Fortuna – recensione

scritto da polloviparo.

Fortuna, ultima “creatura” dell’accoppiata vincente Michael Rieneck, Stefan Stadler già autori de “I pilastri della Terra” e “Mondo senza fine”.
Sarà quindi che devo a loro la trasposizione ludica dei miei romanzi preferiti, che ho deciso di acquistare anche questa loro recente produzione.
Devo dire che il titolo ha avuto un’accoglienza piuttosto tiepida e sebbene si fosse guadagnato la copertina di qualche rivista specializzata, dopo Essen non se n’è sentito parlare più di tanto.
La prima considerazione su questo gioco è insita nel titolo stesso “Fortuna” una parola capace di spaventare molti giocatori.
Tuttavia, avendo modo di provare il gioco, ci si rende conto che la dea bendata accompagnerà sì le nostre partite, ma non sarà l’assoluta protagonista, il nostro compito sarà anzi quello di prenderla per mano e di condurla nella direzione desiderata.
Sia chiaro, non siamo di fronte ad una partita a scacchi e una componente aleatoria è presente, ma in questo caso non è una sgradita ed inaspettata sorpresa, in quanto palesata dal titolo stesso. Per dirla all’inglese si tratta di un gioco in cui la parola d’ordine è “push your luck”!
Entriamo nel dettaglio.
Il gioco potrei definirlo un gestionale light con un “retrogusto”  tipico da racing-game. Al giocatore è affidato il compito di portare il proprio puzzillo dalla posizione di partenza a Roma (distante 15 passi). Il gioco sfrutta un collaudato sistema di “ruoli” che vengono rivestiti mediante la scelta di apposite carte.
Ognuno ha a propria disposizione tre carte (per un totale di 12 suddivise fra quattro giocatori), una volta scelto quale ruolo ricoprire, si passerà la propria carta appena utilizzata ad un altro giocatore, prendendo in cambio una delle sue. La carta così acquisita sarà posta coperta al posto di quella utilizzata, inibendo la possibilità ad altri giocatori di utilizzarla a loro volta e riservandola quindi per il turno successivo. Questo twist si rivela molto interessante e rende fondamentale l’ordine di gioco.
Prima si svolge il proprio turno, più possibilità si avranno di svolgere le azioni in proprio possesso, evitando di vedersele sottratte da sotto agli occhi.Questo ci porta alla seconda considerazione sul gioco, ossia il gioco è stato ideato appositamente per  quattro giocatori e infatti le carte in gioco saranno sempre 12. In un numero inferiore di giocatori, quelle carte apparterranno virtualmente a giocatori fittizi, non che la cosa incida pesantemente sull’esperienza di gioco a tal punto da rovinarla, ma diciamo che quattro è il numero ideale. Le risorse da gestire sono veramente poche, abbiamo acqua, grano vino e monete, ai quali si aggiungono le vergini, i centurioni ed i dadi. Abbiamo infine la possibilità di costruire edifici, massimo tre, su un totale di quattro disponibili.
Per muoversi verso Roma dovremo sfruttare le carte movimento che sono 6 e corrispondono ai possibili risultati di un dado a sei facce. Queste rappresentano le richieste dell’Imperatore, quale l’offerta di vino per allietare i suoi banchetti o di vergini per “movimentare” la giornata (il regolamento parla di orge, ma non sapevo se in TV si può dire orge… 😉 ).
La particolarità è che quali di queste carte potremo scegliere e cercare di soddisfare, verrà decretato dal lancio di un dado. Una volta utilizzata una carta non potrà più essere utilizzata fino al turno successivo.
Per fare un esempio se con un lancio di dado ottengo 3, potrò scegliere le carte 1, 2 o 3. Diciamo che io scelga la 3. Il giocatore successivo ottiene nuovamente 3, potrà scegliere solo quelle rimaste, ossia la 1 o la 2.
Se non si è in grado di soddisfare le richieste del re è prevista un penalità, ossia il pagamento di una moneta. I risultati più alti non prevedono nemmeno l’obbligo di versare delle risorse, ma è sufficiente possedere delle vergini o essere sposati.Cosa significa essere sposati? Ma allora non avete giocato nemmeno ad Helvetia, non sapete che adesso vanno di moda i matrimoni fra meeples? Comunque se volete approfondire l’argomento vi suggerisco di rivolgervi al vostro parroco…ehm scusate, volevo dire di dare una letta al regolamento.
Le carte che non vengono scelte guadagnano un gettone favore. Quando in un turno successivo verrà scelta una carta su cui si trovano uno o più di questi gettoni (per un massimo di tre) si avrà la possibilità di scegliere altrettante carte da un apposito mazzo e di trattenerne una. Queste carte potranno assegnare dei benefici diretti o dei punti a fine partita. Come si vede ancora una volta l’ordine di gioco è fondamentale. Giocare per ultimi rischia di penalizzare a tal punto da non avere la possibilità di riuscire ad utilizzare le carte per avanzare nel percorso.
Se state già pensando a quanto determinante sia il risultato ottenuto con il dado, sappiate che ovviamente è prevista la possibilità di aumentare il numero di dadi a propria disposizione, di lanciarli tutti insieme e di scegliere il risultato che preferite.
Sì, ma visto che è così importante come si fa ad essere primi?
Semplice, basta scegliere l’apposita carta ruolo!
Come dite?  “ma così facendo si rinuncia a poter scegliere altre azioni?”
Ve l’ho detto che si trattava di fare delle scelte, altrimenti dove starebbe il gioco!?! 😉
Non mi dilungherei ulteriormente sulle dinamiche per lasciare spazio come sempre alle impressioni di gioco.
Passiamo alle considerazioni personali.
Fortuna a mio avviso è quello che ci si potrebbe perfettamente aspettare da questa coppia di Autori. Un regolamento semplice ed immediato (contenuto in quattro pagine più due di setup e spiegazione delle carte) e una durata molto contenuta (una partita in quattro richiede giusto un ora).
E’ evidente il tentativo di semplificazione rispetto alle produzioni precedenti e seppure si sia cercato di proporre pur sempre un gestionale, siamo ben lungi dalla “difficoltà” di un Pilastri della Terra ad esempio.
Le 12 azioni opzionabili invece ricordano vagamente le possibilità di pianificazione proposte in “Mondo senza fine”, sempre tramite la scelta di una carta.
In quest’ultimo  ognuno aveva a disposizione il proprio mazzo, questa volta  invece è prevista la possibilità di darsi fastidio, rubandosi le azioni a tutto vantaggio dell’interazione diretta.
La ricerca di minimalizzazione ha intaccato purtroppo un po’ anche il livello di profondità, rendendo il gioco sicuramente fruibile anche ai giocatori occasionali, ma non lasciandomi così convinto che sia in grado di soddisfare i giocatori più navigati alla ricerca di sfide particolarmente stimolanti.
Il fattore fortuna quindi a conti fatti non è così preponderante da risultare eccessivamente fastidioso, ma come premesso non possiamo negare l’evidenza, un tiro sfortunato ai dadi può fare la differenza.
Insomma i freddi e matematici calcolatori amanti dei german game forse non dovrebbero prenderlo in considerazione (e probabilmente non l’hanno già fatto visto lo scarso successo), chi invece è alla ricerca di un gioco veloce e non particolarmente impegnativo potrebbe dargli una possibilità.
Mi rendo conto che i gestionali ormai sono talmente tanti che un titolo che per sua natura viene etichettato come “mediocre” abbia scarse possibilità di successo, ma io penso che questo gioco in particolare sia stato un po’ sottovalutato.
Dal punto di vista dei materiali mi limito a dire che siamo nella norma, non eccellono per qualità, ma nemmeno sono da buttare.
La stampa leggermente ruvida della plancia mi ha lasciato qualche perplessità, le plance individuali sono robuste (e non sottili come si fa ultimamente in molte produzioni), abbiamo poi le carte, i soliti cubetti, i  puzzilli del caso ed ovviamente i dadi.
L’illustrazione della plancia è molto gradevole e caratterizzata da colori piuttosto vivaci.
Il regolamento ha qualche buco, ad esempio i dadi non sono in numero sufficiente perché tutti possano acquistarne tre, ma non è specificato se sia una limitazione voluta o meno.
Tiriamo due somme
A differenza dei soliti gestionali vince chi arriva primo a Roma e non chi ha accumulato più cubetti o necessariamente gestito meglio le proprie risorse. La tensione quando un avversario è prossimo al raggiungimento della meta si fa sentire, a volte si ha però la sensazione di poterci fare poco e se quel giocatore verso la fine della partita ha preso il via e noi siamo rimasti indietro, difficilmente potremo effettuare dei grossi recuperi.
Il gioco ha una componente aleatoria ma tutto sommato gestibile, è veloce ed immediato e con una forte interazione diretta. Uguale ad altri titoli che avete già nella vostra collezione? Per certi aspetti probabilmente sì, per altri sicuramente no e se meriti di entrare o meno a far parte della vostra collezione lascio a voi la decisione.
Secondo me se avete apprezzato gli altri titoli di questa coppia di autori dovrebbe incontrare i vostri gusti, altrimenti, se ne avete occasione, suggerirei di provarlo  prima di procedere all’acquisto.
Per chi fosse comunque interessato è disponibile su Egyp a 36,89 euro.
— Le immagini sono tratte da BGG, tutti i diritti appartengono alla Casa produttrice ed agli Autori. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco e saranno rimosse su semplice richiesta. —
By Fabio (Pinco11) Posted in Fortuna

Anteprima – Fortuna

Scritto da Fabio (Pinco11)

La casa editrice olandese The Game Master è attiva da relativamente pochi anni (le prime uscite sono registrate nel 2004), ma ha già avuto modo di farsi notare in passato per alcuni titoli piuttosto interessanti, tra i quali, un paio d’anni fa, Opera, un gestionale ben ambientato (ovviamente nel mondo della musica) che un paio di anni fa si era distinto in modo particolare nel pre-Essen. Ora l’editrice dei Paesi Bassi (in collaborazione con vari altri editori, tra i quali la nostra Ghenos) propone un nuovo titolo che ho identificato subito come un potenziale underdog della prossima Spiel, ossia Fortuna, per 2-4 giocatori, indipendente dalla lingua, tempo a partita stimato in 60 minuti.

Tra gli aspetti di maggiore spicco è da annoverarsi la scelta degli autori, che sono la coppia Rieneck – Stadler già nota per Cuba ed i Pilastri della Terra, nonchè del disegnatore, che è quel Franz Vohwinkel che ha illustrato ad oggi già centinaia di titoli.
L’ambientazione è quella della Roma antica, nella quale i giocatori, gestendo accuratamente le proprie risorse ed utilizzando con oculatezza le azioni disponibili, cercheranno di conquistare il maggior prestigio possibile, il tutto avvicinandosi lentamente alla capitale del mondo dell’epoca. Quanto a dinamiche il titolo rientra sicuramente nel novero dei gestionali, ma risente dell’influsso delle tendenze più recenti, risultando adatto ad un pubblico ampio e sufficientemente interattivo.
Componenti
L’immagine a corredo dà l’idea dei materiali che saranno contenuti nella scatola: tra di essi spicca il tabellone, destinato principalmente ad alloggiare gli altri componenti, il quale raffigura un ipotetico percorso di avvicinamento a Roma da parte dei giocatori,  ciascuno dei quali occuperà uno dei lati dello stesso. Negli appositi spazi troveranno così collocazione i cubetti, in tre colori, a rappresentare acqua, vino e grano, nonchè le carte favore, che sono 6 ed i segnalini vari che identificheranno la posizione di gioco e l’avvicinamento a Roma dei giocatori. Su appositi spazi identificati sui 4 lati saranno poi collocate nel corso della partita le 12 carte azione, distribuite in numero di tre per lato: a parte sono poi posti gli edifici, disponibili in quattro tipi (mercato, acquedotto, palazzo e basilica) e le carte privilegio, le quali riconoscono bonus di punti e/o materie prime ai giocatori. Completano il tutto le schede giocatore, utili a raccogliere in modo equilibrato le risorse che i giocatori otterranno nel corso del gioco, nonchè delle vergini, centurioni e dadi dei quali disporranno.

La fortuna di solito arride agli audaci : vediamo come ce la possiamo procurare ..

Le meccaniche di gioco sono ben illustrate all’interno del manuale, che trovate per ora qui in inglese. L’idea, in sintesi, è quella che in ogni turno ciascun giocatore possa eseguire una delle tre azioni corrispondenti alle tre carte che si trovano davanti a se: appena eseguita l’azione egli dovrà scambiare quella carta con una delle 9 residue (o di quelle scoperte), mettendo quella prelevata dinanzi a se coperta (nessun giocatore successivo potrà prenderla da lui in quel turno).

Le azioni in totale sono 12 e variano tra il prelevare risorse (spesso con la chance di aumentare il numero delle risorse prelevate aggiungendone altre), costruire un edificio (tra i 4 disponibili), comprare ‘centurioni’ (utili per avere una seconda azione o per acquistare dei favor imperiali), e così via. E’ possibile, usando un ‘centurione’, eseguire una seconda azione (tra le due residue dinanzi a se). A quel punto si potrà tirare un dado (o più di uno, se si è scelto di acquistarne con una delle precedenti azioni), potendo scegliere, a seconda del risultato, tra una o più possibilità di ottenere il favore dell’imperatore (cosa che procurerà punti vittoria – avvicinandosi a Roma – al prezzo di risorse varie), ottenendo eventualmente anche delle carte privilegio in aggiunta.

Il gioco procede in questo modo sino a che qualcuno non raggiungerà Roma (ossia il 15° passo), cosa che farà scattare il conteggio finale dei punti prestigio.

Impressioni

Parto come al solito dalle impressioni sull’aspetto visivo dicendo che il titolo si presenta bene, emergendo da subito come sia stata compiuta la scelta di dar vita ad una produzione ‘ricca’, nel senso che sotto il profilo della giocabilità non avrebbe penalizzato nulla, per esempio, la assenza di un vero tabellone, visto che esso ricopre poco più che una funzione di ‘appoggio’ per il resto dei materiali, e questo significa che l’editore ha voluto fornire alla componentistica una certa fisicità ed apparenza, per rendere il prodotto di ‘fascia alta’. In questa logica ancora si comprende la scelta di Vohwinkel come illustratore, che è un grafico valido e dal tratto tradizionale ed efficace, il quale, dalle immagini che abbiamo, sembra aver svolto un ottimo lavoro.

Passando alle dinamiche di gioco direi che il titolo si propone come un gestionale ‘leggero’, mutuando, come accennavo, le tendenze tipiche dell’evoluzione recente del genere: ci sono infatti tutti gli elementi ‘base’ della categoria, ossia i cubetti, le risorse, il denaro, la possibilità di scegliere tra diverse azioni, un paio almeno di mazzetti di carte (per la casualità) e gli edifici, ma nulla è spinto all’eccesso, anzi tendenzialmente semplificato. Intendo con questo dire che non ci sono lunghe filiere produttive ma solo 4 tipi di edifici e le azioni, per quanto siano 12 in astratto, si riducono poi a solo tre tra le quali scegliere di turno in turno, con una forte interazione tra i giocatori, derivante dal meccanismo dello scambio delle carte azione che si ingenera di volta in volta, per cui, pur nel contesto di un regolamento che spinge a riflettere, non ci sono gli estremi per spremersi poi le meningi all’infinito.

Il fatto di ‘girare’ la carta azione che si preleva, proteggendola così dall’altrui ‘furto’ consente inoltre di imprimere un minimo di programmazione alle proprie azioni, il tutto nel quadro di un progetto d’insieme che deve rimanere elastico. Quanto alla scalabilità è ragionevole che una partita a due resti, come sempre, più ‘controllabile’ (a anche meno ricca di colpi di scena) di una più affollata, ma il nucleo del gioco resta nella sostanza il medesimo. L’idea dell’uso delle azioni che ci si trova davanti poi fà l’occhiolino, per certi aspetti, alle idee di fondo di 7 wonders di avere solo un tot di carte disponibili ed a quella della rotazione delle stesse.
Il target del gioco in questo modo sembra essere decisamente ampio, visto che le regole stanno in quattro paginette e si deve, in buona sostanza, solo capire bene e ricordare cosa facciano le 12 azioni per poter padroneggiae poi il tutto, cosa che richiede, a occhio e croce, giusto una partita.

In definitiva Fortuna si propone come titolo introduttivo al genere gestionale rivolto ad un pubblico potenzialmente ampio. Realizzato con componenti di rispetto e da autori solidi e ben conosciuti, si presenta come prodotto ambizioso: resterà da vedere, ad esito della prova sul campo, se riuscirà a raggiungere tutti gli obiettivi, tra i quali quello di emergere dalla folla, che si è posto. In ogni caso un titolo da tenere in considerazione.

Ricevo al volo notizia (che riporto volentieri) che la Ghenos Games porterà alla fiera di Lucca il gioco, che ha acquisito in distribuzione.

— Le immagini sono tratte da BGG (postate da Henk Rolleman ed Hans vanTol) o dal sito della casa (The Game Master) alla quale appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco e saranno rimosse su semplie richiesta. —

By Fabio (Pinco11) Posted in Fortuna