Ninjato – Recensione

 scritto da polloviparo.
Di questi tempi non si fa altro che parlare dei titoli presentati alla recente fiera di Essen.
Oggi voglio andare un po’ controcorrente e spendere due parole su un titolo dell’anno scorso, passato per alcuni versi un po’ in sordina.
Si tratta di Ninjato di Dan Schnakee Adam West, illustrato da Drew Baker e Peter Gifford.
E’ un gioco di cui non si è parlato più di tanto, eppure piano piano ha saputo ritagliarsi il suo pubblico guadagnando consensi e occupando oggi la 284° posizione della classifica di BGG., non male se consideriamo che il database contiene quasi 62.000 titoli…
Il gioco è per 2-4 giocatori ed è totalmente indipendente dalla lingua (fatta ovviamente esclusione per il regolamento).
Se qualcuno di voi ha avuto occasione di leggere qualcosa, con molta probabilità, avrà visto paragonare il titolo a Stone age.
Il paragone non è assolutamente fuori luogo, esistono anche molte recensioni sotto forma di comparativa tra i due titoli.
E’ innegabile che sebbene Stone age sia ambientato nell’età della pietra e veda come protagonisti uomini primitivi, mentre Ninjato sia ambientato nel 12 secolo in Giappone e veda come “attori principali” i ninja, i due giochi appartengano alla stessa categonia “Mid-weight euro” (per dirla all’inglese) e condividano molte meccaniche.
Mi sentirei quasi di azzardare che Ninjato potrebbe essere considerato un’implementazione di Stone Age, prendendo alcune dinamiche ed elevandole su nuovi livelli.
Di fatto, anche se in un caso (Stone age) parliamo di piazzamento lavoratori, mentre nell’altro (Ninjato) parliamo di “Shuriken placement”  il risultato non cambia.
Si tratta fondamentalmente, in entrambi i casi, della “gestione della fortuna” che passa attraverso l’utilizzo di dadi per procurarsi risorse o il tentativo di assaltare delle abitazioni per procurarsi tesori.
In Ninjato tale aspetto, seppur non esente dal tocco della dea bendata, assume molto di più un aspetto di “azzardo controllato”, risultando più gestibile (almeno all’apparenza).
Ma andiamo per gradi e vediamo di analizzare i diversi punti:
Gameplay
Come sempre non ho intenzione di spendere troppe parole sul regolamento che potete consultare comodamente qui.
Volendo comunque descrivere in maniera sintetica il gioco, per chi non lo conosce, diciamo che i giocatori vestiranno i panni di Ninja…
Ci scusiamo con il gentile pubblico ed interrompiamo l’articolo per riportare la definizione di Ninja, direttamente presa da Wilkipedia.
Questa operazione, rientra nelle manovre per la diffusione della cultura, promosse dal Govern… ehm dal blog, allo scopo di divulgare la conoscenza anche in ambiti al di fuori di quello ludico.
Chi scrive, è tuttavia conscio, che il risultato di questa operazione, sarà che tutti salteranno la parte scritta in corsivo, per continuare la lettura subito sotto. 😉
Ninja è un termine giapponese che indica una spia del Giappone feudale (dal 1185 al 1868 circa). Il ninja è per definizione l’esperto nelle tecniche militari di strategia e intelligence che prendono il nome di ninjutsu e che hanno una lunga storia.
I ninja portavano abiti neri per la notte e abiti di colore marrone-cachi per le ore del giorno: lo sappiamo grazie ad esemplari autentici conservati nel museo Ninja di Iga-Ueno. Erano esperti di arti marziali e la preparazione fisica meticolosa occupava gran parte della loro giornata. All’occorrenza, un Ninja poteva fungere da sicario e compiere un omicidio mirato, ma non stragi come ormai consueto pensare nell’immaginario collettivo. Essi, poi, non erano soltanto delle spie. Oltre allo spionaggio vero e proprio, costoro erano esperti di sabotaggio, tortura, ed appunto, l’eliminazione fisica degli avversari (omicidio mirato), azioni tipiche dei commando. Praticavano le arti marziali ad alti livelli. Erano, in breve, polivalenti. Non di rado, avevano compiti di polizia per il mantenimento dell’ordine pubblico, oppure costituivano una specie di servizio segreto alle dipendenze del daimyo locale. Infine, spesso, erano pure investiti del compito di guardia del corpo dello shogun: una specie di guardia pretoriana nipponica.
… con l’obiettivo di assaltare una delle cinque abitazioni, controllate da uno dei tre clans disponibili, nel tentativo di procurarsi dei tesori.
Per assaltare una casa il giocatore deve giocare una shuriken in corrispondenza dell’abitazione scelta.
Le abitazioni sono protette da guardie che possono essere sconfitte grazie all’utilizzo di carte Dojo (che riportano valori da 1 a5, con il 3 che può essere giocato anche come modificatore +/-1).
Le guardie riportano tutte un valore. Nel caso si decida di sconfiggerle grazie alla propria furtività, occorrerà giocare una carta di valore inferiore al numero riportato sulla carta guardia, in caso si decida invece di sconfiggerle grazie alla propria forza, si dovrà giocare una carta dal valore superiore.
Le carte Dojo possono essere pescate sia dal mazzo coperto che da un pool di carte scoperte, giocando una shuriken nel Dojo (siate sinceri…non l’avreste mai detto!!!).
Generalmente al giocatore è permesso avere una mano piuttosto “coerente” con il tipo di attacco che decide di portare a termine.
Il valore intermedio, cioè il 3, fungendo anche da modificatore, permette di aggiustare il tiro in qualche occasione “sfortunata”.
Diciamo comunque che l’attacco vada a buon fine, il ninja guadagna la possibilità di prendere il tesoro con il valore più basso fra quelli disponibili (il valore dei tesori è rilevante, in quanto ogni volta che vengono scambiati per un qualsiasi motivi, attribuiscono i punti corrispondenti).
Ed ecco dove entra in gioco l’azzardo, può decidere di fermarsi e portare a casa il bottino, oppure di sfidare una nuova guardia (per procurarsi un ulteriore tesoro) che sarà pescata da un mazzo coperto.
Nel caso uno degli attacchi successivi al primo non dovesse andare a buon fine, si perderanno tutti i tesori tranne uno e si saranno quindi sprecate delle carte Dojo.
Fra le guardie possono intervenire delle unità di Elite, molto più forti, che, se sconfitte, assegnano punti a fine partita.
Il giocatore è comunque preavvisato dell’imminente arrivo di questa tipologia di guardie, quindi nella possibilità di decidere se portare avanti l’attacco, oppure ritirarsi.
Nota di colore, se si decide di continuare l’attacco, si deve pronunciare la parola “banzai” 😉
Una volta esauriti i tesori delle abitazioni, le case sono disonorate e si deve cambiare il clan di appartenenza (variandone anche il valore).
Come ogni worker placamento che si rispetti, sono presenti ovviamente altre locazioni dove è possibile giocare i propri lavoratori… ehm scusate volevo dire le proprie shuriken!
Nel Sensei è possibile padroneggiare stili diversi di arti marziali che conferiscono bonus in forza o agilità, rendendo più facili gli assalti.
Si tratta di abilità che possono essere utilizzate una volta per turno con l’usuale tecnica del “tappare” le tessere.
E’ interessante che mentre acquisire una carta di uno stile nuovo comporta il pagamento di una carta dojo del valore indicato sulla tessera corrispondente, procurarsi una tessera di uno stile che già si possiede, non prevede costi.
In pratica è come se il vostro ninja si specializzasse in uno stile ben specifico.
Al Palazzo si possono scambiare i propri tesori per procurarsi il favore dei membri dei vari clans.
Al termine del terzo, quinto e settimo round di gioco, ha luogo una fase di punteggio, dove i giocatori si aggiudicano punti nei vari clan, sulla base del supporto ottenuto (leggasi sistema di maggioranze).
Ogni personaggio porta un voto, in caso di parità si considera più influente un membro di età più avanzata (valore stampato sulle carte).
Giocando una shuriken sul “Pavilion” è infine possibile procurarsi una carta rumors, capace di assicurare punti vittoria aggiuntivi a fine parita, sulla base e nella misura del grado di soddisfazione dei requisiti presenti sulla carta.
 Considerazioni sul gioco.
Partiamo col dire che, per chi non l’avesse ancora capito, siamo di fronte ad un gioco di impostazione piuttosto german.
Non di quelli estremamente freddi e matematici, ma sicuramente siamo lontani da un “american game”.
L’ambientazione c’è e si è cercato anche di dare una certa aderenza al tema con tecniche di combattimento, guardie da sconfiggere, utilizzo di parole quali “banzai” e scrivendo anche alcuni cenni storici nel regolaemento.
Tuttavia come la maggior parte di questa tipologia di giochi, non è difficile pensare di “smontare” il tutto, separando ambientazione e meccaniche ed utilizzando quest’ultime in un altro contesto.
Quindi quelli che cercano giochi profondamente ambientati o quelli che non digeriscono i giochi “euro style”, farebbero bene a guardare altrove.
Per tutti gli altri, specie gli amanti di Stone age, consiglio fortemente di prendere in considerazione questo titolo.
Non siamo di fronte a nulla di rivoluzionario, quindi quelli che cercano di minimizzare le proprie collezioni, potrebbero ritenere che il gioco non aggiunga nulla di nuovo.
Io l’ho trovato comunque in grado di trovare il suo spazio all’interno della mia collezione e nonostante stia cercando di iniziare a limitare gli acquisti, l’ho acquistato dopo averlo giocato una sola volta!
Ho trovato molto divertente la parte di azzardo in cui si deve decidere se continuare l’assalto oppure ritirarsi.
Scelta che può essere più o meno facile, a seconda delle carte nella propria mano.
La scelta si complica ulteriormente quando entrano in gioco le guardie di elite, che tuttavia possono portare qualche punticino a fine partita che non fa mai male.
Una pesca sfortunata, può in qualche caso infastidire, ma continuo a ritenere che sia più stimolante e controllabile azzardare in questo senso, che non affidarsi ad un lancio di dadi.
Non è sicuramente l’unico punto in cui il fattore fortuna si fa sentire, basti pensare all’ordine di uscita delle carte clans.
Magari mi serve un personaggio “rosso” per passare in vantaggio ed escono tutti tranne quello.
Oppure potrebbero non coincidere i tesori richiesti, con quelli accumulati sia sulle carte clans che su quelle rumors.
Un’incidenza aleatoria, a mio avviso tollerabile e di solito si riesce sempre a correggere il tiro grazie a dei modificatori, e se non nel turno in corso, magari nel turno successivo.
Sicuramente poi l’esperienza paga in questo senso, prendendo coscienza delle combinazioni dei diversi stili e di come utilizzarli al meglio, oppure conoscendo le diverse carte guardia è più facile prendere delle contromisure, sapendo “cosa aspettarsi”.
Le strade per far punti sono molteplici e sicuramente è bene non trascurare nessuno dei “percorsi possibili”, ma penso che la strategia che paghi di più in termini di punti sia quella di assicurarsi un buon “appoggio politico”.
Avere poi qualche carta ruomrs o avere sconfitto qualche guardia di Elite, di certo non guasta.
Il gioco come tutti i german è di quelli con la coperta corta. Tre shuriken da piazzare ad ogni turno sono veramente poche.
Si vorrebbereo fare mille cose, ma la limitatezza delle azioni a propria disposizione, impone di ponderare molto bene le proprie scelte.
Tra l’altro il gioco prevede che le tessere e le carte disponibili (fatta esclusione per quelle dojo) non vengano rimpiazzate fino alla fine del turno.
Quindi acquisire un nuovo stile può vederci tagliati fuori dall’acquisizione di un personaggio “interessante” o viceversa.
Il regolamento è piuttosto lineare e si spiega abbastanza velocemente, le possibili aree in cui giocare non sono molte e quindi si apprendono molto velocemente.
Forse propone una curva di apprendimento leggermente superiore a quella richiesta da Stone Age, ma è capace a mio avviso di regalare maggiori soddisfazioni.
Penso che giocatori non assidui, non dovrebbero trovare particolari difficoltà nel portare a termine una partita, anche se ritengo che il target ideale sia più da ricercare in giocatori piuttosto assidui.
Sebbene si ritenga che Stone age sia un buon titolo introduttivo, faccio fatica a vedere sotto quest’ottica Ninjato.
La rigiocabilità è assicurata dalla variabilità dei vari elementi (ordine in cui escono i personaggi dei clans, combinazioni dei tesori, guardie, ecc…) che rendono le partite sempre diverse.
Sul discorso della scalabilità, il gioco gira bene anche in due, ma rimane a mio avviso più godibile in tre o quattro giocatori, dove la parte di maggioranze, per l’influenza nei vari clans, si fa decisamente più interessante.
Tornando alle similitudini con Stone Age, gioco al quale si è ispirato l’Autore per sua stessa ammissione, a parte i dadi sostituiti dalle carte dojo, abbiamo quindi il fatto di ottenere carte (personaggi dei clans) scambiando tesori che danno punti, un po’ come acquisire le capanne scambiando risorse, abbiamo poi i rumors che assegnano punti bonus come moltiplicatori di quanto posseduto (un po’ come i moltiplicatori di attrezzi, omini, ecc… in Stone Age) ed infine gli stili che ricordano molto i “tools” agendo da modificatori.
A livello di interazione, direi che in entrambi i giochi e di tipo indiretto, forse si avverte un po’ di più in Ninjato per la presenza della componente di maggioranze che obbliga a procurarsi le carte in grado di “danneggiare” maggiormente gli avversari.
Per quanto riguarda, i materiali, siamo su livelli davvero superlativi, una bella e robusta plancia, carte ottimamente illustrate, tokens e come non parlare degli enormi shuriken di legno!
La durata delle partita è indicata nella misura di 60 minuti, secondo me occorre qualcosina in più, specie alle prime partite.
Se poi ci sono giocatori particolarmente pensanti al tavolo, aggiungete pure in tutta tranquillità una mezz’oretta.
Ritengo comunque che il tutto rientri in tempi di gioco accettabili e il numero di turni prefissato, difficilmente porterà  a partite interminabili.
Cos’altro aggiungere… essere un ninja, non è mai stato così divertente!
 Il gioco è disponibile, nel momento in cui scrivo, da Egyp a 49,90 euro.
— Le immagini sono prese da BGG, Tutti i diritti sul gioco appartengono all’Autore ed alle Case Editrici. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. –
By Fabio (Pinco11) Posted in Ninjato