Poco tempo fa, nell’introdurre l’argomento dei giochi ad ambientazione ferroviaria, ho brevemente accennato ad una categoria di titoli, destinati ad un pubblico di appassionati molto specializzato, accomunati da un set di regole di base abbastanza uniforme, ossia quelli appartenenti alla serie 18XX.
Cosa ci sarà nella scatola e come si gioca ..
Il tabellone che ritrae le due isole di cui parlavo nella premessa costituisce il piatto forte della componentistica, ma vi sono anche varie schede personalizzate per le singole compagnie ferroviarie, nonchè numerose tessere esagonali per i collegamenti ferroviari. Vi sono poi banconote, schede e segnalini vari utili per tenere traccia delle numerose attività svolte all’interno della partita.
Quanto allo svolgimento del gioco mai come in questo caso vado per sintesi, rinviando gli interessati alla lettura del manuale disponibile sul sito della casa (è in inglese, ma vista la ristretta cerchia dei fan del genere era effettivamente la sceltà più logica, visto che limitarsi all’italiano sarebbe stato commercialmente suicida – in italiano c’è una sintesi delle regole).
I vari turni di gioco sono qui articolati sulla base di una alternanza tra fasi nelle quali i partecipanti si concentreranno sull’aspetto borsistico della competizione (stock) ed altre nelle quali si procederà alla gestione delle singole compagnie delle quali si sia acquisita una maggioranza di azioni (e siano attive). Sono presenti le principali dinamiche tipiche della serie 18xx, quindi il fulcro del gioco sta nel rendere attive le varie compagnie ferroviarie che sono destinate a stendere il proprio tracciato sulle due isole, ciascuna partendo da una città designata e poi gestirle in modo economicamente vantaggioso, sia per loro, che soprattutto, per i possessori delle loro azioni (due obiettivi che spesso non collimano).
Acquistando le azioni i giocatori dotano le compagnie dei fondi necessari per svolgere poi le proprie azioni , che consistono generalmente nella posa di binari (ovvero delle tessere esagonali che li ritraggono stilizzati) destinati ad unire le varie città (ed in questo caso anche i centri minerari), nonchè nella gestione di stazioni (le quali permettono il passaggio dei propri treni da alcuni centri, impedendo, in caso, quello degli altri) e delle dotazioni di locomotive, le quali nel corso del gioco (ovvero del teorico passare degli anni) sono destinate a dover essere sostituite da modelli sempre più efficienti (ovvero in grado di percorrere tratte più lunghe). Nelle fasi borsistiche quindi si cercherà di accaparrarsi il controllo delle compagnie più promettenti, nella speranza di poter fruire sia dei guadagni derivanti dalla distribuzione dei loro guadagni, sia dell’aumento di valore a ciò connesso che deriva alle loro azioni. E’ possibile in questa occasione anche acquistare azioni di compagnie gestite da altri (arrivando anche all’estremo possibile, per uno o più giocatori, di non avere la maggioranza in nessuna compagnia, limitandosi essi a concentrarsi sull’aspetto borsistico), così come giocare sulle maggioranze cercando di ‘scaricare’ su altri partecipanti il pacchetto di maggioranza di compagnie in difficoltà, costringendoli (solo loro !) a partecipare con il proprio portafoglio all’acquisto di costose locomotive, per ammodernare quelle obsolete della compagnia in questione.
Oltre a quanto generalmente descritto qui compaiono alcune particolarità, come accennavo. La prima consiste nella presenza di una sorta di ‘giocatore virtuale’, ossia i Dragons, i quali rappresentano dei teorici ‘investitori esteri’, i quali nell’ambito dei turni borsistici interverranno sul mercato seguendo alcune specifiche regole di comportamento, rendendo possibile per i giocatori esperti lucrare adeguatamente sui loro movimenti, i quali provocano normalmente dinamiche complesse sul mercato azionario. La seconda è la presenza di un meccanismo di ‘assorbimento’ di compagnie, il quale consente di unire due di esse che siano sotto il controllo dello stesso giocatore (costringendolo ai necessari conguagli a favore degli altri azionisti). Vi sono poi una dinamica propria di calcolo dei profitti delle ferrovie, nonchè la presenza di compagnie marittime di supporto, di centri minerari e via dicendo.
Impressioni
Ribadisco, prima di tutto, che sto trattando di un titolo molto peculiare e destinato a soli giocatori esperti, senza reali possibilità di essere proposto a neofiti: al limite esso, proprio in virtù della cura adottata verso l’aspetto grafico, potrà essere considerato come un possibile titolo di ingresso per chi voglia dedicarsi a questo tipo di giochi, nella categoria degli 18xx, per quanto, lo ribadisco, ve ne siano altri (vedi il recente Poseidon) che, proponendo meccaniche semplificate, si propongono decisamente meglio come gateway nel genere. Le impressioni che traggo sono quindi destinate al pubblico di fan di riferimento e non all’occasionale giocatore.
Partendo dall’estetica direi che essa rappresenta vero punto di forza del gioco: la stessa mappa è veramente efficace e la definirei all’inglese gorgeous (per quanto possa esserlo una mappa, ovviamente), con una palette di colori davvero azzeccata. Le immagini danno un’idea, ma vederla dal vivo dà una impressione anche migliore: le stesse schede delle compagnie e le tessere utilizzate sono parimenti curate, rendendolo un gioco davvero attraente, soprattutto in confronto con molti altri titoli del genere, caratterizzati da un classico uso di esagoni con colori a tinte unite per simboleggiare i diversi tipi di terreni.
Quanto alle regole chiaramente solo giocandoci ci si potrà esprimere su quanto siano equilibrate, ma i tocchi personalizzati che rendono ragionevole acquistare, per un fan degli 18xx, una nuova scatola, sembrano esserci tutti. Non ha infatti senso parlare di un vero e proprio nuovo gioco se si propone solo una localizzazione geografica, altrimenti sarebbe sufficiente proporre mappe addizionali per questo o quel titolo della serie: in questo caso direi che ci sono tutti gli elementi per parlare di un titolo autonomo e nuovo, che propone sfide particolari. Tra queste interessante è quella dei dragons, i quali promettono di rivelarsi utili non solo per dare vitalità alle partite a due, ma anche e soprattutto di dare vivacità alle dinamiche del mercato borsistico, che in certe fasi del gioco tendono in molti titoli a ‘sedimentare’. Carine risultano anche le altre idee proposte e, per quanto si parli sempre di un gioco che sta nelle 4 ore a partita, direi che il titolo sembra decisamente ben realizzato, soprattutto per essere una prima produzione.
In definitiva credo che il titolo, prendendo le mosse da una attenzione per l’estetica (anche l’occhio vuole la sua parte), utile per farsi notare nella relativa ‘selva’ di titoli ispirati al genere di riferimento, proponga simpatiche ed interessanti meccaniche di gioco, tali da costituire una sfida per gli assai riflessivi giocatori che normalmente si dedicano a questi giochi ferroviari ‘pesanti’ e molto gestionali. L’algoritmo che regola il movimento del giocatore ‘virtuale’ sempre presente inserisce infatti un ulteriore elemento da considerare, che potrà risultare sicuramente gradito e stuzzicare l’attenzione. Personalmente, e questo lo dico per far leggere sotto la giusta prospettiva l’articolo, ho giocato, della serie, solo a 1830 e questo titolo mi sembra che compia un ulteriore piccolo passo verso la complessità (lo dico in senso positivo, come sfida per i giocatori). Trattandosi, infine, di una casa editrice neonata (o meglio nascente) direi che i presupposti sono buoni: resta da riscontrare la qualità del prodotto quando arriveranno le prime copie dalla produzione.
[AL] Grazie a te per l’ospitalita’ e arrivederci a presto.