenti coni colorati : del tutto a breve avrete aggiornamenti e maggiori informazioni.
Tra le distribuzioni sempre Olpihante, ma edito dalla Immagommage, c’era anche Kwack!, della Fabrica Ludens, gioco dai materiali molto colorati ed attraenti,  family game corredato da bellissime oche di plastica, con sullo sfondo delle volpi in agguato …

Per i giocatori di titoli di carte inoltre erano presenti i ragazzi della Dast@work con il loro I Signori dei Draghi, reduce dai buoni riscontri avuti da Lucca in poi, nonchè, allo stand Limana Umanitas, il gioco di carte War of Wonders.


Ok, le foto scattate e la memoria mi portano sino a qui.
So che erano presenti numerosi altri stand (cito quelli degli RPG, vero e proprio mondo che richiederebbe un articolo a se, così come quello del gioco dal vivo, delle rievocazioni storiche …, ma sono sicuro che vi sono altri blog, dedicati specificamente a quei settori, che colmeranno le lacune del mio report verso gli appassionati di quei generi ..).

Nel contempo, per chiudere, non devo dimenticare di dire che c’era anche, beh, lo immaginate, TANTA GENTE, allegra, spensierata, ridanciana, chiacchierona, concentrata, pensierosa, tesa, riflessiva e soprattutto GIOCOSA. L’occasione è sempre e comunque buona, in queste occasioni, per conoscere gente nuova, per giocare con persone conosciute tre secondi prima e scherzare con loro come se fossero da sempre nel proprio gruppo di gioco, insomma, per divertirsi insieme, che è lo spirito ed il fine ultimo di queste manifestazioni.
A tutti un saluto quindi al prossimo anno (i numeri ufficiali parlano di 20.000, dico ventimila, visitatori quest’anno, con ben 5.600 posti a sedere per giocare, per cui direi che di spazio per crescere ce n’è davvero ancora molto ) per cui non potete davvero mancare) !! E stavolta contro chi non ci sarà scatenerò gli amici qui sotto !!!

Eleminis vola in Sicilia, a Pachino

Si è chiuso ieri sera, come promesso, l’iniziativa presa per attribuire una copia omaggio di Eleminis, per cui annuncio che il beneficiario è il lettore Carlo, il quale ha già ricevuto la mail di conferma della vincita. Per rispetto della sua privacy non comunico il cognome, ma vi dico che lui ha prontamente risposto, nel giro di poche ore, alla comunicazione, trasmettendomi il suo indirizzo, che si trova in Sicilia, nella ridente cittadina di Pachino: nel contempo appena avrà giocato ad Eleminis ha assicurato che condividerà con noi qualche impressione.
Nel contempo devo dire che l’iniziativa ha avuto un grande successo, per cui sarà prestissimo ripetuta: grazie alla disponibilità offerta dalla Asterion Press nei prossimi giorni (non ancora: aspettate l’uscita dell’apposito post prima di mandare mail !!!) infatti aprirò il nuovo ‘c’è un regalo per te’, che vedrà stavolta recapitare a casa del fortunato vincitore una copia fiammante della versione italiana di Dixit, gioco vincitore dello Spiel des Jahres 2010. Spero che la cosa vi sarà gradita, rinviandovi ai prossimi giorni per maggiori informazioni (… vi terrò un poco sulla corda, non me ne vogliate …).

Review – Pocket Rockets

Antoine Bauza, autore di quel 7 Wonders che ha letteralmente ‘sbancato’ ad Essen 2010, è decisamente diventato il game designer del momento e quindi le varie case che lo hanno pubblicato in passato sono impegnate nel rispolverare adeguatamente i suoi titoli. In questa logica si pone la nuova edizione di Pocket Rockets, edito dalla francese Hazgaard ed ideato, appunto dal ‘nostro’ Antoine: si tratta di un gioco di carte semplice e veloce  (tempo medio per partita 20 minuti), per 2-4 giocatori, che è proposto in una elegante confezione di latta, con illustrazione in rilievo. Le meccaniche che lo contraddistinguono sono quelle del raccolta di set di carte e l’ambientazione mette i giocatori nei panni di costruttori di razzi spaziali.

Coinvolgo in questa recensione l’amico Remo, al quale passo subito la parola per introdurre a sua volta il titolo.

La Hazgaard Editions ha proposto a Norimberga una collana di tre simpatici titoli, semplici e veloci da giocare, confezionati in scatola metallica. Parliamo oggi di uno di questi, Pocket Rockets, riesumato dal 2009 e realizzato da Antoine Bauza, autore definitivamente consacrato con 7 Wonders. Pocket Rockets è un gioco di carte con l’aggiunta di qualche segnalino utile alle meccaniche di gioco, è un filler con meccaniche lineari giocabile fin dagli otto anni e per tutta la famiglia. L’impressione è che la scalabilità del gioco, da due a quattro aspiranti astronauti, sia ottima. La durata? Non più di venti minuti!

Componenti
All’interno della scatolina troviamo 54 carte, le quali raffigurano altrettante parti di razzi spaziali, divise in 15 basi, 24 parti centrali e 15 punte.

La moneta dà l’idea delle dimensioni ridotte (tascabili) del gioco

Ci sono poi 6 carte che vanno a formare la catena di montaggio, 5 carte bonus (originariamente rappresentavano una mini espansione, ora inclusa nel gioco base), nonchè, a completare il tutto, 4 trippoli (segnalini) a forma di razzo, in plastica, e 8 segnalini tondi di plastica che rappresentano il carburante.

Il manuale contenuto è multilingua, ma manca l’italiano (c’è inglese, francese, tedesco, spagnolo ed olandese): i componenti però non sono in lingua, per cui una volta capite le regole, potete prenderlo anche se non conoscete nessuna delle lingue indicate.
Regole

Sono semplici. Ad inizio partita si dispongono sul tavolo le sei carte ‘catena di montaggio’, come indicato nell’immagine da manuale e si attribuisce a ciascun giocatore un trippolo, che mette su di una casella a scelta della catena di montaggio ed una base di razzo, che è posta scoperta di fronte a se. A fianco del ‘sito di lancio’ si pongono gli otto dischetti carburante, mentre a fianco delle tre linee di montaggio e del  trasportatore si mettono tutte le altre carte, divise in quattro mazzetti, con la fronte scoperta. 

Il gioco si svolge quindi a turni, avendo ogni giocatore 4 punti azione a disposizione, da distribuirsi, nel modo che si ritiene (anche ripetendo più volte la stessa azione) tra le seguenti: 1) muovere il trippolo di una casella sulla catena, andando nella direzione indicata dalla freccia sul trasportatore ; 2) pescare una carta che si trova nel mazzo adiacente alla casella della catena di montaggio nella quale ci si trova ; 3) cambiare il senso del nastro trasportatore (se ci si è sopra) ; 4) prendere un disco carburante (se si è sopra alla base di lancio e si ha almeno un razzo completo) ; 5) scambiare una carta che si ha in mano (ponendola in cima ad un mazzo a scelta) con una a scelta presa da un (altro) mazzo ; 6) montare un pezzo che si ha in mano su di un razzo  del colore indicato dalla carta ‘ruota dentata’ sulla quale ci si trova (si noti che PRIMA si deve avere una base, poi si possono mettere eventuali pezzi centrali ed INFINE lo si può completare – ossia dopo non ci si aggiunge più niente – con una punta).
Scopo del gioco è di costruire quanti più razzi completi (composti da almeno una base ed una punta, con pezzi dello STESSO colore) possibile, tenendo conto che a fine gioco si ottengono 2 punti per ogni parte centrale di razzo completo, oltre ai punti indicati sui dischetti carburante. Si noti che diverse ‘punte’ di razzo attribuiscono dei bonus una volta poste a completare un razzo (1 punti vittoria, una mossa in più, possibilità di tenere 4 carte in mano invece che solo 3, ..). La partita termina quando è stato prelevato l’ottavo dischetto carburante. Le carte bonus consentono di compiere una azione extra e possono essere attribuite ad inizio partita ai giocatori meno esperti.

Impressioni
Pocket Rockets è un titolino semplice, pulito ed adatto ad un pubblico familiare. La confezione ed i materiali in generale sono ben realizzati ed accattivanti, a partire dalla confezione in latta (a me piacciono molto), dalle dimensioni tascabili (o quasi) e dalla piccola dimensione delle stesse carte, che consentono di utilizzarlo anche avendo a disposizione superfici limitate (quindi anche da viaggio). La grafica, sia della scatola (che richiama un poco le avventure di Jules Verne) che delle carte è gradevole.

I materiali sembrano piacevoli, adatti al target. Non sono in grado di valutare la qualità delle carte ma i disegni sembrano raggiungere lo scopo: danno un tono easy. I segnalini a forma di razzo sono simpatici ma non rifiniti nei particolari, forse su questi si poteva fare uno sforzo in più. I gettoni che indicano il carburante sembrano adatti allo scopo, senza lode e senza infamia.
Il regolamento è scaricabile dal sito della casa editrice in uno scomodo pdf che contiene tutte e cinque le lingue (manca l’italiano ma ci si può rifugiare nel francese o nell’inglese) ma senza indice; avrei preferito poter scegliere il singolo file da scaricare.

Andando alle meccaniche di gioco siamo decisamente sul basico: si raccolgono set  di carte dello stesso colore (per costruire razzi) e si ottengono punti di conseguenza. Non ci sono strategie troppo profonde da seguire, salvo pochi accorgimenti che divengono evidenti sin dalle primissime partite, per cui si tratta di un titolo decisamente adatto per un pubblico familiare, comprendente anche bambini. L’interazione è rappresentata dal portare via carte utili all’avversario o dal cambiare il verso del movimento ed il modesto numero di carte che si possono tenere in mano impedisce di elaborare strategie troppo a lungo termine: si devono prendere i pezzi giusti e piazzarli, prima di poter andare troppo in là ..

Non posso che esprimere un giudizio positivo su questo gioco. Da giocatore che non disprezza un filler leggero, per iniziare o concludere la serata, trovo che questo gioco possa essere una valida alternativa sia per giocatori navigati che per meno esperti. Da gamedesigner trovo piacevole la linearità del gioco e l’utilizzo della combinazione tra una meccanica abusata come il pesca e gioca e una meccanica che poco si trova nei giochi di carte come la gestione dei punti azione. Le strategie percorribili sono poche ma adatte al target.
Il setup permette una scalabilità ottima, infatti alcune basi dei razzi vengono distribuite già a inizio gioco in numero e colore differente in base al numero di giocatori.

Tra i pro del gioco c’è quindi sicuramente la immediata fruibilità e la possibilità di proporlo praticamente a chiunque, cosa che nel contempo, come spesso accade, costituisce il principale difetto, ossia che il titolo certo non attrarrà troppo i giocatori più esperti, che potranno ragionevolmente accantonarlo dopo un paio veloci partitelle. Quanto alla scalabilità in due si ha un controllo leggermente maggiore sulle carte in uscita, ma in realtà la possibilità di scambiare le carte nel ‘riciclatore’ rende equilibrato anche il multigiocatore: i punteggi comunque tendono a rimanere molto vicini, sintomo della difficoltà ad elaborare strategie realmente profonde.
Bella scatolina e prezzo contenuto (sotto ai 10 euro) possono invogliare all’acquisto, se non si hanno esagerate pretese sulle meccaniche di gioco.
Questo articolo, nell’ambito della collaborazione avviata con Gioconomicon, esce anche su tale sito.

— Le immagini sono tratte dal manuale o da una copia del gioco messa a disposizione dalla casa (Hazgaard), alla quale appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco e saranno rimosse su semplice richiesta. —

Asterion Press alla Play

Ricevo ora dalla Asterion Press un comunicato stampa riguardante la loro presenza a Modena, alla Play, manifestazione che si terrà sabato 26 e domenica 27 della quale trovate qui  una ampia presentazione.
Segnalo quindi agli interessati che la casa proporrà al proprio stand le ultime novità da essa distrubuite, tra le quali 7 Wonders e Dixit. In particolare quanto al primo è offerta  in omaggio per i primi 77 acquirenti  la speciale promo card a tiratura limitata Manneken Pis, e saranno disponibili copie demo della prima espansione ufficiale del gioco , ossia Leaders !.

Quanto al secondo sarà invece in prova il prototipo del nuovissimo Dixit Odyssey, nuova uscita della casa editrice Libellud, autrice del celeberrimo Dixit.

Segnalo quanto sopra quale utile informazione per i visitatori della fiera … Buon divertimento !!!

Print and Play : The Farm – Card Game

[Aggiornamento: ora il gioco è anche disponibile per il download in versione inglese, sempre dal sito dell’autore !! ]

Una delle strade che un game designer può percorrere per farsi conoscere è quella di mettere a disposizione gratuitamente i propri giochi, percorso che ha deciso di seguire il brasiliano Julio Trois, il quale ha inserito disponibili per il download sul suo blog  sia le regole che i file delle carte del suo nuovo gioco The Farm: Card Game. Spulciando nella medesima fonte troverete poi altri titoli del creativo d’oltreoceano, tra i quali , sempre di carte e sempre scaricabili gratuitamente dal blog in questione, Paris: Crime Investigation, TGV Card Game ed Air Combat Card Game.

Il tutto è per ora solo in portoghese, ma la lingua, avendo radice latine, può essere compresa con un pò di impegno: quanto alle carte il testo è realmente ridotto. L’autore spera però, con l’aiuto di volenterosi, di tradurre il tutto presto almeno in inglese.

A livello di meccaniche segnalo che ogni giocatore riceve una propria tessera personale, sulla quale trovano posto le carte dei vari tipi disponibili, raffiguranti rispettivamente piantagioni, animali, macchine agricole, stagioni, azioni e via dicendo.

La scheda giocatore, con nove slot disponibili (in ciascuna si possono però impilare carte dello stesso tipo)

La grafica, computerizzata, è gradevole, come potete vedere dalle immagini a corredo e tutto ciò che è richiesto a chi voglia provare il gioco è di sforzarsi un pò per capire le regole e stampare i fogli sui quali sono raffigurate le 54 carte che rappresentano i materiali di gioco.

Le meccaniche di gioco, a prima vista, paiono abbastanza semplici, con un concetto di ‘rotazione’ delle carte tra le varie posizioni (per esempio prima si coltiva il foraggio, poi lo si da da mangiare agli animali).

Lo segnalo ai più volenterosi ed appassionati del gioco gratuitoe resto in attesa di commenti da parte di chi lo avrà provato. Siccome apprezzo sempre queste iniziative, ho pensato di fare cosa gradita dandogli visibilità sul blog 😉

Anteprima – Rolling Freight

Spesso di recente avete avuto occasione di leggere articoli legati alle varie strade percorse dai game designer per arrivare alla pubblicazione delle proprie creature, verificando come tre siano i principali percorsi seguiti, ossia l’edizione da parte di case consolidate, la autoproduzione e la fondazione di una piccola casa editrice indie. Si sta però facendo strada di recente, grazie ad internet, una quarta potenzialità, ossia quella fornita da siti come Kickstarter, i quali consentono agli autori (non solo di giochi da tavolo, ma anche di altri prodotti) di pubblicare una pagina con una descrizione (e possibilmente un video) di ciò che intenderebbero produrre e di raccogliere, per il tramite del sito, il denaro necessario per farlo. L’autore deve quindi mettere a disposizione sufficiente materiale per far capire ai lettori di che si tratta e poi fissare la somma che ritiene necessaria per avviare la produzione: in una tabella egli poi indica le somme che sono richieste ai sottoscrittori, variando le ricompense che essi riceveranno, a seconda dell’esborso, quando il gioco sarà prodotto (es. 20 $ avrai una copia, 60 & avrai tre copie ed una tessera bonus e via dicendo). Il bello è che i soldi non dovrebbero essere detratti dai sottoscrittori sino a che la somma indicata per la produzione non sia raggiunta e che se l’obiettivo non è raggiunto entro la scadenza tutto salta, per cui non ci dovrebbero essere rischi di finanziare un gioco che poi mai arriverà.
Visto che ho spiegato come funziona la cosa, colgo l’occasione per portare un esempio, parlando di Rolling Freight, un titolo per 2-5 giocatori, ideato da Kevin G. Nunn, del quale si sta facendo un certo parlare su internet di questi tempi, grazie alla intraprendenza della piccola casa che lo vorrebbe vedere edito, ossia la APE Games. L’obiettivo fissato è di 18.000 $ di raccolta, 12.000 dei quali sono già stati promessi ad oggi, con termine ultimo per partecipare fissato al 5 aprile prossimo. 60$ sono il versamento minimo richiesto per avere una copia del gioco, con spedizione a parte, scontata di 10 $ rispetto al costo, per gli utenti fuori USA come noi. Se invece voleste anche solo contribuire alla realizzazione del gioco, avendo in cambio solo il vostro nome sul manuale (opzione per ora sfruttata da un solo sottoscrittore, a fronte dei 152 che pagherebbero per avere la propria copia) pagherete solo 10 $. Con ‘soli’ 330 dollari avrete invece diritto a 6 copie del gioco e ad alcune carte speciali ‘disastro’.
Una delle due mappe (est ed ovest USA) disponibili
Quanto al gioco si tratta di un ‘ferroviario’ nel quale i giocatori sono chiamati a spostare merci (o persone) su percorsi ferroviari (mappa USA), guadagnando denaro grazie a ciò. I materiali sembrano essere consistenti, vista la presenza dei classici cubetti e bastoncini colorati che ogni giocatore riceve per tenere traccia delle linee costruite, nonchè di numerosi segnalini simboleggianti le merci e persone trasportate. In particolare poi c’è qui l’idea della presenza di dadi multicolore che sono rollati ad ogni turno, attribuendo al giocatore le risorse corrispondenti ed è da qui che il trasporto (freight) diventa ‘rolling’. I cerchi colorati sulle città mostrano quali merci sono dalle stesse richieste o in surplus, mentre i cubetti colorati con lettere, simboli e numeri indicano le richieste di materiali da adempiere per completare la tratta.
Un particolare della seconda mappa: notate la tabella ‘distanza – punti’ e gli spazi per contratti e miglioramenti.
Ci sono poi presenti contratti da adempiere (si leggono sulla mappa, se non ho male inteso), che attribuiscono ricompense, in punti vittoria, variabili con la lunghezza della tratta utilizzata, bonus per le tratte lunghe, lente e veloci, nonchè miglioramenti (improvement) da acquistare per migliorare le capacità produttive, ai quali corrispondono nuovi DADI da rollare. 
Il gioco sembra voler unire la passione per i giochi ferroviari di collegamento di livello complesso con la velocità ed il divertimento, molto americano come concept, che sta nel tiro dei dadi. Lo segnalo quindi agli appassionati del genere, anche perchè i numeri che stanno facendo sembrano suggerire che alla pubblicazione il gioco potrebbe arrivare. Quanto all’iniziativa penserei che sarebbe forse più logico utilizzare kickstarter per produrre andando ‘alla pari’ i propri primi titoli, ma proposte come questa, da parte di soggetti che già hanno altri titoli e prodotti in catalogo, equivalgono ad una vendita anticipata in blocco della loro produzione, cosa che non comporta di fatto rischi per chi propone il tutto. Commento: intelligente … 😉
Per maggiori informazioni qui trovate il sito della casa e qui invece la pagina di kickstarter dedicata al gioco.
Qui il regolamento in inglese del gioco e qui potete vedere un video di presentazione realizzato su Youtube dalla casa.
— Le immagini sono tratte dal manuale del gioco o dal sito della casa produttrice (Ape Games) alla quale  appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —

Review – Magnum Sal

Nel recente la Polonia sta diventando sempre con maggior frequenza paese da tenere d’occhio per le novità ludiche, visto che varie sono le proposte di un certo valore che da essa provengono: ed all’ultima Essen infatti molta era la curiosità suscitata, per esempio da case come la Portal o la Rebel.

Un pò sotto silenzio è passata invece la Gry Leonardo, editrice del titolo del quale ci occupiamo oggi, ovvero Magnum Sal, ideato dal duo Krupinski – Milunski (italianizzo qui le lettere), per 2-4 giocatori. Si tratta di un interessante gestionale, che propone al suo interno alcune dinamiche innovative tali da distinguerlo, perlomeno nei desiderata degli autori, dagli altri prodotti del genere: a livello di ambientazione i giocatori vestiranno i panni di altrettanti capi – squadra di una miniera di sale (da qui il nome del gioco), impegnati in concorrenza tra loro per soddisfare gli ordini produttivi reali ed ottenere di conseguenza l’incarico di responsabile unico della estrazione.
Coinvolgo ancora nella recensione l’amico Faustoxx, xeneise (genovese), il quale ancora, amante del boardgaming esotico, si è accaparrato copia del titolo facendolo arrivare direttamente dalla Polonia: troverete in blu le sue indicazioni sul prodotto, nonchè il fiorentino Alessandro, del blog Loodica, le cui impressioni saranno invece in rosso. Stavolta ho davvero voluto esagerare !!
Materiali
Oltre al classico tabellone illustrato, che raffigura le principali locazioni della cittadina di Wieliczka del XIV secolo (quali la piazza, le pompe per l’acqua, il mercato, ..) ci sono 24 tessere sulle quali sono raffigurati gli obiettivi (ovvero le richieste reali, con indicazione dei tipi di sale e della ricompensa), un set di cubetti colorati (tre per i tipi di sale ed uno per l’acqua, che ostacola l’estrazione), un set di monete in vari tagli, una ventina di carte ‘attrezzatura’, utili a rendere più facile l’estrazione, 18 tessere che vanno a comporre la zona delle miniere, che si colloca sotto il tabellone, nonchè la classica manciata di trippoli ‘minatore’, 10 per ogni colore.

Il tabellone di gioco, al quale aggiungere (sotto) la zona della miniera

Regole
Rinvio come d’uso al manuale i più curiosi (ve ne è una versione tradotta in italiano su BGG), limitandomi qui a pochi cenni. L’idea di fondo è che ad ogni turno i giocatori, con una forma di alternanza, piazzano i propri lavoratori (all’inizio se ne hanno 4 o 5), scegliendo quali azioni far compiere loro. In linea di principio ci sono tre possibili logiche: 1) si colloca il lavoratore presso un edificio (ce ne sono sei) per ottenere il risultato corrispondente (es. nel mercato si compravendono i cubetti o nella locanda si reclutano altri minatori) ; 2) si colloca più o meno stabilmente un omino presso un edificio quale ‘collaboratore’, ottenendo un introito in denaro ogni volta che quell’edificio è utilizzato da chiunque ; 3) si mandano gli omini nella zona della miniera, per l’attività estrattiva.

Il profilo più nuovo del gioco sta nella terza sezione, visto che qui si scoprono, di volta in volta, le tessere della miniera (verificando quali tipi di sale contengano) e che si deve creare una catena ininterrotta di minatori che vada dalla superficie alla casella dove si desidera estrarre. In quella casella si deve avere un omino per ogni cubetto di sale che si vuole estrarre ed uno per ogni cubetto di acqua (che ostacola l’estrazione): nel portare in superficie quanto estratto si dovrà poi pagare un tot ad ogni avversario i cui omini occupino spazi della catena che si sia dovuti utilizzare per portare in superficie il sale.
Il gioco procede in tre fasi, al termine di ciascuna delle quali si procederà ad ‘azzerare’ la miniera, facendo rientrare i minatori ivi presenti e ad utilizzare nuovi ordini reali. Vince chi a fine gioco ha più denaro.

Impressioni
Il titolo, passato relativamente sotto i radar di Essen, sembra contenere vari elementi di interesse. L’ambientazione prescelta è infatti resa in modo adeguato, sia visivamente, grazie al pozzo della miniera che viene costruito sotto la città, sia nelle meccaniche di gioco, grazie alla invenzione della catena umana dei minatori. A livello grafico siamo negli standard, visto che i gestionali ci hanno abituati nel recente anche a disegni quasi pittorici (vedi I pilastri della Terra e simili), così come nella componentistica.

I materiali di gioco sono di buona fattura, paragonabili ad un gioco di una major (Ravensburger, Queen, ecc.) fatti di solido cartoncino e tanto legno per i minatori, il sale da estrarre e l’acqua. Piacevole la grafica, molto similare ai giochi di riferimento che tu citavi, paragonabile a Menzel o Vohwinkel.  Unico neo per quanto riguarda il materiale, sta nella plancia di gioco, a mio avviso un po’ piccolina, viste le tante aree di gioco in ballo, (mercato, taverna, sala pompe, castello, laboratorio e piazza). Il regolamento è multilingua polacco, inglese e tedesco (ahimè non italiano, ma il regolamento è stato tradotto) in un unico bel manuale patinato di una cinquantina di pagine. Sono quindi 16 pagine per nazionalità, che a prima vista possono spaventare, tuttavia il manuale è ricco di illustrazioni ed esempi ed è ben spiegato. 

E’ nei materiali di solito si nota la differenza tra una grande casa editrice e una realtà editoriale più piccola. In questo Gry Leonardo ha tenuto testa ai grandi facendo un ottimo lavoro: i materiali sono di buona qualità e la veste grafica, a cura di Piotr Nowojewski, è gradevole nella plancia e azzeccatissima nelle carte oggetto.

A differenza di Fausto trovo adeguate le dimensioni della plancia: a differenza di altri giochi, il grosso dell’azione avviene sotto terra, e a mio parere non c’è bisogno di impegnare altro spazio per le azioni di superficie.

Ho un solo appunto: la scelta dei colori dei materiali in legno. Per gli amanti di giochi da tavolo daltonici come me, due dei quattro colori scelti per i giocatori sono praticamente indistinguibili, così come due delle tre varietà di sale.

Le meccaniche di gioco per una parte sono quelli tipici dei gestionali legati all’esercizio di attività nel medioevo, categoria alla quale il titolo appartiene dichiaratamente, per cui i partecipanti dovranno scegliere con attenzione come costruire la propria ‘filiera produttiva’, ossia se privilegiare la costruzione di una capacità di produzione / estrazione, se cercare di guadagnare denaro sin da subito, o se collocare per primi i minatori, per lucrare sulle estrazioni altrui. Il profilo di innovatività, necessario per distinguere il gioco dai concorrenti, è inoltre presente, consistendo nella presenza del ‘pozzo’ di estrazione a tessere e nel relativo meccanismo di estrazione  del sale, cosa che può risultare almeno stuzzicante. Nell’immagine sotto l’elenco delle tessere che compongono la miniera.

Il gioco non è così complicato come potrebbe sembrare a prima vista vedendo il regolamento. Le meccaniche sono quelle già viste nei giochi di worker placement / gestione risorse, introducendo però due novità: la catena dei lavoratori e la fatica. La prima novità sta nel fatto che per sfruttare uno spazio della miniera dove estrarre il sale, occorrre creare una catena di lavoratori (anche di altri giocatori) che colleghi detto spazio con l’uscita della maniera. L’occupazione di certi spazi strategici garantisce al giocatore proprietario di quel lavoratore di una rendita di posizione, ogni volta che un cubo di sale viene portato in superficie.
La seconda novità è il concetto di fatica. Ogni volta che i lavoratori estraggono il sale da un’area della miniera questi diventano esausti e non possono più compiere azioni finchè non si sceglie di farli riposare, sprecando quindi un’azione del turno di gioco. Occorre quindi un minimo di pianificazione concentrando le estrazioni di sale in una fase e successivamente far riposare i minatori nella fase successiva.
La componente alea nel gioco sta nella suddivisione delle aree minerarie. La miniera è suddivisa in tre livelli e nei livelli più profondi troveremo le qualità di sale più pregiato. A contrastare i nostri sforzi c’è l’acqua presente nelle gallerie che renderà più estenuante il lavoro dei nostri minatori. Ad inizio partita le tessere della miniera vengono suddivise secondo i livelli e disposte a destra e a sinistra del pozzo centrale. Solo quando un nostro minatore raggiungerà un’area mineraria scopriremo se è ricca o meno di sale e quanta acqua è presente in quell’area (dovremo quindi spendere un azione in sala pompe per asportare l’acqua dalla zona oppure portare più lavoratori per estrarre il sale in quella zona). Se si vuole ridurre l’alea nel gioco è prevista la variante “a carte scoperte” dove tutte le tessere che compongono la miniera vengono disposte a faccia in su mostrando le caratteristiche delle varie zone.

Inoltre, come correttamente suggerivi, occorre fare attenzione alla organizzazione della propria filiera produttiva e quali aspetti privilegiare: la fase estrattiva, la rendita di posizione dei propri omini nelle zone strategiche della miniera e come assistenti nelle varie aree, oppure privilegiare la gestione degli ordini reali acquistando sul mercato i blocchi di sale mancanti ed usare le abilità speciali Privilegio Reale e Privilegio Commerciale per soddisfare i bisogni del Re con lucrativi contratti.

Le strade che portano alla vittoria in Magnum Sal sono molteplici e nessuna sembra predominare sulle altre.

  
La “catena umana” fu l’aspetto che mi incuriosì maggiormente prima di partire per Essen, e il motivo per cui inserii Magnum Sal nella mia lista della spesa. Avevo già incontrato una meccanica simile in Giants, e l’interazione scaturita dal dover contare sugli altri giocatori mi aveva convinto. Piazzare i propri uomini nelle gallerie giuste è un aspetto da tenere in altissima considerazione durante il gioco: da una parte risparmi sui tuoi costi di estrazione, dall’altra il trasporto conto terzi – azione che il tuo minatore può effettuare anche quando è stanco – diventa un’ulteriore fonte di reddito e una buona strada per la vittoria.  

Un’altra caratteristica che contribuisce a rendere Magnum Sal un eurogame fuori dai canoni classici è l’assenza di Punti Vittoria. Nei mostri sacri ludici tedeschi, devi creare un motore efficiente per trasformare denaro e risorse in punti vittoria. Il fatto che l’elemento che garantisce la vittoria è anche una delle risorse, obbliga il giocatore a ripensare il suo modo di giocare: estrarre sale dal terzo livello è dannatamente costoso se i tuoi uomini non sono nella catena di trasporto, e voler chiudere un contratto a tutti i costi rischia di arricchire i tuoi avversari più di te. Per questo penso che, tolta l’ambientazione, Magnum Sal si avvicini strategicamente più ad Automobile che a I Pilastri della Terra

Riguardo al fattore alea: benché le informazioni siano quasi tutte a disposizione, i giocatori devono pianificare le proprie mosse tenendo conto che, utilizzando gli oggetti giusti al momento giusto, gli avversari possono sempre riservare qualche sorpresa. 

Quanto al livello di difficoltà direi che siamo sugli standard di un Pilastri della Terra  o giù di lì, quanto al target direi quindi che siamo nel medio, necessitando la partecipazione di una comprensione delle meccaniche alla base del concetto di gioco gestionale. La reperibilità del titolo è, per ora, piuttosto ridotta:, tanto che per ora ne ho visto copie solo dal sito della casa, ma Fausto potrà dare chiarimenti al riguardo ..

Il gioco l’ho reperito tramite gli amici della Rebel conosciuti a Lucca con cui siamo in contatto anche tramite BGG. Il prezzo è stato di 25 euro + spese di spedizioni (altri 25 euro). Per ammortizzare le spese abbiamo fatto un ordine cumulativo di 4 copie con  alcuni componenti del mio gruppo di gioco abituale abbassando quindi il costo/copia a 31.50 euro.

Concludendo queste prime impressioni posso dirti che si tratta di un gioco solido, ben fatto, di media difficoltà, con meccaniche ben consolidate ed un paio di innovazioni interessanti. La mia unica perplessità sta nell’impressione di deja vu con molti altri gestionali.
E’ davvero un peccato che questo titolo non abbia la distribuzione che merita. Ho acquistato la mia copia al piccolissimo stand Gry Leonardo, allo Spiel, per 25 Euro. Per Magnum Sal ho fatto un’eccezione alla regola del “provare prima di acquistare”: Marcin è molto convincente 🙂

Riguardo alla complessità, confermo quanto scrive Fausto: un gioco di media difficoltà. E’ presto per esserne certi, ma la sensazione è che fortunatamente non esista una strategia unica per arrivare alla vittoria.

Tirando le somme, il mio giudizio è più che positivo. Sarebbe forse stato più facile, per due game designer quasi esordienti, sfornare un gioco di piazzamento “classico” in mezzo a mille altri cloni. Magnum Sal ha un’appendice underground che lo rende un’originale alternativa a Stone Age. Uno dei giochi più sottovalutati dello Spiel 2010.

Per ulteriori info rinvio ad un video dimostrativo, in inglese, ripreso durante la fiera di Essen e saluto, ringraziandoli, gli amici Alessandro e Fausto per la collaborazione.

— Le immagini sono tratte dal manuale del gioco o da BGG (postate da Marcin Krupinski e da Alessandro) o dal sito della casa produttrice (Gry Leonardo) alla quale  appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —