Anteprima – Paniquè a Wall Street

Scritto da Fabio (Pinco11)

Alla scorsa Essen sedevano ad un tavolo un pochetto fuori dal passaggio, ma non lontano dai relativamente visitati stand di Drum Roll e Alcatraz, i ragazzi della Grouper Games, ennesima realtà editrice nata appositamente per commercializzare il titolo che proponevano alla fiera tedesca, ossia Masters of Commerce, ideato da Britton Roney (per 3-11 giocatori, indipendente dalla lingua, salvo per il regolamento, con partite da mezz’ora in su).
Si tratta di un titolo basato su dinamiche, intelligenti ed in parte anche innovative, di commercio, aste, prendersi dei rischi e gioco in borsa, il tutto condito da una forte interazione, che presenta, come aspetto negativo che ne ha forse condizionato il successo, una grafica decisamente scarsa e basica (quasi da prototipo). Una delle idee più interessanti è quella legata alla divisione dei giocatori in due gruppi, ossia da una parte i proprietari terrieri, i quali affittano le loro proprietà e dall’altra quella dei mercanti,  che scommettono sulla loro profittabilità: il bello è che a fine partita ci saranno due vincitori, ossia uno per ciascuna categoria!
Bene, ma, mi direte: hai mica sbagliato il titolo dell’articolo ? No, no, tranquilli, parliamo della stessa cosa, nel senso che la Marabunta, etichetta ‘non convenzionale’ della Asmodee (è quella che pubblica anche Libertalia), ha deciso di rilevare i diritti del gioco e di scommettere su di esso, intervenendo, intelligentemente, sull’aspetto più debole che aveva, ossia appunto quello grafico. Paniquè a Wall Strett è quindi una reimplementazione soprattutto grafica (per ora non si ha notizia di cambi di regole) di Masters of Commerce, rappresentando quindi un’occasione per ri-scoprire questo titolo, che era generalmente passato largamente inosservato lo scorso anno.

Componenti di Masters of Commerce
Mercanti  e latifondisti …

I componenti del gioco sono presto detti, ovvero una serie di tessere in cartoncino lucido, le quali rappresentano i terreni da affittare, alcuni sacchetti con all’interno ciascuno una manciata di dischetti metallici con prestampato un simbolo (ogni commerciante riceve un set di essi col proprio simbolo), una dotazione di banconote, una plancetta centrale sulla quale si tiene traccia dei profitti offerti dai terreni. Completano il tutto una clessidra da un paio di minuti e cinque pennarelli, utili a scrivere sulle tessere territorio (cancellabili).
Panique a Wall Street
Il gioco è di quelli più difficili da spiegare per iscritto (qui il manuale in inglese) che da giocare, con quattro paginette stiracchiate di regole. L’idea di base è quella della divisione nei due gruppi, di proprietari e di mercanti. 
I proprietari ricevono ciascuno tre schede proprietà e le mettono davanti a se, mentre ogni mercante riceve un set di gettoni metallici col proprio simbolo: tutti ricevono inoltre 120.ooo dolarozzi. I valori dei terreni (come fossero azioni) sono settati sul prezzo indicato al centro della scala dei valori. A quel punto il gioco si svolge per 5 turni, divisi, classicamente, in fasi.
Masters of Commerce
Nella prima fase, la più confusionaria, i mercanti cercheranno, tutti insieme ed in contemporanea, nel breve tempo di durata della clessidra, di affittare i terreni dai proprietari, offrendo loro un prezzo di affitto: mano a mano che le offerte pervengono i proprietari possono segnare il prezzo concordato sulle schede terreno, posizionandovi sopra il segnalino dell’offerente: è bene segnalare che però l’affare non è concluso sino a che il segnalino del mercante non è girato (fino a quel momento il proprietario accetterà nuove offerte ed il valore indicato serve solo per far vedere al volo qual’è l’offerta più alta del momento.
A quel punto si tira un dado per ogni colore di proprietà, determinando così lo spostamento del suo prezzo (si noti che la variabilità del prezzo è diversa a seconda del colore, con l’arancio che è il più ‘umorale’ ed il blu il più conservativo.
Masters of Commerce
Si procede quindi con l’incasso delle rendite, che vanno SOLO AI MERCANTI (quindi per i proprietari no ha nessun senso non affittare!) e con il pagamento da parte di questi ultimi ai proprietari del prezzo di affitto concordato, i quali a loro volta pagano 10.ooo dolllars alla banca come tasse per ogni terreno.
A questo punto vengono introdotte nel gioco nuove tessere terreno, che vanno all’asta tra i proprietari e si riparte poi con il secondo turno di gioco.
Alla fine vince chi ha più soldi, con due vincitori, uno per ciascuna delle categorie. Si noti che in caso di partita a 3 o 4 giocatori, essendo il titolo molto adatto per gruppi più ampi, ognuno rivestirà, eccezionalmente, entrambi i ruoli.
Panique
I signori della borsa …
Arrivai alle impressioni diciamo che l’ambientazione del gioco, che è quella del mercato borsistico, è ben resa sotto certi aspetti dalle dinamiche intense dei due minuti di commercio che si svolgono ad ogni turno nella fase degli ‘affitti’, ma per il resto, almeno nella prima edizione, si è andati poco aldilà della grafica da prototipo e quindi anche del teorico ‘sfondo’ del gioco. Non si capisce quindi perchè il valore di semplici ‘terreni’ debba salire o scendere in modo così vertiginoso e/o perchè i proprietari non se ne possano fare di nulla se non lo affittano: a questo difetto però pare si sia posto rimedio nella nuova versione del gioco, la quale non a caso ha scelto il periodo del 1929 come riferimento, proprio per giustificare l’elevata volatilità del mercato.
Panique
A livello di meccaniche devo dire che il gioco, che io stesso, scoraggiato dalla grafica davvero basica, avevo negletto, si presenta come interessante e potenzialmente divertente, giocando la maggior parte delle sue carte sulla interazione. Se vi piace la fase del mercato di Catan ed avete voglia di impegnarvi in negoziazioni veloci ed a base di rischi da prendersi direi che questo è il gioco per voi! Aggiungiamoci poi il fatto che si può giocare fino ad 11 persone e capirete cosa deve essere la stanza nel corso del due minuti di mercato, con tutti che parlano con tutti contemporaneamente, ossia una roba davvero da borsa … 😉
Aspetti positivi e negativi delle meccaniche, a seconda di come li guardate, stanno nel fatto che la variazione dei prezzi è del tutto arbitraria (gestita dal dado, con unico aspetto che la mitiga consistente nella possibilità di scegliere azioni – terreni che hanno un margine di volatilità più basso – ma con rendite massime minori) e che quindi le offerte fatte ed accettate prevedono un forte margine di rischio. Qui la fortuna, insomma, gioca un peso davvero elevato, per cui di ciò non ci sei deve lamentare!
Non è, inoltre, un gioco adatto per giocatori ‘riflessivi’, perchè il rischio è quello di arrivare alla fine di ogni fase senza aver concluso niente o quasi. Altro aspetto positivo sta nel fatto che l tempo di gioco può essere davvero limitato, visto che la fase centrale di ogni turno, ossia la negoziazione, porta via giusto un paio di minuti e che i turni sono solo 5.
Panique
In conclusione Masters of Commerce  è un titolo che presenta diverse meccaniche simpatiche e divertenti, puntando su di una estrema interazione (qualcuno ha detto ‘caos’?) per suscitare il divertimento di gruppi numerosi. Potenzialmente meno adatto per meno giocatori, può riservare sorprese nel gioco a 4 (con duplicità dei ruoli per ciascun giocatore, quindi caos pro capite raddoppiato, per far fronte al minor numero di giocatori). La sua reimplementazione in Panique a Wall Street può potenzialmente risolvere i problemi legati ad una componentistica troppo spartana (ma acuta: bella l’idea dei pennarelli cancellabili!), per cui potrebbe rivelarsi una bella riscoperta di un titolo non troppo emerso nel caos di novità di Essen 2011.
— Le immagini sono tratte dal manuale del gioco e/o dal sito della casa produttrice (Grouper Games / Marabunta – Asmodde) alle quali appartengono tutti i diritti sul gioco di cui si parla. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —