Recensione – Lucca Città

scritta da Fabio (Pinco11)

Lucca Città, di Alex Zucchini, esce nella sua prima edizione nel 2004, quando vince il concorso (e quindi la sua pubblicazione) per il miglior gioco inedito a Lucca Games e giusto quest’anno, in occasione del ventennale della manifestazione, la dVGiochi ne propone una riedizione in formato deluxe, con grafica rinnovata, scatolino di metallo e regole ‘ripulite’ per l’occasione, passando dall’originario 3-5 giocatori all’attuale 2-5 (tempo medio a partita tra i 15 ed i 30′, gioco indipendente dalla lingua e con regole in italiano).
Incuriosito dalla riedizione, mi sono avvicinato al titolo, che è un gioco di carte (all’interno dello scatolo ci sono 110 carte e 5 plancette giocatore in cartoncino leggero), un pochetto dubbioso, per cui mi allontano dal classico canovaccio delle mie recensioni, per narrarvi di come il mio atteggiamento verso di esso abbia conosciuto diverse evoluzioni con l’andare delle partite.

Il primo approccio al gioco, superato il positivo impatto dei componenti (bellina la grafica, con le carte che sono state revisionate ed abbellite inserendovi personaggi tratti dai vari giochi che negli anni hanno vinto lo stesso premio e strepitosa la scatolina in metallo, che a me piace tantissimo a prescindere), mi vide ben presto poco entusiasta a seguito della lettura del regolamento.
In se che si trattava di un gioco facile l’avevo capito dalle sei micro pagine che compongono il manualetto, però proprio quale fosse l’elemento distintivo del titolo, lo confesso, non l’avevo intuito proprio.

Di fatto si tratta di un gioco incentrato sulla collezione di set di carte, che sono divise, appunto, in sei colori, raffigurando parti di ipotetici palazzi: l’idea è quella di collezionare un tot di carte dello stesso colore per poter considerare il palazzo completato (5 carte in 3 giocatori, 4 in 4 e 3 carte in 5 giocatori) ed ottenere un tot di punti per premio (un punto per ogni finestra presente sulle carte). A livello di azioni al proprio turno ogni giocatore sceglie una terna di carte fra quelle poste sul tavolo (se ne collocano un tot a seconda dei giocatori) e le colloca o tra i propri palazzi in costruzione o, girate, a rappresentare tratti di mura della città di Lucca.

Curiosamente si parlava poi nel manuale di poter svolgere, all’inizio di uno dei turni seguenti, anche un’azione di ‘inaugurazione’ del palazzo, con un ulteriore bonus di punti, stavolta legato al numero di carte palazzo di quel colore in costruzione nelle plance degli altri giocatori (per i palazzi altrui completati di quel colore si ottiene invece un fisso di 2 punti).

Del tutto incomprensibile mi si rivelò, infine, il discorso sui punti finali, con un bonus pari al prodotto tra il numero di palazzi completati ed i pezzi di mura edificati, i quali però possono essere conteggiati solo se supportati, nei palazzi in costruzione, da un tot di scudi ed un altro bonus/malus legato ai numeri civici dei palazzi …
Accantonai quindi il gioco per un giorno di maggiore slancio e lì rimase per una settimanetta, fino a che non capitò la serata giusta, con poca voglia di dedicarsi a qualcosa che richiedesse troppa riflessione e non si sapeva quanto tempo libero disponibile.

Il primo paio di partite scorse in fretta, tanto in fretta da non capirci molto, in verità. Mi resi conto che il gioco fluiva rapidamente (e questo era un bene, per la finalità della serata) e mano a mano arrivai anche ad apprezzarlo, visto che il bilancio di fine serata fu di cinque partite (due e tre giocatori).
Mi misi quindi a leggere su BGG (dove il titolo gode di uno stentato 6.07 di media voto), notando che i (pochi) commentatori si dividevano in due categorie, ovvero da una parte chi lo bollava frettolosamente, fatta una partitella e via (a occhio e croce) come un titolo come tanti altri, mentre in due o tre si erano messi ad elogiarlo a spada tratta, spiegando che, per un giochino di quella consistenza, era da considerarsi decisamente come uno dei migliori in assoluto della categoria.
Addirittura un utente suggeriva una intelligente variante per giocare in due, tanto intelligente da essere stata poi adottata integralmente nella attuale versione deluxe.

Alla fine ho capito che Lucca Città è un titolino meritevole, comprendendo che effettivamente ci sono validi motivi perché l’editore si sia deciso a ristamparlo (aldilà della inerenza con il nome della città, a fine celebrativo) a distanza di una decina d’anni dalla originaria edizione.
Il gioco non è sicuramente una pietra miliare, però propone, alla fine, una meccanica veloce e facile da capire (scelti la terna di carte e piazzala per formare dei set dello stesso colore …), dietro alla quale si nascondono diverse cose meno immediate da capire e scelte intelligenti da compiere.
C’è un pochetto di tenta la fortuna nell’attendere il momento giusto per inaugurare i palazzi (aspetto che gli altri abbiano più roba in costruzione, rischiando che poi li completino limitando il mio bonus a 2 punti, o mi accontento?); un poco di cattiveria nello scegliere, a volte, delle terne per togliere all’avversario proprio le terne che attendeva; la scelta tra le carte con più finestre (punti immediati) e quelle con gli scudi (priorità di turno nella scelta delle terne e bonus a fine partita?) e tanto tempismo richiesto  per saper fare la cosa giusta al momento giusto.
Il gioco, per altro, risulta assai gradevole anche in due (onore al merito del fan che ha ideato la non immediata variante, col ‘morto’), anche se il multigiocatore gli dona, chiaramente, qualcosa in più 🙂
Gradualmente queste cose le ho capite, alla soglia della decima partita: non so bene come, ma i punti sono andati progressivamente crescendo, così come le mie vittorie, nelle prime partite miseramente a zero …

Morale?
Questa recensione la dedico, oltre al gioco del simpatico e bravo Alex Zucchini, che conosco da tempo, a tutti quei titoli che ho giudicato (non solo io, visto il basso voto che il gioco ha su BGG) come non meritevoli di attenzione dopo averci giocato una mezza partita o leggiucchiato il manuale frettolosamente.
Lucca Città è sicuramente un titolo che ha il suo perché e merita ben più di quanto abbia raccolto sulla rete e spero di contribuire con queste mie righe alla sua rivalutazione. Se ne avete occasione, quindi, provatelo: poi c’è la scatolina di metallo che a me piace sempre un casino .. 😉

Si ringrazia l’editore per aver messo a disposizione una copia di review del gioco. Le immagini sono tratte dal manuale o dal sito della/e casa/e produttrice/i (dVGiochi) alle quali appartengono tutti i diritti sui giochi di cui si parla. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —