scritto da polloviparo.
Category Fortuna
Anteprima – Fortuna
La casa editrice olandese The Game Master è attiva da relativamente pochi anni (le prime uscite sono registrate nel 2004), ma ha già avuto modo di farsi notare in passato per alcuni titoli piuttosto interessanti, tra i quali, un paio d’anni fa, Opera, un gestionale ben ambientato (ovviamente nel mondo della musica) che un paio di anni fa si era distinto in modo particolare nel pre-Essen. Ora l’editrice dei Paesi Bassi (in collaborazione con vari altri editori, tra i quali la nostra Ghenos) propone un nuovo titolo che ho identificato subito come un potenziale underdog della prossima Spiel, ossia Fortuna, per 2-4 giocatori, indipendente dalla lingua, tempo a partita stimato in 60 minuti.
Le azioni in totale sono 12 e variano tra il prelevare risorse (spesso con la chance di aumentare il numero delle risorse prelevate aggiungendone altre), costruire un edificio (tra i 4 disponibili), comprare ‘centurioni’ (utili per avere una seconda azione o per acquistare dei favor imperiali), e così via. E’ possibile, usando un ‘centurione’, eseguire una seconda azione (tra le due residue dinanzi a se). A quel punto si potrà tirare un dado (o più di uno, se si è scelto di acquistarne con una delle precedenti azioni), potendo scegliere, a seconda del risultato, tra una o più possibilità di ottenere il favore dell’imperatore (cosa che procurerà punti vittoria – avvicinandosi a Roma – al prezzo di risorse varie), ottenendo eventualmente anche delle carte privilegio in aggiunta.
Il gioco procede in questo modo sino a che qualcuno non raggiungerà Roma (ossia il 15° passo), cosa che farà scattare il conteggio finale dei punti prestigio.
Impressioni
Parto come al solito dalle impressioni sull’aspetto visivo dicendo che il titolo si presenta bene, emergendo da subito come sia stata compiuta la scelta di dar vita ad una produzione ‘ricca’, nel senso che sotto il profilo della giocabilità non avrebbe penalizzato nulla, per esempio, la assenza di un vero tabellone, visto che esso ricopre poco più che una funzione di ‘appoggio’ per il resto dei materiali, e questo significa che l’editore ha voluto fornire alla componentistica una certa fisicità ed apparenza, per rendere il prodotto di ‘fascia alta’. In questa logica ancora si comprende la scelta di Vohwinkel come illustratore, che è un grafico valido e dal tratto tradizionale ed efficace, il quale, dalle immagini che abbiamo, sembra aver svolto un ottimo lavoro.
Passando alle dinamiche di gioco direi che il titolo si propone come un gestionale ‘leggero’, mutuando, come accennavo, le tendenze tipiche dell’evoluzione recente del genere: ci sono infatti tutti gli elementi ‘base’ della categoria, ossia i cubetti, le risorse, il denaro, la possibilità di scegliere tra diverse azioni, un paio almeno di mazzetti di carte (per la casualità) e gli edifici, ma nulla è spinto all’eccesso, anzi tendenzialmente semplificato. Intendo con questo dire che non ci sono lunghe filiere produttive ma solo 4 tipi di edifici e le azioni, per quanto siano 12 in astratto, si riducono poi a solo tre tra le quali scegliere di turno in turno, con una forte interazione tra i giocatori, derivante dal meccanismo dello scambio delle carte azione che si ingenera di volta in volta, per cui, pur nel contesto di un regolamento che spinge a riflettere, non ci sono gli estremi per spremersi poi le meningi all’infinito.
Il fatto di ‘girare’ la carta azione che si preleva, proteggendola così dall’altrui ‘furto’ consente inoltre di imprimere un minimo di programmazione alle proprie azioni, il tutto nel quadro di un progetto d’insieme che deve rimanere elastico. Quanto alla scalabilità è ragionevole che una partita a due resti, come sempre, più ‘controllabile’ (a anche meno ricca di colpi di scena) di una più affollata, ma il nucleo del gioco resta nella sostanza il medesimo. L’idea dell’uso delle azioni che ci si trova davanti poi fà l’occhiolino, per certi aspetti, alle idee di fondo di 7 wonders di avere solo un tot di carte disponibili ed a quella della rotazione delle stesse.
Il target del gioco in questo modo sembra essere decisamente ampio, visto che le regole stanno in quattro paginette e si deve, in buona sostanza, solo capire bene e ricordare cosa facciano le 12 azioni per poter padroneggiae poi il tutto, cosa che richiede, a occhio e croce, giusto una partita.
In definitiva Fortuna si propone come titolo introduttivo al genere gestionale rivolto ad un pubblico potenzialmente ampio. Realizzato con componenti di rispetto e da autori solidi e ben conosciuti, si presenta come prodotto ambizioso: resterà da vedere, ad esito della prova sul campo, se riuscirà a raggiungere tutti gli obiettivi, tra i quali quello di emergere dalla folla, che si è posto. In ogni caso un titolo da tenere in considerazione.
Ricevo al volo notizia (che riporto volentieri) che la Ghenos Games porterà alla fiera di Lucca il gioco, che ha acquisito in distribuzione.
— Le immagini sono tratte da BGG (postate da Henk Rolleman ed Hans vanTol) o dal sito della casa (The Game Master) alla quale appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco e saranno rimosse su semplie richiesta. —