Review – Magnum Sal

Nel recente la Polonia sta diventando sempre con maggior frequenza paese da tenere d’occhio per le novità ludiche, visto che varie sono le proposte di un certo valore che da essa provengono: ed all’ultima Essen infatti molta era la curiosità suscitata, per esempio da case come la Portal o la Rebel.

Un pò sotto silenzio è passata invece la Gry Leonardo, editrice del titolo del quale ci occupiamo oggi, ovvero Magnum Sal, ideato dal duo Krupinski – Milunski (italianizzo qui le lettere), per 2-4 giocatori. Si tratta di un interessante gestionale, che propone al suo interno alcune dinamiche innovative tali da distinguerlo, perlomeno nei desiderata degli autori, dagli altri prodotti del genere: a livello di ambientazione i giocatori vestiranno i panni di altrettanti capi – squadra di una miniera di sale (da qui il nome del gioco), impegnati in concorrenza tra loro per soddisfare gli ordini produttivi reali ed ottenere di conseguenza l’incarico di responsabile unico della estrazione.
Coinvolgo ancora nella recensione l’amico Faustoxx, xeneise (genovese), il quale ancora, amante del boardgaming esotico, si è accaparrato copia del titolo facendolo arrivare direttamente dalla Polonia: troverete in blu le sue indicazioni sul prodotto, nonchè il fiorentino Alessandro, del blog Loodica, le cui impressioni saranno invece in rosso. Stavolta ho davvero voluto esagerare !!
Materiali
Oltre al classico tabellone illustrato, che raffigura le principali locazioni della cittadina di Wieliczka del XIV secolo (quali la piazza, le pompe per l’acqua, il mercato, ..) ci sono 24 tessere sulle quali sono raffigurati gli obiettivi (ovvero le richieste reali, con indicazione dei tipi di sale e della ricompensa), un set di cubetti colorati (tre per i tipi di sale ed uno per l’acqua, che ostacola l’estrazione), un set di monete in vari tagli, una ventina di carte ‘attrezzatura’, utili a rendere più facile l’estrazione, 18 tessere che vanno a comporre la zona delle miniere, che si colloca sotto il tabellone, nonchè la classica manciata di trippoli ‘minatore’, 10 per ogni colore.

Il tabellone di gioco, al quale aggiungere (sotto) la zona della miniera

Regole
Rinvio come d’uso al manuale i più curiosi (ve ne è una versione tradotta in italiano su BGG), limitandomi qui a pochi cenni. L’idea di fondo è che ad ogni turno i giocatori, con una forma di alternanza, piazzano i propri lavoratori (all’inizio se ne hanno 4 o 5), scegliendo quali azioni far compiere loro. In linea di principio ci sono tre possibili logiche: 1) si colloca il lavoratore presso un edificio (ce ne sono sei) per ottenere il risultato corrispondente (es. nel mercato si compravendono i cubetti o nella locanda si reclutano altri minatori) ; 2) si colloca più o meno stabilmente un omino presso un edificio quale ‘collaboratore’, ottenendo un introito in denaro ogni volta che quell’edificio è utilizzato da chiunque ; 3) si mandano gli omini nella zona della miniera, per l’attività estrattiva.

Il profilo più nuovo del gioco sta nella terza sezione, visto che qui si scoprono, di volta in volta, le tessere della miniera (verificando quali tipi di sale contengano) e che si deve creare una catena ininterrotta di minatori che vada dalla superficie alla casella dove si desidera estrarre. In quella casella si deve avere un omino per ogni cubetto di sale che si vuole estrarre ed uno per ogni cubetto di acqua (che ostacola l’estrazione): nel portare in superficie quanto estratto si dovrà poi pagare un tot ad ogni avversario i cui omini occupino spazi della catena che si sia dovuti utilizzare per portare in superficie il sale.
Il gioco procede in tre fasi, al termine di ciascuna delle quali si procederà ad ‘azzerare’ la miniera, facendo rientrare i minatori ivi presenti e ad utilizzare nuovi ordini reali. Vince chi a fine gioco ha più denaro.

Impressioni
Il titolo, passato relativamente sotto i radar di Essen, sembra contenere vari elementi di interesse. L’ambientazione prescelta è infatti resa in modo adeguato, sia visivamente, grazie al pozzo della miniera che viene costruito sotto la città, sia nelle meccaniche di gioco, grazie alla invenzione della catena umana dei minatori. A livello grafico siamo negli standard, visto che i gestionali ci hanno abituati nel recente anche a disegni quasi pittorici (vedi I pilastri della Terra e simili), così come nella componentistica.

I materiali di gioco sono di buona fattura, paragonabili ad un gioco di una major (Ravensburger, Queen, ecc.) fatti di solido cartoncino e tanto legno per i minatori, il sale da estrarre e l’acqua. Piacevole la grafica, molto similare ai giochi di riferimento che tu citavi, paragonabile a Menzel o Vohwinkel.  Unico neo per quanto riguarda il materiale, sta nella plancia di gioco, a mio avviso un po’ piccolina, viste le tante aree di gioco in ballo, (mercato, taverna, sala pompe, castello, laboratorio e piazza). Il regolamento è multilingua polacco, inglese e tedesco (ahimè non italiano, ma il regolamento è stato tradotto) in un unico bel manuale patinato di una cinquantina di pagine. Sono quindi 16 pagine per nazionalità, che a prima vista possono spaventare, tuttavia il manuale è ricco di illustrazioni ed esempi ed è ben spiegato. 

E’ nei materiali di solito si nota la differenza tra una grande casa editrice e una realtà editoriale più piccola. In questo Gry Leonardo ha tenuto testa ai grandi facendo un ottimo lavoro: i materiali sono di buona qualità e la veste grafica, a cura di Piotr Nowojewski, è gradevole nella plancia e azzeccatissima nelle carte oggetto.

A differenza di Fausto trovo adeguate le dimensioni della plancia: a differenza di altri giochi, il grosso dell’azione avviene sotto terra, e a mio parere non c’è bisogno di impegnare altro spazio per le azioni di superficie.

Ho un solo appunto: la scelta dei colori dei materiali in legno. Per gli amanti di giochi da tavolo daltonici come me, due dei quattro colori scelti per i giocatori sono praticamente indistinguibili, così come due delle tre varietà di sale.

Le meccaniche di gioco per una parte sono quelli tipici dei gestionali legati all’esercizio di attività nel medioevo, categoria alla quale il titolo appartiene dichiaratamente, per cui i partecipanti dovranno scegliere con attenzione come costruire la propria ‘filiera produttiva’, ossia se privilegiare la costruzione di una capacità di produzione / estrazione, se cercare di guadagnare denaro sin da subito, o se collocare per primi i minatori, per lucrare sulle estrazioni altrui. Il profilo di innovatività, necessario per distinguere il gioco dai concorrenti, è inoltre presente, consistendo nella presenza del ‘pozzo’ di estrazione a tessere e nel relativo meccanismo di estrazione  del sale, cosa che può risultare almeno stuzzicante. Nell’immagine sotto l’elenco delle tessere che compongono la miniera.

Il gioco non è così complicato come potrebbe sembrare a prima vista vedendo il regolamento. Le meccaniche sono quelle già viste nei giochi di worker placement / gestione risorse, introducendo però due novità: la catena dei lavoratori e la fatica. La prima novità sta nel fatto che per sfruttare uno spazio della miniera dove estrarre il sale, occorrre creare una catena di lavoratori (anche di altri giocatori) che colleghi detto spazio con l’uscita della maniera. L’occupazione di certi spazi strategici garantisce al giocatore proprietario di quel lavoratore di una rendita di posizione, ogni volta che un cubo di sale viene portato in superficie.
La seconda novità è il concetto di fatica. Ogni volta che i lavoratori estraggono il sale da un’area della miniera questi diventano esausti e non possono più compiere azioni finchè non si sceglie di farli riposare, sprecando quindi un’azione del turno di gioco. Occorre quindi un minimo di pianificazione concentrando le estrazioni di sale in una fase e successivamente far riposare i minatori nella fase successiva.
La componente alea nel gioco sta nella suddivisione delle aree minerarie. La miniera è suddivisa in tre livelli e nei livelli più profondi troveremo le qualità di sale più pregiato. A contrastare i nostri sforzi c’è l’acqua presente nelle gallerie che renderà più estenuante il lavoro dei nostri minatori. Ad inizio partita le tessere della miniera vengono suddivise secondo i livelli e disposte a destra e a sinistra del pozzo centrale. Solo quando un nostro minatore raggiungerà un’area mineraria scopriremo se è ricca o meno di sale e quanta acqua è presente in quell’area (dovremo quindi spendere un azione in sala pompe per asportare l’acqua dalla zona oppure portare più lavoratori per estrarre il sale in quella zona). Se si vuole ridurre l’alea nel gioco è prevista la variante “a carte scoperte” dove tutte le tessere che compongono la miniera vengono disposte a faccia in su mostrando le caratteristiche delle varie zone.

Inoltre, come correttamente suggerivi, occorre fare attenzione alla organizzazione della propria filiera produttiva e quali aspetti privilegiare: la fase estrattiva, la rendita di posizione dei propri omini nelle zone strategiche della miniera e come assistenti nelle varie aree, oppure privilegiare la gestione degli ordini reali acquistando sul mercato i blocchi di sale mancanti ed usare le abilità speciali Privilegio Reale e Privilegio Commerciale per soddisfare i bisogni del Re con lucrativi contratti.

Le strade che portano alla vittoria in Magnum Sal sono molteplici e nessuna sembra predominare sulle altre.

  
La “catena umana” fu l’aspetto che mi incuriosì maggiormente prima di partire per Essen, e il motivo per cui inserii Magnum Sal nella mia lista della spesa. Avevo già incontrato una meccanica simile in Giants, e l’interazione scaturita dal dover contare sugli altri giocatori mi aveva convinto. Piazzare i propri uomini nelle gallerie giuste è un aspetto da tenere in altissima considerazione durante il gioco: da una parte risparmi sui tuoi costi di estrazione, dall’altra il trasporto conto terzi – azione che il tuo minatore può effettuare anche quando è stanco – diventa un’ulteriore fonte di reddito e una buona strada per la vittoria.  

Un’altra caratteristica che contribuisce a rendere Magnum Sal un eurogame fuori dai canoni classici è l’assenza di Punti Vittoria. Nei mostri sacri ludici tedeschi, devi creare un motore efficiente per trasformare denaro e risorse in punti vittoria. Il fatto che l’elemento che garantisce la vittoria è anche una delle risorse, obbliga il giocatore a ripensare il suo modo di giocare: estrarre sale dal terzo livello è dannatamente costoso se i tuoi uomini non sono nella catena di trasporto, e voler chiudere un contratto a tutti i costi rischia di arricchire i tuoi avversari più di te. Per questo penso che, tolta l’ambientazione, Magnum Sal si avvicini strategicamente più ad Automobile che a I Pilastri della Terra

Riguardo al fattore alea: benché le informazioni siano quasi tutte a disposizione, i giocatori devono pianificare le proprie mosse tenendo conto che, utilizzando gli oggetti giusti al momento giusto, gli avversari possono sempre riservare qualche sorpresa. 

Quanto al livello di difficoltà direi che siamo sugli standard di un Pilastri della Terra  o giù di lì, quanto al target direi quindi che siamo nel medio, necessitando la partecipazione di una comprensione delle meccaniche alla base del concetto di gioco gestionale. La reperibilità del titolo è, per ora, piuttosto ridotta:, tanto che per ora ne ho visto copie solo dal sito della casa, ma Fausto potrà dare chiarimenti al riguardo ..

Il gioco l’ho reperito tramite gli amici della Rebel conosciuti a Lucca con cui siamo in contatto anche tramite BGG. Il prezzo è stato di 25 euro + spese di spedizioni (altri 25 euro). Per ammortizzare le spese abbiamo fatto un ordine cumulativo di 4 copie con  alcuni componenti del mio gruppo di gioco abituale abbassando quindi il costo/copia a 31.50 euro.

Concludendo queste prime impressioni posso dirti che si tratta di un gioco solido, ben fatto, di media difficoltà, con meccaniche ben consolidate ed un paio di innovazioni interessanti. La mia unica perplessità sta nell’impressione di deja vu con molti altri gestionali.
E’ davvero un peccato che questo titolo non abbia la distribuzione che merita. Ho acquistato la mia copia al piccolissimo stand Gry Leonardo, allo Spiel, per 25 Euro. Per Magnum Sal ho fatto un’eccezione alla regola del “provare prima di acquistare”: Marcin è molto convincente 🙂

Riguardo alla complessità, confermo quanto scrive Fausto: un gioco di media difficoltà. E’ presto per esserne certi, ma la sensazione è che fortunatamente non esista una strategia unica per arrivare alla vittoria.

Tirando le somme, il mio giudizio è più che positivo. Sarebbe forse stato più facile, per due game designer quasi esordienti, sfornare un gioco di piazzamento “classico” in mezzo a mille altri cloni. Magnum Sal ha un’appendice underground che lo rende un’originale alternativa a Stone Age. Uno dei giochi più sottovalutati dello Spiel 2010.

Per ulteriori info rinvio ad un video dimostrativo, in inglese, ripreso durante la fiera di Essen e saluto, ringraziandoli, gli amici Alessandro e Fausto per la collaborazione.

— Le immagini sono tratte dal manuale del gioco o da BGG (postate da Marcin Krupinski e da Alessandro) o dal sito della casa produttrice (Gry Leonardo) alla quale  appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —

8 comments on “Review – Magnum Sal

  1. Ciao a tutti…io questo BG ce l'ho già da un po' e devo dire che è molto carino e che dovrebbe piacere anche alle ragazze(alla mia piace)e scala benino anche in due…peccato che l'ultima fase sembra quasi una corsa per arrivare all'ultimo tunnel.Comunque Buono!

  2. Io ho giocato fin troppi di questi gestionali-economici con i cubetti colorati delle risorse 🙂 però i componenti sembrano validi, e ci sono delle idee interessanti.

  3. Ho comperato da poco Magnum Sal, mentre il primo lo possiedo da anni. Indubbiamente Stone Age è a mio parere un ottimo gioco, divertente intelligente e dalle regole semplici: una delle mie prime scelte per introdurre ai gestione risorse dei giocatori in erba.
    Magnum Sal non è troppo complesso ma ha comunque più regole e dinamiche più complesse, che lo rendono meno adatto a giocatori alle prime armi.

    Detto questo so bene che tu non sei alle prime armi, ma la scelta finale dipende da valutazioni personali. Se ad esempio non sopporti i giochi con i dadi posso dirti che in Magnum Sal mancano, mentre in Stone Age ne fai un uso abbondante (ma i tanti tiri ed il fatto che ne tiri molti assieme tende a mantenere le partite abbastanza controllate). Posso ancora aggiungerti che Stone Age è un po' più breve (in quattro dura massimo 60-90 minuti contro i 90-120 d Magnum Sal).

    Se hai domande più specifiche fammele pure.

  4. ehhhh così me li fai prendere tutti e due… mi servirebbero entrambi se la mettiamo così.
    come è la qualità dei materiali?

    i dadi non mi danno problemi. mi occorre qualcosa da “terreno misto”, che posso usare con gente alle prime armi (non completamente a digiuno) ma che in altre occasioni sia interessante anche per i 4 o 5 giocatori. il dubbio che ho è che dopo poche partite a SA vengano accantonato da questi ultimi.

    rispetto a Yspahan, che ritegno un buon compromesso, come si piazzano i due giochi?

  5. Ammetto di non aver giocato Yspahan quindi il confronto non so fartelo (magari qualcun altro che legge può esserti più utile). In generale secondo me Stone Age è adatto un po' a tutti (esperti, neofiti, uomini, donne, ecc.).

    I componenti sono in entrambi i casi molto buoni e con una grafica curata, ma Stone Age vince sui token (trippoli speciali a forma di cavernicoli e token per legno, oro, argilla e pietra delle forme giuste) mentre Magnum sal è un pò più classico (cubetti in 4 colori e meeple classici).

    PS: entrambi sono per massimo 4 giocatori.

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