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Negli ultimi tempi ho ricevuto vari contatti da giocatori che si stanno avvicinando in questo periodo al mondo dei giochi da tavolo, i quali mi hanno chiesto consigli sui titoli da acquistare, trovandosi un pò sperduti di fronte alla marea di titoli proposti nel blog. Ho pensato quindi di dedicarmi ad una (ennesima) serie di articoli, dedicata questa volta ai grandi classici, ovvero a titoli che, usciti negli anni scorsi, non hanno ancora una recensione sul blog, visto che il mio obiettivo è stato sinora quello di presentare principalmente le ultimissime novità, piuttosto che titoli già noti. L’idea è quella poi di lavorare un attimo sul sito, per rendere immediatamente accessibili e visibili questi articoli, fungendo tutti insieme quale guida per i neofiti che stanno compiendo i primi passi nel mondo dei
boardgames, ossia di quelli che ho definito i ‘giochi da tavolo moderni’ nella precedente
guida introduttiva a questo mondo. Coinvolgo in questo articolo (e spero per il futuro anche in altri) l’amica
Stefania, da Matera, recentemente acquisita al nostro mondo la quale, con l’entusiasmo tipico dei freschi convertiti, si è messa a svolgere una intensa opera di diffusione dei giochi da tavolo, divenendo a sua volta un punto di riferimento per i suoi conoscenti ed amici.
Devo dire che la “tendenza al proselitismo” con cui Fabio si presenta sul suo blog è stata decisamente efficace per quel che mi riguarda ; infatti, quando sotto Natale ho scoperto che esiste un mondo incredibile e inaspettato legato a un’infinità di giochi da tavolo – navigando per capire se esistessero alternative ai pur tanto amati Monopoli, Risiko, Scotland Yard etc da giocare con le nostre figlie – tra i tanti siti che uno dopo l’altro apparivano sullo schermo ho scelto proprio il suo! Le mie figlie hanno dieci e tredici anni e da sempre nel crescerle abbiamo riservato grande importanza al gioco in generale, dalle attivià all’aria aperta alle bambole, dai giochi in scatola a quelli che esaltano la creatività .
Molto mi ha aiutato il fatto di aver trascorso da sempre parte delle nostre vacanze estive sulle montagne austriache al confine con la Germania, paesi dove la “cultura” del gioco è sentita è valorizzata in modo importantissimo. Già giochi semplici di carte come “Schwartze Peter” e “Quartett” non solo entusiasmavano le nostre piccole ma anche tutti gli amichetti che di anno in anno ce ne commissionavano l’acquisto; anche le carte di “Solo” (una evoluzione di “Uno”) ,il “labirinto magico”, molte altre trovate soprattutto della Ravensburger riservate ai bambini le abbiamo imparate lì.
Man mano che crescevano le ho avvicinate a Monopoli (quello con le lire!) e ai giochi “classici” che si trovano ovunque nei negozi e le occasioni anche solo familiari o allargate ai loro compagni si sono sempre rivelate piacevolissime. Di qui a cercare altro il passo è stato breve, e così sono arrivata a questo blog, ai primi consigli di Fabio via posta elettronica, alle prime serate e ai pomeriggi domenicali e a un contagio che sta pian piano diffondendosi non solo tra i bambini e i ragazzini ma anche tra i nostri amici (ragazzi…un po’ cresciuti, andiamo tra i trentacinque e gli ottant’anni!). Vale a dire che i nostri incontri, fino a un mesetto fa quasi esclusivamente gastronomici e di “chiacchiera” o di musica, ora si sono arricchiti di un momento in più che ci permette di sorridere, pensare, condividersi (grandi e piccoli insieme, questa cosa è meravigliosa) nella maniera più bella : GIOCANDO.
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Venendo al gioco di oggi Dixit è un titolo di produzione francese, del 2008, originariamente pubblicato dalla Libellud e quindi, anche dopo il successo colto con la vittoria del prestigioso premio Spiel des Jahres del 2010 (anno di uscita in Germania), distribuito quasi in tutto il mondo (qui in Italia dalla Asterion). Il titolo è proposte per 3-6 giocatori dagli otto anni in su, la durata per partita è prevista in 30 minuti e è autore Jean Luois Roubira ed illustratrice Marie Cardouat. Si tratta di un gioco di carte adatto per un pubblico familiare, che propone dei meccanismi di gioco che stimolano il dialogo e la socializzazione, più che la competizione pura.
I componenti di gioco
La scatola contiene 84 carte, riccamente illustrate, ciascuna con un disegno, 36 tessere numerate da 1 a 6 e sei coniglietti di legno.
Le regole
Rinvio come sempre al regolamento, in
italiano sulla Tana dei Goblin,
chi volesse leggere nel dettaglio tutte le regole, ma qui siamo davvero sul semplice, visto che comunque il manuale consta di due pagine, compresi gli esempi. Di seguito trovate nelle immagini i passaggi di un turno di gioco, suggerisco di vederli nel dettaglio dopo aver letto il breve riassunto delle regole che propongo di seguito.
Ad inizio partita ognuno riceve sei carte ed un numero di tessere numerate del proprio colore pari al numero dei giocatori. I giocatori si alterneranno a questo punto nel ricoprire il ruolo del ‘narratore’, il quale assumerà il ruolodi protagonista nel turno di gioco, passandolo poi di volta in volta al giocatore seguente nei turni successivi. Ciò che deve fare il narratore è semplice, ossia egli deve scegliere una delle sei carte che ha in mano e descrivere con una frase, lunga quanto vuole, la carta che ha prescelto e posto davanti a se coperta.
Ciascuno degli altri giocatori deve a questo punto scegliere tra le sei carte in mano quella il cui disegno si adatta maggiormente alla frase pronunziata dal narratore e passarla a quest’ultimo il quale, dopo aver mescolato le carte ricevute e la propria, le porrà sul tavolo scoperte con a fianco di ciascuna un numero.
A questo punto i giocatori (tranne il narratore) dovranno cercare di indovinare quale tra le carte sul tavolo sia quella originariamente scelta dal narratore, utilizzando allo scopo la tessera numerata corrispondente alla carta prescelta (nota: non si può votare per la propria immagine, cosa che può avere un senso in virtù dei meccanismi di attribuzione del punteggio). Infine il narratore rivela quale era la sua carta e si attribuiscono i punti, ossia:
– se TUTTI hanno indovinato la carta del narratore, oppure se NESSUNO lo ha fatto, tutti (tranne in narratore) prendono 2 punti ;
– in tutti gli altri casi chi indovina la carta scelta dal narratore ed il narratore stesso ottengono 3 punti ;
– chi, infine, vede indicata da qualcuno la propria carta, riceve 1 punto.
Tutti pescano, quindi una carta per sostituire quella utilizzata. I trippoli a forma di coniglio sono quindi mossi sul contapunti, incastonato nella scatola di gioco, per tenere traccia delle posizioni. Il gioco termina quando è pescata l’ultima carta del mazzo.
Sono proposte, infine, varianti del gioco, con diversi punteggi, numero di carte in mano e con la possibilità per il narratore di mimare o cantare, invece che di descrivere con frasi la carta prescelta.
Impressioni
Non stupisce poi molto che il gioco sia riuscito a vincere un premio prestigioso come lo Spiel, perchè ha tutti gli ingredienti necessari per emergere, ossia la semplicità, la bellezza dei componenti ed un meccanismo di gioco che lo rende adatto anche per chi non prediliga troppo la riflessione ‘matematica’, pur rimanendo un gioco molto intelligente.
A livello di componenti è stato fatto un buon lavoro, vendendo un una scatola standard da gioco da tavolo quello che ragionevolmente poteva essere un semplice mazzetto di carte: poichè anche l’occhio vuole la sua parte la scelta è risultata premiante. I disegni poi sono vere e proprie opere d’arte (prendendo la cosa cum grano salis, nel senso che lo sono per il contesto di gioco nel quale sono inseriti), rendendo pregevoli i materiali anche sotto il profilo estetico.
E’ proprio vero , Fabio, l’impressione iniziale è stata di meraviglia rispetto alla bellezza delle immagini, in bilico, oserei dire , tra Magritte, Salvador Dalì e le illustrazioni dei più bei libri di fiabe delle mie bambine. Se posso già permettermi un primo suggerimento, meglio non guardare tutte le carte prima di iniziare il gioco ma scoprirle di volta in volta per accrescere lo stupore suscitato da esse, cosa che riesce a accendere ancora di più gli stimoli della fantasia,vera protagonista del gioco. E posso anche assicurare che l’effetto sorpresa non si esaurisce comunque al primo giro perchè di volta in volta, a seconda ai titoli che le carte assumono, spuntano dettagli nuovi cui non si era fatto caso.
Quanto alle dinamiche di gioco direi che si tratta sicuramente di un titolo adatto ad un pubblico molto ampio ed uno tra i più ragionevoli gateway, ossia titoli da proporre per introdurre amici ai giochi da tavolo. Per quanto ci siano regole e ci sia un punteggio, il divertimento qui dovrebbe stare soprattutto nel partorire le famose frasette da ‘narratore’ con le quali descrivere la carta che si ha in mano, cercando nel contempo di essere abbastanza chiari da far capire qualcosa almeno ad uno degli altri giocatori, ma non troppo, per evitare che tutti indovinino. E’ quindi richiesto, dal meccanismo di punteggio, di essere descrittivi, ma non banali e questo stimola, normalmente, molto la fantasia dei partecipanti.
Quanto alle strategie spesso si trovano persone che si limitano, sibillinamente, a descrivere una carta con un’unica parola ed il meglio il gioco lo dà nei gruppi variegati, con grandi e piccini, dove si confrontano diverse esperienze di gioco o di vita. Sotto questo aspetto il gioco può svolgere una bella funzione aggregante. Tornando invece alla giocabilità intrinseca, una volta conosciute le carte è possibile gradualmente (ma non troppo, visto che in ogni partita si ‘passano’ sempre le solite 84 carte) annoiarsi un pelo; per il numero ideale di giocatori direi che in tre il gioco sta decisamente un pò stretto, perchè per indovinare la carta giusta, tra le sole due alternative rimaste sul tavolo, si può andare un pò a fortuna, così come forse in 4. In cinque o sei credo che possa essere il gruppo ideale.
E’ vero quel che dici , Fabio, più carte sono sul tavolo meglio è : noi siamo riusciti a giocare anche in dodici formando delle coppie e il risultato è stato bellissimo. Il pericolo della noia rispetto alle carte, che sono sempre quelle, effettivamente esiste ma, come ho detto prima, le immagini hanno uno spazio sconfinato all’interno di esse e offrono per questa ragione una molteplicità di punti di vista e di interpretazioni (va sottolineato che la definizione- o il proverbio, o il verso di una canzone, il titolo di un film e chi più ne ha più ne metta- può esser data non solo dal contesto generale che l’immagine suggerisce ma anche solo da un minuscolo dettaglio).
Passando ai pregi e difetti del gioco direi che tra i primi sono da annoverarsi sicuramente i materiali e la semplicità delle regole, nonchè la fantasiosità dell’idea (pur non nuovissima, visto che altri titoli precedenti – come ‘C’era una volta’ – spingono a loro volta i giocatori a ‘narrare’ qualcosa) e la bellezza dei disegni. Tra i secondi invece c’è, potenzialmente, ancora la semplicità, nel senso che i giocatori più smaliziati possono normalmente gradirlo per una partita o due, potendo poi anche richiedere qualcosa di più impegnativo, nonchè la relativa carenza di competitività che spesso contraddistingue le serate a Dixit (cosa che però invoglia, lo ripeto, molti dei neofiti).
Abbiamo fatto già poco meno di una decina di partite in situazioni diverse: mi piace ricordare una “notturna” con le mie figlie e due loro amiche rimaste a dormire a casa una notte mentre fuori dalla finestra c’era una tempesta di neve, evento non frequente dalle nostre parti e che rendeva ancora più fiabesca l’atmosfera del gioco. E una nella quale uno dei partecipanti è stato (e non vede l’ora di cimentarvisi ancora!) un avvocato di ottant’anni magnificamente portati in fisico e in spirito che è anche attore e poeta… vi lascio immaginare la meraviglia che può esser venuta fuori , non è stata una partita, è stato un evento !
E credo che sia proprio questa la forza di Dixit che secondo me al contempo ha molto di più e qualcosa in meno di un “gioco” nel senso tradizionale del termine. Parto dal meno:non è propriamente una gara, non fosse che alla fine c’è un percorso con un punteggio e c’è chi arriva primo e chi ultimo. Come dici
tu, Fabio, non si crea quasi per niente una situazione di competitività ma alla fine questo finisce per trasformarsi in ulteriore pregio.
E’ un giocare con la propria fantasia, l’immaginazione che magari qualcuno pensa di non avere o magari di aver accantonato, nel caso di un giocatore adulto; può rivelarsi anche sottilmente psicologico in quanto non bisogna semplicemente capire quale sia la carta più calzante rispetto a una definizione ma considerare anche la persona da cui proviene quella definizione… Non è un gioco per noiosoni , ha sicuramente leggerezza e corposità al tempo stesso . I bambini ne sono conquistati immediatamente e noi grandi -anche i grandi molto grandi, proprio domenica l’abbiamo presentato ai miei genitori e a
una loro amica, una irreprensibile vicesindaco (!) e ne sono rimasti conquistati- ne siamo affascinati a ogni partita di più e di più. Senza considerare le bellissime risate che lo animano …
Il pericolo “noia” citato prima da te ha un solo rimedio secondo me: non va giocato sempre con lo stesso gruppo di persone. Due nuovi giocatori su sei riescono a dare nuovi orizzonti e nuova linfa alle immagini.
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Mi spiego meglio : sarebbe inevitabile la tentazione di richiamare definizioni già usate se a giocarefossimo sempre io, mio marito le bambine e sempre le stesse due amichette magari per tre giorni di seguito. E’ chiaro che giocare con gli stessi amici può essere comunque fantastico ma sicuramente non con cadenza ravvicinatissima. Personalmente ho comprato da subito l’espansione di altre 84 carte, dixit2, cosa imitata dai miei amici per i quali sto cumulando un nuovo ordine, ma a dire il vero non le abbiamo ancora usate per creare un po’ di aspettativa e , aggiungo ora, per poterne valutare la longevità (ormai mi atteggio in linguaggi da giocatore esperto, Fabio docet!). In ogni caso penso che aggiungeremo le nuove carte una decina alla volta e quando dovesse essere necessario perchè magari i giocatori son gli stessi , cercando di resistere a non sbirciare prima proprio per non rovinare quell’effetto sorpresa avuto con il primo mazzo.
L’averlo definito “un evento” mi fa da appoggio per dare un consiglio: non più di una partita alla volta…come un bel concerto, un film, renderebbe pochissimo se vissuto due volte di seguito così sarebbe per dixit: quindi non più di una partita a incontro e quand’anche si aggiungesse l’ espansione, meglio formare un nuovo mazzo di non più di 90-95 carte (una volta conosciute tutte le carte nuove si potrebbero mischiare e formare un mazzo casuale).
Sicuramente il titolo rientra, quindi, tra i potenziali primi giochi da acquistare, anche se i suoi meccanismi possono risultare non graditi per molti target di pubblico, ossia per chi prediliga sfide più concrete o con regole pià matematiche. Quanto al prezzo varia tra i 20 ed i 35 euro, a seconda della edizione. Ve ne è poi una espansione già uscita, ossia Dixit 2 ed a giugno dovrebbe uscirne una nuova edizione, anche per più giocatori (fino a 12), ossia Dixit Odissey. Ispirato sempre al gioco originario è poi la nuova uscita del 2010 dello stesso autore, ossia Fabula.
Saluto quindi e ringrazio per l’aiuto Stefania, nonchè i lettori che sono arrivati sin qui e dò a voi e a lei appuntamento per il prossimo grande classico …
Ringrazio io Fabio per i consigli che stanno rendendo ancora più ricco e divertente il nostro stare insieme, sia in famiglia che con i nostri amici e giro ai lettori una frase che gli scrissi in una delle nostre prime mail (mi autocito, praticamente) pensando a che fine avessero fatto Pinocchio e Lucignolo nel paese dei balocchi: giocare in un certo modo può rendere meno asini i bambini che saranno gli uomini di domani.E ,aggiungo, può far riaffiorare nei grandi fanciullezze sopite e sensibilità tramortite…
Sarò felice di raccontare gli altri giochi che stanno entrando a poco a poco in casa nostra, a presto!
— Le immagini sono tratte dal manuale o dal sito della casa (Libellud), alla quale appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco e saranno rimosse su semplice richiesta. —