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Play – Modena 26 e 27 marzo 2011
26 e 27 marzo, Modena (Modenafiere, vicino all’uscita dell’autostrada) 9-19.30 il sabato e 9-19 la domenica. Segnatevi questa data, perchè ci sarà la nuova edizione (la terza) della Play, il festival del gioco, ovvero ragionevolmente il più grande appuntamento per i fan dei giochi da tavolo nel panorama ludico nazionale.
Sottolineo che la manifestazione nasce come convention , ossia come momento di incontro di appassionati, per cui i contenuti di maggior interesse dovrebbero consistere negli innumerevoli punti gioco organizzati e gestiti da appassionati delle varie forme di divertimento.
Quello che intendo è che potrete recarvi presso la struttura ed avvicinarvi ai tavoli presidiati da componenti dello staff o di organizzazioni o associazioni di giocatori, sedervi e provare i vari giochi a disposizione, se lo desidererete con l’assistenza di persone che vi spiegheranno le regole, così come prenderne in prestito e divertirvi da soli. Nel contempo ci saranno, naturalmente, anche degli stand commerciali, presso i quali potrete prendere visione di novità di editori e/o comprare qualcosa da portarvi a casa. Nel contempo i più appassionati a specifici giochi e/o settori potranno spesso partecipare ai numerosi tornei organizzati dalle varie associazioni interessate dall’evento, garantendo così la possibilità di divertirsi ad ogni livello, sia quindi ai giocatori più occasionali, sia a quelli più competitivi, così come molte case, avendo compreso la rilevanza dell’evento, lo sfrutteranno sicuramente per mostrare le proprie attese anteprime.
Per chi volesse avere un’idea visiva di che si tratti rinvio al reportage della manifestazione dello scorso anno, su questo blog.
Spendo poi poche parole in più per il settore di maggiore interesse per i lettori di questo blog (o almeno per me), ossia quello dei giochi da tavolo, visto che il programma parla della possibilità di provare una infinità di titoli, proposti agli stand delle varie case oppure alla ludoteca. Tra quelli indicati nel programma segnalo (selezionandoli solo perchè mi sono balzati all’occhio in virtù dei miei personali interessi, ma ce ne sono moltissimi altri):
– numerosi tornei organizzati dalla Boardgame League, tra i quali Carcassonne, Vasco da Gama, Wings of War, Ticket to Ride, Quoridor, Jerusalem e Mutant Chronicle ;
– gli stand Lego ;
– gli stand delle principali case produttrici italiane di giochi da tavolo, presso le quali saranno organizzati a loro volta dei tornei ;
– numerosissimi titoli in anteprima.
Una menzione particolare poi per l’Area Autoproduzione, nonchè per lo spazio astratti, nel quale si potranno provare non solo i grandi classici, come gli scacchi, il go, l’othello e via dicendo, ma anche numerosissimi titoli moderni, adatti a tutte le età.
La dimensione della manifestazione è davvero importante e ciò ha consentito di agglomerare all’interno dei padiglioni della fiera moltissimi centri di interesse, con potenzialità di far affluire a Modena migliaia di appassionati.
Per ragioni di sintesi mi limito solo a citare alcune delle molte maxi aree di interesse presenti, inviatando gli interessati a visitare il ben organizzato sito della manifestazione per approfondirne i contenuti e leggerne il programma.
Per dare un’idea segnalo che vi sarà una sezione dedicata ai giochi di ruolo, per i giochi di miniature, per quelli di carte collezionabili, per i giochi dal vivo. Per gli amanti dei video games ci sarà inoltre un apposito spazio, così come uno specifico per le consolle.
Ci sarà inoltre la possibilità di partecipare ai laser game, nonchè alla classica ‘cena con delitto’. Per i più piccoli, sia di età che di spirito, ma non solo saranno poi ancora presenti numerose maxi piste , per le classiche corse automobilistiche.
Ok, mi fermo qua, passando ora la parola all’amico virtuale Liga, il quale, partecipe dell’organizzazione, saprà colmare le mie lacune, facendo a sua volta comprendere come questa manifestazione rappresenti un vero must per gli appassionati del genere. Innanzi tutto un saluto e ti passo la parola, anche per due numeri sulle precedenti edizioni …
Uno degli aspetti da sottolineare è secondo me quello legato agli spazi, che consentono, diversamente da altri eventi, di sedersi comodamente, per quanto tempo lo si desidera, a giocare realmente a tutto quello che si vuole. Correggimi se sbaglio, ma soprattutto spazio libero per convincere gli indecisi a venire .. 😉
Spazi vivibili per giocare. A tutti, editori ed associazioni, chiediamo di creare eventi di gioco perchè PLAY vuole essere una fiera in cui il pubblico gioca e non è spettatore o semplice compratore … per giocare servono occasioni e sopratutto spazi adeguati. Non a casa l’organizzazione prevdere aree di gioco libero (e organizzato) al centro e gli espositori attorno: espositori però che, come detto, hanno spazi e tavoli adeguati per poter fare conoscere i loro giochi.
Nella mia esposizione sono andato volutamente per sintesi, altrimenti diventava un report anticipato .. Sei libero di mettere in maggiore evidenza alcune aree o stand, od eventi specifici che ritieni possano essere di particolare interesse … Per i gamers più appassionati ci sono infatti anche vari spazi dei quali non ho parlato, anche nel dopo cena .. 😉 o volete tenerli solo per voi ?
PLAY è anche cresciuta nel legame col territorio grazie alla presenza di convegni universitari e alla partecipazione attiva e sentita del Comune di Modena.
Bene, spero di aver dato, anche grazie all’aiuto del sempre disponibile Liga, un’idea di ciò che sarà la Play e vi dò appuntamento là, dove sarò a girare tra gli stand o a giocare 😉 Ciao ciao !!
Novità dalle case italiane
L’editore, attivo sia nel campo dei giochi da tavolo, che in quello dei libri e GDR, annuncia l’uscita di una raccolta di avventure per il suo mondo di Sine Requie, le quali saranno contenute nel manuale “L’Urlo dell’Abisso“. Più precisamente le gesta dei giocatori avranno luogo a Nuova Leningrad, all’interno del mondo descritto nel recente Soviet, capitolo dell’ambientazione del Gdr dedicato ai paesi d’oltre cortina.
In preparazione : Belfort
Le carte edificio |
Quattro delle 12 carte gilda |
Preview – Pergamon
Immagine promozionale d’insieme dei componenti |
C’è un regalo per voi – Eleminis
Quattro chiacchiere con Warangelo sull’autoproduzione
Innanzi tutto un saluto ed a te subito la parola, pregandoti di presentarti brevemente ai lettori (per quanto già molti ti conoscano già ..).
Da diversi numeri ho lì l’occaisone di COMUNICARE il lavoro fatto da tanti colleghi. I “frutti” di questo lavoro di “comunicazione per gli altri” si leggono sul Forum che la Tana dei Goblin mi dedica da anni. Nel caso sopra la gratitudine di questi autori a me e a Tangram. O quello che scrivono sulla mia pagina “Fan” di BoardGameGeek (quello a fianco di Angelo è Derk Solko, co-fondatore insieme a Scott Alden di BGG, mentre conegnano ad Angelo la maglia di BGG con il numero 14 di quando giocava Qauarterback e il nome WARANGELO sulla schiena, Essen 2010). Fan come parola mi fa sorridere: sono autori, colleghi, giocatori che scrivono come si sono trovati a richiedere un gioco alla mia email e a riceverlo in qualsiasi angolo del pianeta con un customer care che li ha sorpresi, neoautori che mi hanno chiesto consigli e hanno avuto dati e contatti .. E’ il frutto del lavoro di tanti anni a comunicare non solo se stessi ma anche i compagni di viaggio. Presentarli tra loro, senza paura, anzi con piacere di condividere quel poco che ho capito in questi primi 15 anni nel mondo dei giochi.
Nel mio caso 11 anni di PhotoReport, dal 2000, scritti il giorno seguente ad ogni manifestazione che mi ha ospitato: dagli inviti come Ospite d’ Onore della prima Ideag o alla bellissima Giocomix Cagliari, alle più piccole prime edizioni sparse su tutto il territorio nazionale e non solo, alle collaborazioni ormai costanti con LuccaGames, PlayModena e ancor prima ModCon, alle attuali consulenze come contatti-ufficio stampa-stand per Ludica.
Come non ricordare quel periodo pionieristico, le ModCon a casa di Liga, o la splendida LudicaMente Mantova 2007 organizzata da Camurri… un di lavoro di aratro e semina, nel campo, in mezzo alla gente, quando nessuno dei grandi editori credeva nel “mercato Italia” e nessuno dei nuovi editori che esistono ora esistevano. Sta di fatto che se nei miei PhotoReport del 2000 sono immortalaiti una manciata di eventi e cliccando su 2010 di eventi ce ne sono PhotoReportati una trentina…
E sono felicissimo anche ora perchè vedo tante nuove leve come te Fabio o il Mirko di Lillo con Playtesto.it che per ora sono sopra le parti e continuano come questi vecchi apripista il lavoro onesto di comunciazione per tutti. Io vi auguro col cuore di continuare così come state facendo ora perchè continuando su questa strada vi divertirete per tanti altri anni.
Una bella carrellata, che credo dia l’idea di come tu operi nel settore da parecchio tempo, oramai, avendo maturato una grossa esperienza nel settore, per cui è per questo che ho pensato a te per una articolo specificamente dedicato alla autoproduzione come potenziale strada per i game designer per vedere attuati i propri progetti creativi. Entriamo nello specifico dell’evolversi di Area Autoproduzione. A mio avviso l’autoproduzione ha uno scopo diverso dall’attività classica del game designer che idea un gioco e ricerca qualcuno che lo pubblichi. E’ possibile che in alcuni casi la meta sia la medesima, perchè magari l’idea proposta è stata notata da qualche produttore oppure lo stesso autore, avuto un positivo riscontro, ha deciso di pubblicarla in una scala da editore (intendo almeno un migliaio di copie). Lo spirito di chi si siede ai tavoli della tua Area mi sembra sia più che altro quello di confrontarsi con il giudizio del pubblico, nonchè, nel rimanere a quei tavoli, di divertirsi con un gruppo di amici (gli altri autori in erba), con i quali scambiarsi opinioni e consigli. Tu che vivi continuamente questa esperienza di fiere, che mi dici ?
La mia storia (che ho raccontato spero comprensibilmente nel mio ItalianEnglish anche nell’intervista di Liga) è stata quella di iniziare a far giochi con una spinta assolutamente artistica: come ho scritto il mio primo gioco è letteralmente “nato dai disegni”. A un editore è piaciuto, l’hanno pubblicato, ho visto quanta gente richiedeva le espansioni e ho deciso di autoprodurlo. E dura da 15 anni, seguito da tanti altri giochi perchè mi continuo a divertire a farli e a disegnarli, per me, altre case editrici, colleghi di Area Autoproduzione. In Area Autoproduzione vengono persone così, che hanno foglia di fare, che si sentono di fare, creare, veder realizzata una propria idea. E come hai scritto tu che amano confrontarsi. Tra loro e con quelle che io chiamo “persone normali”. Per intendersi, così che nessuno si possa offendere:) : famiglie, papà con bambini, coppie di fidanzati, insegnati, educatori… Che se prendono in mano un regolamento di “giochi per gamers” fatti dal più accreditato dei “game designers” lo guardano e lo rimettono nella scatola: non capiscono “la nostra lingua” e non ci giocano. Sono scene che ho visto per anni in Ludoteca, a Scuola, in Oratorio, alle Fiere…
C’è una distanza abissale tra il “nostro mondo” e quello normale. Il mondo è MOLTO più grande del nostro piccolissimo mondo. Per fortuna direi:) Mai avrei pensato che Hasbro potesse distribuire un mio gioco, e invece è successo, perchè partecipando per fiere ho conosciuto tante persone e tutto è stato semplice. Il mio gioco era già fatto ed autoproduotto, gli è piaciuto e han detto “ma allora a noi non restra che distribuirlo”… se fossi andato raccontanodo loro la mia bellissima idea tutta da fare non credo sarebbe successo nulla:)
Mai avrei pensato che Cartiere Pigna postesse fare una Linea Scuola con le illustrazioni di un mio gioco, le hanno semplicemnete viste a una fiera perchè ero lì, distribuita in un numero di copie inimmmaginabile per un gioco da tavolo in Italia. Anche quello, con la prima distribuzione in edicola che la gente si ricorda ancora adesso (bambini allora che adesso sono genitori!) e poi con Hasbro sono stati veicoli incredibili per farmi conoscere tra la gente normale.
SE vogliamo aprirci a quel mondo che io vedo ad ogni Area Autoproduzione, intendo gli autori e la gente che ci viene naturalmnet e a trovare, dobbiamo un po’ rinunciare al nostro ego di dover apparire sulla rete e di VIVERE un più di più con la gente semplice che non scriverà mai commenti o giudizi eccelsi su nessun sito… perchè non ne ha il tempo ne’ l’attitudine. Ho visto scene di gente sconfortata perchè non lo pubblicavano e poi alle stelle perchè lo pubblicavano e poi di nuovo sconfortata perchè il suo gioco l’editore non lo seguiva più, sommerso in un catalogo di non so quanti mila altri titoli… gente grande, a cui voglio bene, ma senza forse una base di “realtà” alle spalle.
Vi piace fare giochi per Gamers? Seguite l’iter delle case editrici, accettando quel meccanismo. Vi piace fare giochi? Partecipate alle Fiere, dal vivo e imparerete mille volte di più che stando dietro a un computer. Una telefonata, una vista a un progetto dal vivo è mille volte più immediato che tremila email, ottime per contattare, sconsigliate per spiegarsi e far progredire un lavoro. In Area Autoproduzione si sono da sempre visionati prototipi, ottimizzati fogli di stampa, trovati i contatti, con organizzatori di eventi, illustratori, stampatori, fornitori di pedine di ogni tipo, fino a collaborare con Cartamundi e ancor prima con Spielmaterial per avere nelle possibilità anche questi collaboratori di altissima profesisionalità internazionalmente riconosciuta. E avere contatti e collaborazioni con non so quante fiere che invitano ed ospitano questa idea in un numero sempre crescente da non so quanti anni.
Io lascio valutare al tempo: una cosa che funziona: Gioco , idea, Area, Persona… s etrova un suo equilibrio cresce, va avanti. Se no smette di esistere, fine: non ci sono grossi problemi, il tempo è un giudice fantastico, se funziuoni prosegui se non trovi il tuo equilibri quella strada non va bene. Se per voi è “uno sbattimento” partecipare dal vivo a tutte queste occasioni i incontro è ovvio che per voi non è questa la strada da seguire.
Se invece VI PIACE, fatelo, se vi divertite continuerete a farlo se no smetterete, il mondo continua a girare l stesso con o senza me o voi o qualsiasi Area o editore o gioco 🙂 A voi scegliere: fate quello che vi piace fare, nel modo che vi fa sentire più contenti.
Il dato più importante per tutti è il Calendario, penso che vedere la trentina di fiere del 2010 e i prossimi inviti confermati del 2011 tra cui alcune novità come S. Marino, siano dati e numeri che parlano da soli 🙂 Se non vi bastano, divertitevi a vedere i PhotoReport pubblicati dal 2000 qui e potrete leggere, vedere, gustare da quanto Area Autoproduzione è attiva e quanti autori, giochi, fiere e giocatori sono stati comunicati grazie ad questa idea e ai PhotoReport che realizzo:)
Diamo il giusto tempo a tutti e vedremo col tempo chi sa lavorare bene e chi dice di fare giochi:)
Norimberga 2011 e dintorni – V parte
Tuonela
Altra piccola casa, questa volta a stelle e strisce: il gioco che ha attratto la mia attenzione è Area code 718, the game, ideato da JP Styles. Si tratta di un titolo apparentemente semplice, basato sul concetto del tris, ma elaborato in modo simpatico. L’idea è che i vari segnalini che compongono il gioco, i quali indicano i numeri 7, 1 ed 8, stampati su dischi di metallo (tipo pins) devono essere collocati in modo tal da formare combinazioni di 718 allineati, ottenendo punti di conseguenza. Non mi dilungo qui a spiegare il funzionamento del gioco, visto che è uno di quelli che si imparano in 30 secondi e che per spiegarli, senza avere niente davanti ci si mette mezz’ora. Sul sito della casa c’è anche una versione ‘solitario’ giocabile online, per provare il gioco e capire che poi può non essere così banale. Nel navigare sul medesimo sito ho poi trovato un altro solitario, 4 corners, questa volta (credo) solo per computer: si tratta di un puzzle game nel quale si stimola la capacità di vedere al volo facili schemi. Per chi volesse provarlo, dò come riferimento un mio punteggio, dopo un paio di partite, di 100.000 punti, giusto per avere un riferimento.
Editrice Giochi
Tra i titoli che compaiono nel catalogo 2011 della notissima casa editrice italiana segnalo che, tra le pagine etichettate come ‘gamer‘, vi è notizia di due nuovi giochi (ideati dal vulcanico Spartaco Albertarelli) della neonata serie Tankattack. Il primo, Tankattack boardgame, è un wargame leggero, nel quale i giocatori saranno chiamati a confrontarsi su di un tavolo di gioco costituito dall’assemblaggio di tessere esagonali di tre tipi di terreno (pianura, foresta e colline), sul quale, in corrispondenza di incroci di tre esagoni, saranno collocati appositi dischi ‘città’.
Una panoramica dei componenti di gioco |
Ognuno avrà in dotazione poi il proprio set di carri armati (come quelli del risiko) e la partita procederà nel reciproco tentativo di eliminarsi a vicenda posto dai giocatori.
Tra le regole base vi sono l’ottenimento di rinforzi in numero di un carro per ogni tre territori ed uno per il controllo di ogni città, l’eliminazione del giocatore in caso di conquista del territorio con il proprio QG (che è però spostabile in ogni turno), il numero massimo di sei carri per ogni terreno, combattimenti gestiti con il tiro di un dado (a sei facce) per ogni carro (qui si eliminano gli avversari se si fa un numero superiore al numero dei carri presenti in difesa e poi – tirando un dado solo per chi resta in vita dei difensori – in attacco, oppure se esce l’apposito simbolo, presente al posto dell’1 sul dado). Ci sono poi bonus legati al tipo di terreno dal quale si attacca o difende e possibilità di reroll per chi difenda il proprio quartier generale. Le meccaniche del combattimento restano quindi piuttosto leggere, con numerosi tiri di dadi, ma si fa strada il concetto di ‘modificatore’, di terreno e via dicendo, contribuendo il tutto ad una esperienza di gioco più profonda del classico Risiko (o almeno questa sembra essere la mira).
Il secondo titolo della serie, Tankattack, cardgame, è invece un gioco decisamente più semplice, che personalmente mi ricorda le meccaniche di un gioco di carte che giocavo da piccolo (lo chiamavamo ‘Guerra’ e consisteva nel girare in contemporanea due carte tra quelle che si avevano in mano, vincendo chi aveva il numero più alto).
Ecco qui l’elenco dei materiali di gioco |
Qui sono stati inseriti diversi elementi tematici, comparendo sullo sfondo una ipotetica guerra per il controllo degli Stati Uniti, ma resta comunque un titolo che si propone un target più ‘basico’ di quello del fratello boardgame.
Anche in questo titolo, tra i materiali, compaiono i mitici carrarmatini di plastica della EG.
Le istruzioni dei due titoli sono disponibili online, qui quella del boardgame e qui quella del gioco di carte.
Preview – Pastiche
Classica visione d’insieme promozionale dei materiali |
Intendiamoci, però, intendo dire non che abbia intimamente a che fare con i dipinti utilizzati con finalità coreografica nelle tessere ‘commissione’, ma solo che il gioco verte in profondità sull’uso dei colori e sulla capacità dei giocatori di vedere al volo le loro combinazioni. Nel piazzare le tessere infatti, per quanto siano solo due a disposizione, ogni giocatore deve ragionare su quali colori riuscirà a mettere a contatto e di conseguenza su quali carte riuscirà di conseguenza ad ottenere, il tutto nel tentativo di completare i set di carte richiesti dalle tessere commissione. La cosa può risultare, alla fine, meno banale di quanto non possa apparire e richiede, sicuramente, uno sforzo di memorizzazione della ‘carta dei colori’ (vedi sopra la scheda di aiuto con le combinazioni), almeno per chi non le conosca già.
Personalmente la cosa crea delle difficoltà, visto che l’unica combinazione che conosco, per averla odiata sin primi anni dalle elementari, è quella tra il blu ed il giallo, visto che quando disegnavo il classico paesaggio il sole (giallo) mi diventava verde quando non stavo attento con il blu del cielo .. Si sarà capito che date le mie limitate capacità artistiche ove decidessi di dedicarmi a Pastiche il gioco avrebbe per me un contenuto didattico, aiutandomi, forse (ma forse è troppo tardi) a memorizzare definitivamente le tabelle di combinazione dei colori che attualmente ignoro (quando pitturavo le miniature ricorso che avevo un gran numero di colori, proprio per evitare di dover mescolare troppo .. il mio limite era quasi il grigio ottenuto da bianco e nero ..).
Sfrutto poi la disponibilità dell’autore per parlare con lui del gioco, con approfodimenti sulla sua evoluzione, spirito e regole.