P/review – Cardcassonne

Inizio questa presentazione dicendo che il goco (per 2-5 giocatori) del quale ci occupiamo oggi, ossia CarDcassonne, prodotto dalla Hans im Gluck ed ideato dalla coppia Karl Heinz Schmiel e Klaus Jurgen Wrede, non ha, nonostante il nome che gli è stato attribuito, nessuna reale parentela con la serie Carcassonne, rappresentando quindi il palese richiamo al fortunato predecessore solo una trovata di carattere pubblicitario.

Si tratta infatti di un gioco di carte piuttosto semplice, da considerarsi come un valido fillerino, con meccaniche di collezione di gruppi di carte e con un certo contenuto di azzardo ed alea o, per dirla all’americana, di push your luck, che quindi nulla ha a che fare con il piazzamento tessere.
Materiali
A disposizione dei volenterosi giocatori vi è un set di materiali piuttosto compatto, trattandosi appunto di un gioco di carte. Aprendo la scatola si trovano infatti al suo interno 4 schede di cartone, destinate ad essere collocate sul tavolo a formare un ‘serpentone’ segnapunti ed identificata ciascuna con un colore, in modo tale che le carte sono destinate ad essere collocate al loro fianco, rispettando il colore di corrispondenza.

Oltre a ciò vi sono 2 ‘trippolini’ per colore, uguali per forma a quelli di Carcassonne (questa è l’ispirazione più evidente al lontano progenitore), uno dei quali da utilizzarsi come segnapunti ed uno nel corso del gioco, una tessera ‘forziere del tesoro’ per ogni giocatore (che svolge una funzione puramente coreografica), ed una decina di carte riassuntive dei valori di animali ed edifici, utili per ricordare i punteggi che tali tipi di carte attribuiscono. Completa il tutto, naturalmente, il mazzo da 130 carte, ossia trenta per ciascuno dei 4 colori, più 10 jolly. Ogni set di carte (colore) è poi composto da 16 carte ‘persona’ (dal valore variabile, da 1 a 3), 5 ‘edifici’ e 9 ‘animali’: ciò sarà utile ai fini della attribuzione dei punteggi.

Regole e meccanismi
Per chi fosse interessato, naturalmente, faccio rinvio al regolamento completo, disponibile in inglese sul sito Boardgamegeek ed in italiano sulla Tana dei Goblin, tradotto da TetsuoLiF. In ogni caso le regole sono decisamente semplici, presentando qualche minima difficoltà, più che altro mnemonica, solo con riferimento al meccanismo di calcolo dei punti.
Prima di tutto è necessario preparare il tavolo di gioco, collocando le quattro schede ‘punteggio’ una sopra all’altra, poi si pescano le prime dieci carte e le si pongono , divise per colore, a fianco delle schede (si noti che il  colore delle carte non ha nulla a che fare con quello dei giocatori, che NON le possiedono). I jolly possono essere posti dal mazziere dove desidera.

Vengono quindi distribuite ai giocatori 4, 5 o 6 carte (a seconda che si giochi in 5, 3/4 o due giocatori) ed ha inizio la partita, che si svolgerà in un numero di round (corrispondenti al numero di distribuzioni di carte) compreso tra 6 e 10 (a seconda del numero dei giocatori, ossia il numero di distribuzioni necessarie per finire il mazzo). Ad ogni turno il giocatore a cui sta ha solo due alternative, ossia o giocare una delle carte che ha in mano, collocandola in fila, di seguito a quelle già presenti, nella riga corrispondente al suo colore (NB la prima carta che si gioca per round va collocata dove si desidera, coperta), oppure piazzare il proprio trippolo in una delle righe di carte, a fianco di quelle già piazzate, che alla fine del round diverranno in questo modo sue. Il round prosegue sino a che tutti i giocatori non avranno terminato i trippoli e le carte in mano.

Ognuno procede quindi a ritirare le carte che ha ‘prenotato’ con il proprio trippolo (ossia tutte quelle alla sinistra di esso, fino alla scheda corrispondente od ad un trippolo altrui) ed a calcolare i punti. Le carte persona attribuiscono un punteggio pari alla somma dei loro valori moltiplicato il numero di carte (es. tre carte, da rispettivamente 1,2 e 3 punti attribuiscono 18 punti totali) e quelle animale vengono collocate davanti a se e danno il numero di punti indicato sulla apposita scheda (esempio 2 di esse danno 6 punti). Si noti che se si hanno già altre tessere animale davanti a sè il punteggio che si otterrà sarà quello corrispondente al TOTALE delle tessere animale possedute. Le tessere ‘edifici’ andranno invece messe da parte per il bonus finale e quelle coperte, se del colore sbagliato, daranno 10 punti al giocatore, che potrà scegliere, se sono ‘animali’ o ‘edifici’, di utilizzarli come tali (nel primo caso, ottenendo punti) oppure metterli via (se edifici).
Si procede così sino ad esaurimento dell’ultimo round di gioco: a quel punto ognuno ottiene un bonus a seconda di quanti colori di edifici ha nel proprio forziere.

Impressioni
A livello di primo impatto visivo è un titolo sicuramente gradevole, al quale è stato dato intelligentemente un titolo derivato dal un blockbuster come Carcassonne, al solo fine di richiamare i fedelissimi della serie. I materiali sono adeguati allo scopo e di buona qualità, così come i colori, pastellati: chiaramente resta un gioco di carte, pur con la cosmesi eseguita, per cui non è che alla fine la scatola sia precisamente piena di materiali.
Quanto al tema di fondo c’è da dire che è assente del tutto: i disegni di stampo medievaleggiante sono carini, ma non c’è, di fatto, alcuna pretesa di avere un tema che aderisca al gioco, il quale rimane sotto questo profilo astratto.

Quanto alle regole si tratta di un gioco decisamente semplice e caratterizzato da un forte fattore fortuna piuttosto elevato: le meccaniche proposte lo rendono comunque sfizioso, in luce di un meccanismo di calcolo dei punteggi che spinge a qualche riflessione. Il fatto che ad ogni giro si abbia a disposizione un solo trippolo spinge infatti a chiedersi, di volta in volta, se valga la pena di rischiare di aspettare ancora prima di ‘prenotare’ le carte da prendere, magari ‘coltivando’ il colore prescelto aggiungendovi una carta, oppure se sia preferibile accontentarsi di quello che c’è, per non rischiare di rimanere alla fine con un pugno di mosche. E’ inoltre possibile elaborare un minimo di tattica sui punti, scegliendo di volta in volta se dedicarsi alla raccolta di specifici tipi di carte (vedi animali o edifici, questi ultimi in vista del bonus finale) o se invece puntare sulla quantità. Altra scelta da compiere è infine quella di piazzare presto il trippolone quando se ne ravvisa l’utilità oppure se attendere lo sviluppo del gioco, in vista di maggiori affari per il momento in cui gli altri saranno costretti semplicemente a calare le proprie carte. Chiaramente in due il gioco scorre diversamente che in 4, perchè è logico che si attenda sempre molto prima di giocare, per non dare troppe facili opportunità all’avversario.
In definitiva il titolo, che si può reperire in giro per internet al prezzo di circa 15 euri (potete anche prenderlo fuori Italia, perchè non ha componenti in lingua), è adatto al gioco per famiglie e può essere considerato un valido riempitivo per serate più impegnative, visto che le partite possono durare anche meno di una mezz’oretta. Il fattore fortuna, presente in forma massiccia, come normale in un gioco di carte non troppo elaborato come questo, è parzialmente smussato grazie alla presenza di vari modi di ottenere punti, però resta comunque dominante.
E’ pertanto un giochillo simpatico, con precisi limiti, ma senza neppure troppe pretese che, stante il buon rapporto qualità – prezzo, può trovare numerosi estimatori.

– Le immagini sono tratte  dal manuale, da BGG (postate da André Kretzschmar e fabrice vandenbogaerde ) e/o dal sito della casa produttrice (Hans im Gluck) alla quale appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —