Provati ad Essen: i filler

scritto da Bernapapà

Anche quest’anno ho avuto il piacere di andare ad Essen con Fabio (Pinco11), in una 4 giorni veramente esaltante! Abbiamo provato un sacco di cose, dai filler ai cinghiali, passando anche per qualche family, dove, però, non abbiamo trovato granché. In questa breve carrellata vi parlerò dei filler che abbiamo provato, cercando di essere il più sintetico possibile, per descriverveli tutti in poche parole.
 Ecco la lista: I Know; Going going, GONE; Continental Express; Zen Garden; Wooolf!; Kumbu; Cappuccino; Kenya; Ugo; Longhorn; Ring-o Flamingo; Handler Karibik; AttrAction; Cuatro; Skull and Roses.

Partiamo con il primissimo gioco: I Know (o come diavolo si chiama: non l’ho ritrovato nemmeno su BGG). Ad essere sinceri ci siamo seduti al tavolo solo perché il tavolo era libero e la presentatrice carina.
Figuratevi che si tratta di un guess game… in tedesco! Si, certo, le domande ce le ha fatte in inglese, ma alcuni argomenti erano un po’ prettamente teutonici! L’idea è che si gira su 4 aree di interesse: sport, geografia, spettacolo e attualità.
Ogni giocatore tenta di trovare la riposta esatta utilizzando 1, 2 o 3 domande: inoltre si deve puntare preventivamente sulla correttezza o meno delle risposte che daranno gli altri giocatori. Insomma una vera chiavica!

Invece Going, going, GONE di Scott Nicholson per Stronghold Games ha un suo perché. Si tratta di un party game in cui ognuno deve collezionare set di carte (6 nazioni diverse per 6 oggetti diversi) accaparrandosele in una riffa che si effettua in questo modo.
Ognuno ha una ventina di cubetti, ed al centro del tavolo si trovano 5 scodelle affiancate. Vengono scoperte 7 carte (una per scodella, con due raddoppi per le scodelle più esterne) e, in un tempo di 10 “secondi” scanditi a piacimento dal battitore, si riempiono le scodelle con i propri cubetti. Allo scadere dello 0 un cartone viene violentemente posato sulle scodelle in modo da chiudere la riffa istantaneamente. Chi ha messo più cubetti nella scodella si aggiudica la/le carta/e, perdendo i propri cubetti; gli altri si riprendono i propri cubetti. Set di carte uguali permettono di ricomprare i cubetti. Alla fine del giro dei battitori, chi ha più cubetti vince (ovviamente vendendo prima le carte). Idea molto bella: realizzazione non un granché (si poteva far di meglio con le carte). Il bello è che il gioco è completamente riproducibile a casa!

Di Continental Express, di Charles Chevallier, per Bombyx, colpisce la produzione: scatola metallica e carte magnificamente disegnate e di materiale superlativo. Peccato che la meccanica ricordi un po’ Fotosafari!
Lo scopo del gioco è collezionare set di vagoni definiti nelle carte obiettivo comuni; le carte le si pescano da tre mazzi di cui si scoprono tre carte: la prima è gratuita, la seconda costa 1 e la terza 2. A turno si pescano queste carte che possono essere treni, soldi o facilities. Il primo che raggiunge un tot di punti (gli obiettivi sono differenziati) ha vinto. Tanto belli i materiali, quanto bruttino il gioco!

Zen Garden, di Jean Vanaise per Mayfair, è un gioco di piazzamento tessere: ognuno riceve un obiettivo segreto, che consiste nel dover formare determinate figure geometriche con le tessere dello stesso tipo: se la figura creata è inoltre del tipo “raccomandato”, si prendono punti in più.
Ad ogni turno si pesca una tessera e la si piazza: esistono anche tessere jolly, che possono essere utilizzare per terminare la figura obiettivo, ma il loro utilizzo fa guadagnare meno punti.
I materiali sono molto semplici e lineari, in perfetto stile Zen: le meccaniche sono astrattissime, ed in definitiva niente di nuovo, ma abbastanza piacevole da giocare.

Wooolf! di Bono Light per Smiling Monster (Al lupo al lupo) l’abbiamo provato perché era entrato momentaneamente nella classifica FairPlay. E’ un gioco di deduzione dei ruoli assegnati, ad ambientazione lupesca. Ad ognuno vengono assegnate 2 carte con due personaggi: si è obbligati a personificare il personaggio con il numero più elevato. I possibili personaggi sono: la pecora (1), il cane (2),  il monello (3), il cacciatore (4) ed il lupo (5). Su ogni carta personaggio, oltre al personaggio stesso e al numero, è presente un riquadro, che può contenere il personaggio stesso oppure un punto interrogativo.

La pecora deve indovinare chi è il cane e chi è il cacciatore; il cane deve individuare il lupo ed il cacciatore; il cacciatore deve scoprire chi è il cane e chi è il lupo; il monello deve identificare il lupo e la pecora, mentre il lupo deve solo scoprire la pecora. Le azioni possibili sono 3: guardare una carta dell’avversario, indicando agli altri, tramite un talloncino, quello che ha visto nel riquadro della carta (quindi eventualmente il ?): l’unico che può mentire è il monello, che può dire di aver visto il lupo anche se non è vero (è il famoso ragazzaccio che grida sempre al lupo al lupo…). La seconda azione permette di chiedere, tramite carte, informazioni sul personaggio (tipo: hai una pecora fra le carte,oppure sei uno tra il cacciatore, il monello e il lupo). La terza azione è ipotizzare i personaggi dei propri obiettivi, utilizzando una simpatico meccanismo a ruota a due cerchi. Chi ha indovinato i due personaggi (è possibile dire anche non che non sono presenti al tavolo) prende punti, che si raddoppiano se si è tra i primi ad effettuare le “accuse”.
Il gioco è sostanzialmente un deduttivo alla Cluedo: simpatico, quindi, anche se la realizzazione, bella, ha fatto lievitare il prezzo… bel gioco ma forse 20 eurini la meccanica non li vale…

Kumbu (di Meis/Merkx per Rielekst) è un  Perudo con le carte. Gioco semplice che adotta le identiche meccaniche di Perudo: le carte sono numerate e double-face, con numeri diversi sulle facce. Ad ognuno viene distribuito un certo numero di carte – 5 mi sembra – che sono visibili a tutti solo da un lato. Poi si inizia a puntare dicendo: sul tavolo (fra scoperte e coperte) ci sono tre 4: a quel punto si può rilanciare alzando la posta (tipi ci sono quattro 4, oppure ci sono tre 5), oppure si può non credere al banditore e si scoprono tutte le carte: i vincenti prendono una carta in più, mentre i perdenti ne perdono una, fino a quando tutti, tranne uno, hanno perso tutte le carte. Se vi piace Perudo potrebbe essere una “variante” interessante.

Cappuccino (di Charles Chevalier per Matagot) è formato da 48 bicchieri esagonali in 4 differenti sfumature (dal beige al marrone scuro): gioco astrattissimo dalla meccanica veramente semplice: in pratica una dama senza scacchiera: i bicchieri sono tutti capovolti e accostati. A turno, usando il proprio colore, l’unica mossa possibile è mangiare sia un propria pedina che quella di un avversario: mangiare significa sovrapporre la propria all’altra: in questo modo ho una dama da due, e se mangio un’altra pedina diventa una dama da tre. L’unco vincolo è che posso mangiare solo pedine o dame limitrofe di un’altezza al massimo pari alla mia. Alla fine i giocatori sovrappongono tutte le proprie dame e chi ha la dama più alta è il vincitore. I materiali sono veramente belli (plastica spessa ed un po’ gommosa), ma la cosa geniale è veramente l’idea: è riproducibile anche con i bicchieri di carta (o le coppette del gelato) di colore differente: provatelo, non è affatto male.

Di Ugo e Kenia vi parlerà Nero in maniera approfondita (è lui lo sponsor di quei giochi!)

Avete mai giocato al luna park a tirare gli anelli attorno al collo delle paperelle? Ecco la versione casalinga: Ring-o Flamingo (Ravensburger): gioco coloratissimo per bambini, dove sulla scatola vengono piazzati 7 pellicani rosa e due coccodrilli in piedi. Ad ognuno è distribuita una barca di plastica ed un certo numero di anelli colorati: la barca contiene un dente per poter lanciare gli anelli facendo leva sul dente (non è ammesso il lancio libero): chi riesce a mettere a segno il maggior numero di anelli è il vincitore.

Die Handler von Karibik merita una recensione a se, che leggerete a breve.

AttrAction (Glickman per R&R Games) è costituito in pratica da un insieme di pietre metalliche calamitate, a forma vagamente ovoidale, ma con due lati piatti. Più che un gioco è tutti i giochi che posso fare con quel materiale. Noi abbiamo provato semplicemente il gioco di sparpagliare i pezzi sul tavolo e lanciare la propria pietra, provocando delle aggregazioni automatiche: il guadagno è l’aggregazione più grande formatasi. Si continua così, finché non si esauriscono le pietre sul tavolo: chi ne detiene il maggior numero è il vincitore! Essendo un gioco di giochi, le possibilità di sbizzarrirsi sono molte, per chi piacciono i giochi “fisici”.

L’ultimo gioco provato in fiera è stato Cuatro (Jurgen Grunau per Noris): il poker con i dadi, che si risolve con un piazzamento di casette su tabellone. Il primo che fa tris ha vinto. Il tabellone è suddiviso in celle, e ad ogni cella è associata una risultato del lancio dei 5 dadi a disposizione: scala, dice (5 numeri uguali), poker, full, tris e doppia coppia. E’ possibile rilanciare i dadi fino a 3 volte. Sulla base del risultati finale, si piazza una casetta, su una casella libera, oppure su una casella occupata dall’avversario (è possibile sempre utilizzare un risultato inferiore a quello ottenuto). Il primo che mette tre casette in fila ha vinto. Carino ma niente di nuovo.

Terminiamo con un simpatico gioco provato all’aeroporto sulla strada del ritorno, grazie ai simpatici amici della Tana di Bologna. Si tratta di Skull and Roses (di Hervè Marly per Granna), ovvero un gioco di bluff fatto con i sottoboccali. Il materiale è rappresentato da 24 dischi di cartone (tipo proprio quelli dei sottoboccali) divisi in 6 colori e disegni diversi (quindi 4 a giocatore), più sei basi quadrate che hanno il solo scopo di contare le scommesse vinte. Sul lato nascosto dei dischi abbiamo rappresentato in un disco un teschio e negli altri tre una rosa. Si tratta di un gioco di bluff: tutti giocano al buio un disco: poi  a turno si giocano altri dischi, finché qualcuno non inizia a scommettere, dicendo, ad esempio, che scoprirà 3 rose: i giocatori seguenti possono passare o alzare la posta (puntando, ad esempio, su 4 rose). Quando tutti hanno passato, il chiamante comincia a girare dischetti partendo da quello in cima alla propria pila, e proseguendo come vuole (dalla propria o da quelle degli altri). Si ferma se trova un teschio (e perde) o se scopre il numero di rose che aveva dichiarato: in questo caso, vince la scommessa; se invece perde, deve dare via uno dei suoi dischetti: se li perde tutti, esce dal gioco. Il primo che vince due scommesse è il vincitore. Devo dire che questo gioco, per gli amanti del genere, è veramente bello! Intrigante ed interessante nell’aspetto psicologico e di rischio. Ovviamente anche questo è riproducibile a casa con qualsiasi materiale (o recuperando sottoboccali, oppure anche con le carte). C’è da dire, però, che l materiale è carino assai: in somma, un bel giochino!

Concludendo, devo dire che anche i filler sono stati all’altezza, chi più chi meno, della bella esperienza ludica trascorsa!

— Immagini tratte dai siti delle rispettive case e/o da manuali o dalla fonte citata nell’articolo. I diritti sui giochi citati spettano ai rispettivi autori ed editori. Le immagini saranno rimosse su semplice richiesta ove non ne sia gradita la messa online qui.

10 comments on “Provati ad Essen: i filler

  1. Ciao, solo una piccola (e inutile) precisazione: il gioco si chiama iKNOW tutto attaccato, in questo modo lo si ritrova anche su BGG 🙂

  2. Leggo sempre con attenzione bernapapa con il quale concordo spesso… Anche se lui non mi conosce 🙂
    Ma stavolta dissento, questi filler sono veramente insipidì e scialbi, l'unico decente e' handler del karibik e per i bimbi ringo flamingo, il resto roba da dimenticare
    Giuseppe gessa

  3. Sbagliato ! 😉 L'ho acquistato (nuovo) il 29 ottobre dall'utente Spielesammler su Boardgamegeek. Questo è il link: http://www.boardgamegeek.com/geekstore.php3?action=viewitem&itemid=532019
    Le spese di imballaggio e spedizione (dalla Germania) sono 5,50 eur + 0,70 se paghi con paypal. Pagando con un bonifico costa qualcosa in meno, ma si allungano i tempo. Pagando con Paypal è arrivato dopo una decina di giorni. Sul link dove l'ho acquistato, è ancora disponibile… 😉

    Aldo

  4. Fabio ma HdK è quello che abbiam giocato l'altra sera? Beh, carino dai.
    e invece come si chiama quello delle scommesse attacco/difesa/commercio?

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