Anteprima – Button Up!

scritto da Fabio (Pinco11)

Il gioco di cui ci occupiamo oggi è un astratto. Ok, potete continuare a leggere lo stesso, perchè è un astratto carino e ben realizzato, con dei componenti davvero simpatici ed adatto un pò a tutti, oltre che tanto portatile da poter essere giocato tranquillamente al mare. Che dite, sono riuscito ad incuriosirvi abbastanza da andare avanti a leggere ?
Vabbè, per chi stia proseguendo dico subito che l’ambientazione teorica (lo so, mi state dicendo, ma di che ambientazione parli, che è un astratto ?, ma andiamo avanti) è quella di una lotta tra due generali, capi di altrettanti eserciti di bottoni, ossia Napoleon Buttonaparte e Ludwig Von Buttonburg, i quali si sfidano in una battaglia all’ultimo punto. Il titolo del gioco è Button up!, il suo ideatore è il noto Bruno Cathala  e l’editore è la Jactalea (è un gioco per 2, che si svolge in dieci minuti, è adatto dagli otto anni in su ed è indipendente dalla lingua, salvo il manuale).

Allons button de la Patrie …

Allora, parto dai materiali per dire subito, mescolando già i commenti alla descrizione del gioco, che rappresentano un punto di forza del prodotto, visto che, invece che i soliti pezzi anonimi, stavolta si  scelto di caratterizzare i nove dischetti (tre per colore dei due giocatori e tre neutri) con i quali si gioca mascherandoli da altrettanti bottoni. I dischetti segnapunti sono a loro volta a forma/disegno di piccolo bottone ed il gioco si svolge sul tavolo, al centro del quale è posto il dischetto disegnato con i due generali.
Intorno ad esso sono collocati, casualmente, i nove bottoni / dischetti ed il gioco ha inizio.
Al proprio turno il giocatore non fa altro che prelevare una pila di bottoni nella quale ce ne sia almeno uno bianco (sono ipotetiche ‘spie’) e distribuisce i pezzi che la compongono poggiandoli uno per ciascuna pila successiva (partendo da quello più in basso) in senso orario. Al primo turno, quindi, si potrà muovere solo un gettone bianco, poggiandolo sopra al gettone al suo fianco. 
Uniche particolarità sono che se l’ultimo gettone che si posa è dello stesso colore di quello che copre allora il giocatore svolgerà una seconda mossa di fila e che nel corso di un giro non si possono poggiare gettoni su di una pila più di una volta, per cui tutti quelli che si hanno ancora in mano ove ci si trovasse a dover eseguire un secondo ‘passaggio’ andranno lasciati sull’ultima pila. 
Il gioco procede sino a che tutti i bottoni sono su un’unica pila e si attribuiscono i punti, ossia 9 al gettone più in alto 8 quello sotto e così via: si fa la differenza tra i punti ottenuti da ciascun generale e si segnano (con i bottoncini punto). Chi arriva primo a 15 vince.

Aux armes, button

Si tratta, come avrete capito benissimo, di un giochillo di quelli che si spiegano in un lampo e che difficilmente vanno a riempire una mesata di serate, perchè nella sua semplicità Button Up! si presta, ragionevolmente, a poter essere capito abbastanza rapidamente nelle sue ‘strategie’. E’ però un giochetto che stimola a riflettere, anche i più piccoli ai quali lo si voglia sottoporre, e che nella casualità della distribuzione dei pezzi trova uno spazio di rigiocabilità.
E’ chiaro che non vuole essere un emulo degli scacchi, ma la confezione piccola e la cura posta nei particolari della realizzazione della componentistica e, perchè no, nella simpatica ‘ambientazione’, lo rendono attraente il giusto per avermi spinto a parlarvene.
Il prezzo di listino è poi di 10 euro, per cui potrebbe anche solleticare fantasie estive di gioco sotto l’ombrellone (pensate che potrete anche giocarlo direttamente sul tavolino tondo intorno al palo …).
Per chi lo volesse provare segnalo che il gioco è pure disponibile per il gioco online sul sito di cui al link qui. C’è anche un video in francese che illustra le regole (lo trovate qui ed è da esso che ho tratto l’immagine con i componenti di gioco).
 — Le immagini sono tratte dal sito della casa. Tutti i diritti sui giochi appartengono agli Autori e alla Case editrici. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione dei giochi. —