[Party Game] Prendi la parola – Recensione

scritto da Bernapapà

La gloriosa casa Editrice Giochi continua a sfornare Party Games, con l’intento di avvicinare e fare divertire il grande pubblico. Oggi ci occuperemo di Prendi la parola, gioco (ideato da Spartaco Albertarelli) per tutta la famiglia uscito nel 2011, per almeno 3 giocatori, che non è altro che la trasposizione su GdT, con alcune frizzanti modifiche, del giocatissimo “Nomi, Cose, Animali…” (da noi si chiama così, ma so che altrove ha altri nomi), conosciuto e giocato da tutti ed a tutte le età. Merito dell’ideatore aver introdotto un meccanismo di punteggio e di scelta del tema, che lo discosta un po’ da quello che si fa su carta.

Materiali e regole

La dotazione del gioco prevede una serie di carte, contenenti ognuna 4 argomenti diversi, numerati da 1 a 4. Abbiamo poi una trentina di talloncini, contenenti il punteggio da assegnare (anche negativi), e tutte le lettere dell’alfabeto (quello inglese), rappresentate da talloncini colorati, sormontati su dischi di plastica, in grado di nascondere i talloncini del punteggio. Blocco-notes per i punti, matita e clessidra terminano la dotazione.

Piccola nota di demerito sulla qualità dei materiali: quando le lettere vengono incastrate sopra i supporti, la scatola non contiene il materiale per bene (maledetti form in plastica), e le carte, che avrebbero un loro alloggiamento, sono di una dimensione leggermente maggiore, per cui non ci stanno comodamente (ma dove l’hanno prodotto… in Cina?!?!?).

Le regole sono estremamente semplici. La preparazione del gioco consiste nello scegliere casualmente un talloncino punti da inserire sotto il supporto di ogni lettera. che verrà poi messa in mezzo al tavolo. A turno ogni giocatore fa il “presentatore” del gioco, che consiste nel far scegliere segretamente su quale argomento si giocherà (ossia: il primo giocatore dopo il presentatore sceglie un numero da 1 a 4): enunciato l’argomento si gira la clessidra, ed il primo giocatore, nel tempo della clessidra, dovrà dire il maggior numero di parole legate all’argomento selezionato, che iniziano con le lettere che ancora sono presenti sul tavolo: detta una parola (ed accettata da tutti), il giocatore si prende quella lettera, guadagnando i punti celati sotto la lettera stessa.

Finita la clessidra, se ci sono ancora lettere sul tavolo, si passa la secondo giocatore… finché non finiscono le lettere o nessuno riesce a trovare una parola per le lettere ancora in gioco. La manche termina con il conteggio dei punti di ognuno, riportati sul foglietto del blocco. Terminata la manche, il presentatore diventa il giocatore alla sinistra e si inizia una nuova manche, preparando il gioco come all’inizio. Quando tutti hanno fatto il presentatore almeno una volta, il gioco termina (ovviamente è possibile fare più giri…).

Considerazioni

Il gioco fa della semplicità il suo punta di forza! In pratica sono state ortogonalmente girate le regole del “Nomi, Cose, Animali”, nel quale si sceglieva la lettera, e gli argomenti erano fissi. In questa trasposizione, invece, si scelgono gli argomenti, e si devono trovare le parole per tutte le lettere. Ritengo questa idea più frizzante, rispetto al gioco normale. I punteggi inseriscono un forte elemento aleatorio, che fa un po’ da contro altare all’altro elemento aleatorio presente nel gioco: la scelta degli argomenti. Infatti se sei il primo giocatore e ti capita un argomento semplice, riuscirai a prendere un sacco di lettere… ma potresti prendere qualche punteggio negativo o addirittura il talloncino che ti azzera completamente il punteggio per quella manche!

A lungo andare il caso dovrebbe distribuire equamente le possibilità, per cui chi è più svelto in questo gioco, avrà più chances di vittoria… ma non è detto. Insomma: il succo del gioco non è vedere chi vince, ma arrovellarsi nel cercare le parole all’interno del tempo della clessidra, magari polemizzando con gli altri giocatori per quella parole che non centra poi moltissimo con l’argomento (le diatribe si dirimono a maggioranza!). Un party game tout curt, da tirare fuori quando si ha poco tempo e molta gente poco avvezza all’apprendimento di regole anche minime. Questo gioco non lo si spiega: lo si gioca! Semplice, veloce, giocabile da tutti: cosa chiedere di più ad un party game?

Se siete interessati, lo trovate su egyp.it