Recenzione di Origo (retrospettiva Kramer), scritta da polloviparo
L’illustrazione sulla confezione ci racconta quello che è il tema del gioco e, purtroppo, è l’unica cosa a farlo, visto che, per quanto vedendo i guerrieri armati di scudo e lancia già possiate pregustare ipotetici scontri epici, sappiate che il gioco è estremamente astratto: non presenta praticamente illustrazioni e sulla plancia di gioco è rappresentata un Europa particolarmente “stilizzata”. Al posto dei cubetti troviamo degli scudi in cinque diversi colori, di tonalità piuttosto spente ed in alcuni casi anche vicine fra loro.
Va premesso che la plancia presenta un sistema di assi cartesiani, con colonne sono contraddistinte da un numero e le righe da una lettera: alcune carte non fanno altro che indicare una data riga o una data colonna, permettendomi di aggiungere uno scudo rispettivamente sulla riga o sulla colonna corrispondente, altre mi permettono di giocare uno scudo in posizione adiacente ad uno scudo precedentemente posizionato, altre ancora di giocare in uno spazio a mia scelta di una specifica nazione.
Le carte raffiguranti un vascello (ah già, un’altra illustrazione c’è dopotutto… 😉 ) mi permetteranno di aggiungere uno scudo ad uno spazio di mare.
Ogni giocatore nel proprio turno dispone di quattro azioni che può compiere nell’ordine che preferisce, le quali vanno dal piazzare un nuovo scudo sulla plancia (spread up), all’attaccare uno scudo appartenente ad un altro giocatore (attack), al muovere uno scudo su un altro spazio (migrate) allo spostare gli scudi che occupano gli spazi di mare (sail).
Con l’azione “sail” posso spostare tutti gli scudi che occupano uno spazio di mare su uno spazio libero adiacente (di terra o di mare) mantenendo la possibilità di “scavalcare” i propri scudi. Ogni volta che piazzo tre o più scudi adiacenti fra loro ortogonalmente genero un clan.
Vediamo come si calcolano i punti.
Ogni volta che una nazione è completamente riempita, il giocatore che ha occupato l’ultimo spazio ottiene punti. Ogni 4 round tutte le nazioni vengono conteggiate sulla base delle maggioranze (con un sistema simile a quello di El Grande). I Clans assegnano punti a seconda della loro estensione ed infine si conteggiano gli scudi presenti sugli spazi di mare (1 punto per ogni scudo, più 1 / 2 punti sulla base di chi ne possiede maggiormente.)
Il difensore può fare altrettanto. Ogni carta vale 2 punti. A queste, ognuno dei giocatori coinvolti, somma gli scudi presenti sulla plancia di gioco, adiacenti ortogonalmente a quella posizione. Ogni scudo aggiunge un valore di 1. Chi ottiene il punteggio maggiore guadagna la posizione.
Considerazioni personali
Mi limiterei ad una singola considerazione, ossia: “non tutte le ciambelle escono col buco”. Generalmente apprezzo molto i titoli di questo autore, ma non nego che Origo mi abbia lasciato qualche perplessità.
Le meccaniche non presentano nulla di nuovo e a mio avviso sono presenti sul mercato mille altri titoli che le utilizzano in modo migliore: non sono solito esprimere giudizi numerici, ma in questo caso diciamo che il titolo raggiunge a stento la sufficienza e nulla più.
Una curiosità
Stranamente un altro gioco dello stesso anno “Oregon” di Henrik Berg e Åse Berg, presenta meccaniche molto simili. Sebbene non sia un gioco di maggioranze e controllo del territorio, troviamo un sistema di piazzamento card-driven basato su un sistema di cordinate cartesiane e gruppi di tre omini adiacenti ortogonalmente generano dei “clans” che assegnano punti. Che ci troviamo d’innanzi ad un caso di spionaggio industriale ?
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