Report – Lucca Games 2013

scritto da Fabio (Pinco11)

Eccomi ancora qui a scrivere il mio annuale report di Lucca Games: noterete che non faccio menzione della prima parte del nome della manifestazione, ovvero Comics, ma è solo perché io ogni volta mi ficco dentro alla tensostruttura che ospita i solo giochi, limitandomi per altro alla sua parte dedicata ai boardgames, senza avventurarmi minimamente per le vie del centro dedicate ai fumetti.

Quest’anno dire, senza andare a scomodare i comunicati ufficiali, che è stato un vero e proprio bagno di folla, per cui l’evento sarà catalogato come un grande successo, sia per l’organizzazione, che per gli espositori, che nel nostro settore erano tra il distrutto (per la fatica) e l’ultrafelice, tanto che alcuni mi dicevano di aver stabilito, nella giornata di venerdì, i loro record assoluti di vendite in una giornata di Lucca. A questo han fatto da conferma le dichiarazioni ufficiali dell’organizzazione, che parla di oltre 200.000 visitatori paganti per l’evento (ed oltre il doppio di non paganti che hanno semplicemente percorso le vie del centro cittadino).
Aspetto collaterale di ciò, naturalmente, è rappresentato dalla quantità di gente che nei ristretti spazi della tensostruttura ti spingeva, saltava in testa, camminava sopra … 😉
Queste sono le strade … pensate a cosa erano i tendoni …

Parto dal mio giro virtuale, sempre senza alcuna pretesa di completezza, in quanto, lo premetto sempre, mi soffermo su quello che attira la mia attenzione e quest’anno sono anche scusato dal fatto che certi stand rischiavo proprio di perdermeli, in quanto inghiottiti dalla folla.

Il primo espositore che ho incocciato (ripercorro nello scrivere la cartella delle foto) è la dVGiochi che proponeva una linea di titoli che vedeva come punta di diamante Bang! The dice game, ovvero la versione di dadi del fortunato capostipite dell’editore umbro. Il titolo (ideato dalla coppia Palm  Zach) prevede meccaniche semplificate e velocizzate, mantenendo lo stesso tema di fondo del suo predecessore, tra spari, schivate, dinamite ed indiani!

Al suo fianco un party game del quale a breve ci occuperemo, ovvero The Great Persuader, del trio Dilek, Tekin, Barlok, per 3-8 giocatori, il quale propone la sfida di convincere, a turno, l’acquirente, della presunta bontà di orrende offerte.

Tra i tavoli ho poi notato anche la riedizione, celebrativa dei 20 anni di Lucca Games ed in scatola di metallo, rivista e corretta, di Lucca Città, di Alex Zucchini, nonché un gioco destinato al mass market, ovvero Quiz Chef, il quale sfrutta la faccia di Simone Rugiati quale testimonial per una carrellata di domande a tema gastronomico.

Lì vicino era la Uplay.it, che si presentava come editore, proponendo davvero un bel numero di novità localizzate nella nostra lingua.
Il primo titolo visto è Love Letter, giochillo che distilla in 16 carte meccaniche che ricordano quelle del glorioso Citadels: edizione occidentale dell’omonimo originale giapponese ideato da Seiji Kanai, ha spopolato prima negli States con l’edizione AEG e poi in Europa, dove era proposto ad Essen dalla Pegasus.

Al suo fianco, restando nei giochi di carte, ecco Seven Seas, riedizione con grafica rivista dall’italiano Fabio Porfida, dell’originario Guildhall, di Hope S. Swang, made in AEG, nonchè Venerdì, simpatico solitario ideato dal genietto dai capelli verdi (Friedman Friese) nel quale si è chiamati a vestire i panni del nostro naufrago preferito, alle prese con la missione di fuggire dall’isola nella quale è approdato.

Passato il repackaging di Hive, incoccio quindi il cinghiale dell’anno, ovvero Caverna, di Uwe Rosenberg: personalmente sono rimasto un pochetto indietro con i titoli dell’autore, dovendo ancora provare Ora et Labora, ma gli amici che hanno provato la sua ultima fatica me lo descrivono come il suo ‘titolo definitivo’ del filone iniziato con Agricola. Tantissima roba, come vedete dalle immagini e tantissime scelte ..
Al suo fianco ecco poi la prova demo (quelle di vendita non erano ancora arrivate) di Bremerhaven, interessante titolo per 1-4 giocatore di Robert Auerochs, nel quale i giocatori competono tra loro, spendendo ogni turno 5 carte influenza (l’ho provato in 3, non so se aumentano con il variare dei giocatori) per aggiudicarsi edifici, navi merci e contratti da adempiere, il tutto con meccaniche di aste alla cieca.
Per chiudere (con quello che ho notato, aggiungo che c’erano anche alcune espansioni, mi sembra di Gingkopolis e Village), c’erano poi Bruxelles 1893, reduce dal buon successo di Essen (ultimo uscito nella linea Pearl Games, nota, tra l’altro, per Troyes e Tournay), Smash Up, gioco di combattimento di carte tra fazioni molto particolari (alieni, zombie, vampiri, …) e 12 Realms, che spiccava con le sue miniature e grafica attraente.

Alla Cranio campeggiavano, come al solito i due pazzi ritratti a fianco, i quali concorrevano per il premio ‘migliori facce da Halloween’: credo che la foto a fianco dimostri la loro reale concorrenzialità per il riconoscimento!

Ai loro stand per primo si notava il bel Steam Park, titolo ideato dal trio Silva, Tucci Fiorentino, Buonfino, ed illustrato (ci tengono a sottolinearlo) dalla nota Marie Cardouat, ovvero la grafica nota per Dixit. Del gioco in questione se ne parlava da tempo, sotto diversi nomi, e finalmente è arrivato, riscuotendo un bel successo di pubblico, per ora, grazie anche alle ricercate giostre a tema vagamente steampunk.

Per il noto Dungeon Fighter era proposta invece la espansione Fire at Will, un’immagine della quale campeggia (per loro gentile concessione) da tempo sullo sfondo del nostro blog, mentre per Tzolk’in era proposta l’attesa espansione Mayan Calendar, la quale consente di giocare ora in 5, prevedendo in aggiunta la presenza di tribù di partenza, per dare più asimmetricità al gioco, nonché di ‘profezie’ da adempiere. Rompendo un poco con la mia assoluta idiosincrasia per le espansioni, questa l’ho presa, per cui vi sarò sapere che ne penso … 😉

Chiudo quindi con una localizzazione (ancora in attesa quella di Glass Road, prevista in arrivo nel nuovo anno), ovvero con Tash – Kalar, gioco a base di carte, ideato dal geniaccio Chvatil (quello di Mage Knight), il quale stavolta propone sfide a base di riconoscimento schemi, che sollecita le capacità di visualizzazione nello spazio di figure. Anomalo, devo ancora capirlo (.. sono virtualmente ancora lì seduto al tavolo a provarlo in fiera … avevo un pochetto di sonno arretrato, per cui vedevo figure mistiche, più che l’orco di montagna …), ma anche di quello, come della pilata di roba che ho portato a casa tra Essen e Lucca, vi parlerò nei prossimi mesi 😉

Alla Oliphante (nel cui stand era ospitata anche la Kaleidos di Spartaco Albertarelli), editore che si muove silenzioso, ma efficiente, era proposta una bella messe di titoli, a partire dall’accoppiata Hanabi di Antoine Bauza – Augustus di Paolo Mori, intelligenti intuizioni, acquisite prima dei successi da essi ottenuti (il primo allo Spiel des Jahres ed il secondo al nostro Gioco dell’anno).

Al loro fianco ho notato (e preso), attratto dal fascino delle pietre striscianti (in realtà in plastica, con biglie dentro), Compact Curling, simulazione dell’omonimo notissimo (e ben poco praticato, almeno qui da noi) sport invernale simil – bocce che riscopriamo sempre in occasione delle olimpiadi invernali. Tra gli altri cito poi i titoli della Gigamic (ho notato, ma non giocato, acc… Ovo) e Thinkfun.
L’amico Spartaco mi ha invece parlato a lungo dei progetti in corso dell’editore, con collaborazioni con il Politecnico e con l’edizione app di Kaleidos (ma non solo), in fase di realizzazione. L’esperto nume tutelare del boardgaming italico (vincitore anche del premio alla carriera di Lucca) ci ha promesso la sua disponibilità in vista di una puntata del nostro poadcast!!!

Di fronte a loro c’era quindi la gloriosa Editrice Giochi, con i suoi cavalli d battaglia, Risiko, Metropoli e Scarabeo (del quale celebrava l’anniversario), ma anche diversi titoli nuovi, come Il gioco delle bandiere, Prendi la parola, Dolcetto o scherzetto, Visual Game ed i recenti, per bambini Trovami!.


Alla Dast@Work mi hanno riferito invece della loro avventura ad Essen, dove hanno proposto ancora il loro C.o.a.l. (illustrato dal nostro podcaster Alan D’Amico) ed i Signori dei Draghi.

Affollatisimi erano poi i tavoli alla Asterion, dove erano presentate davvero diverse novità, a partire dall’attesissimo Nations, in carne di vero cinghiale, del quale il nostro polloviparo ha scritto una dettagliata recensione che in questi giorni avrete finalmente modo di leggere.
Al suo fianco c’erano la riedizione pimpata di Pandemia, il recente Mascarade, di Bruno Faidutti, classico di carte che si colloca nel filone dei bluff e controbluff tanto caro all’autore francais, nonchè La Boca, del duo Brand, incentrato sulla comunicazione e riconoscimento di schemi, con bei materiali in legno (Chris sta lavorando sulla sua recensione) che mi riferivano essere in procinto di fare sold out.

Il cartello Sold Out campeggiava inoltre già sabato per il loro Zombicide, gioco di miniature a tema zombie che pare aver spopolato, vendendo in pochi giorni l’intera tiratura prodotta.
Tra le numerose news sui tavoli ho poi notato il mastodontico ed imponente (scatola peeesante!!) Merchant of Venus, riedizione di peso del classico della Fantasy Flight, titolo a base di commercio, competizione e tanta fantascienza!
Tra i ‘piccolini’ c’erano, infine, Jungle Speed Safari e Lo Squalo!, di Dave Chalker, tanto nascosto che gli stessi Asterii sisono dimenticati di metterlo sul loro sito, edizione italiana di Get Bit!, titolino per 2-6 giocatori, in irresistibile (per me, tanto che l’ho preso) scatola di latta, nel quale i partecipanti devono fuggire, perdendo pezzi nella nuotata, da un branco di famelici pescecani !!!

Passando al settore gdr c’era invece la bandiera di Sine Requie U.S.A., titolino ambientato in una America ucronica moooolto rassicurante (ecco il loro comunicato stampa descrittivo: Il 6 Giugno 1944 i Morti trascinarono il mondo nel più oscuro degli inferni. Nel Giorno dei Tre Soli New York e Washington D.C. vennero rase al suolo dalla potenza delle bombe atomiche. Adesso è il 1957, grazie al Butoprofene Acilato l’incubo dei Morti Affamati è solo un lontano ricordo. Gli Stati Uniti d’America stanno entrando in una nuova era di pace, benessere e sicurezza. Eppure qualcuno percepisce una realtà diversa. In alcune zone il Sud sta risorgendo, sotto il controllo dei bianchi cappucci del Klu Klux Klan mentre nella Città Libera di New Orleans culture diverse si mischiano e si inchinano alla magia del Vudù, creatrice di Zombi. Il resto dell’America è un luogo devastato, selvaggio e ricco di misteri, dove i Radioattivi portano violenza e morte, e dove creature senza nome marciano senza sosta”).

Alla Red Glove erano invece praticamente chiusi dentro ad uno stand – gabbia, che li proteggeva dall’assalto dei visitatori, decisamente attratti dalle numerose offerte proposte al loro outlet, con giochi a partire da 5 euri!!! Come novità, comunque, era presente Valtriani a spiegare il suo Super Fantasy, titolo hack and slash ispirato ai blockbuter dei videogiochi ad ambientazione di esplorazione labirinti sotterranei. Al suo fianco c’erano, per il pubblico dei più piccoli, diverse delle uscite della linea kids dell’editore marmifero (vedi l’articolo dedicato), come  L’isola del Tesoro.


Allo stand della manifestazione c’erano invece in esposizione i giochi di carte vincitori dei premio
gioco inedito, presente e futuro ovvero Shooting Star, del duo Zini – Amoretti, e Pirati in Vacanza, di Luca Bellini.

Da Raven erano quindi proposti diversi titoli, appartenenti ai vari marchi distribuiti dalla casa, a partire dal Carnival Zombie della Albepavo, titolo che punta moltissime carte sulla eccellente grafica distintiva dei lavori del duo Santus – Jocularis (ricordate Winter Tales?), per passare al Fun Farm della Post Scriptum, con i suoi animaletti pacioccosi e sofficiosi, per arrivare al gestionale di carte (in prova nel pigia pigia dell’area demo) Florenza il gioco di carte della Placentia Games (ideato da S. Groppi) ed al decisamente più sbarazzino Squillo il gioco di carte. Ho anche rivolto la classica domanda legata all’uscita di TTA (chi è interessato sa di cosa sto parlando solo dall’acronimo) e mi dicono che le cose stanno procedendo, anche se hanno avuto dei ritardi per via di alcune imprecisioni che, complici difficoltà di contatto con i licenziatari, stavano cercando di risolvere. Tempi precisi non ne ho saputo, ma è già tanto (per i sospiranti in attesa) sapere che ci stanno lavorando sopra con l’idea di riuscire presto a chiudere il progetto!

Nell’Area Autoproduzione ho poi incontrato, al solito, il raggiante Porazzi, stavolta più felice del solito, vista la presenza al suo fianco delle muse ispiratrici del suo progetto Assist Porcellini Cosplay, con Lucrezia Crisci nei panni della donna stella di Warangel!


Subito dietro c’erano poi gli stand di Ready to Rock, con l’autore Tommaso Bonetti letteralmente galvanizzato dal successo ottenuto anche ad Esse e la sempre presente Serfer Giochi.

In casa Ghenos grande era l’attenzione per la localizzazione di Krosmaster Arena, edizione ‘analogica’ del videogioco, con sfide tra diverse miniature mooolto collezionabili. I tavoli relativi erano, a dir poco, sommersi da potenziali giocatori in fila.
Al loro fianco vi erano poi le due uscite ‘proprie’ dell’editore, ossia la corsa delle pecore di The Sheep Race di Roberto Mancino, nonchè Leonardo, di Charles Chevalier.

Quale ospite c’era anche Romolo o Remo? di Michele Quondam – Giochix, bel cinghialetto nascosto sotto le mentite spoglie di un tabellone modulare fatto ad esagoni che riporta alla mente titoli di altro target, come Catan.


Giochi Uniti, vero gigante del settore, con un gran numero di tavoli e dimostratori a disposizione del pubblico (complimentoni!). Qui i titoli presentati erano davvero numerosissimi (c’era anche il tradizionale spazio outlet, visitato, dove qualcosa ti rimane sempre attaccato alle mani), per cui cito solo quelli che ho potuto meglio intravedere tra la solita selva di gente.
Enorme era poi lo spazio occupato dalla
Segnalo quindi Venetia, made by Maggio – Nepitelli, per i tipi della Stratelibri, appassionante e graficamente attraente, nel quale si è chiamati a ricoprire il ruolo di famiglie nobiliari della nota repubblica marinara, attraversandone la storia attraverso nove secoli.

Al suo fianco di erano quindi il Mistero dei Templari, di Silvio Negri Clementi, sempre per Stratelibri, nonché una recente localizzazione dalla FFG, ovvero Gearworld, titolo che mescola meccaniche di combattimento con altre un poco alla tedesca (ci sono l’acquisizione di risorse, la costruzione di strutture, gli scambi alla Catan), tipo il fatto che i combattimenti avvengono per calcolo matematico del valore delle truppe, senza l’uso di dado.
Bello spazio, poi, per gli utenti di rpg, con Rogue Trader, così come disponibili erano diversi giochi di carte (tipo Android Netrunner) ed altri prodotti localizzati dalla edizione FFG, come Relic, basato sul sistema di gioco di Talisman, in ambientazione Warhammer 40.000.

Passando in rapida rassegna il resto di quello che ho visto, più o meno di passaggio, c’era lo stand Hasbro, con i suoi family Games, quali le varie edizioni del Monopoly, quello delle carte di Magic e quello delle omologhe di Yugi Oh.

Ancora di passaggio ho notato il gioco di carte di Ninja Shadow Forged, quello di WarAge, la Coyote Press e Narrattiva.



Nutrito anche il pubblico nella sezione dedicata ai giochi di miniature, con gli stand di vari editori: varie le iniziative proposte, anche di introduzione alla pitturazione, per un genere che coinvolge attivamente sia gli appassionati della strategia, che quelli del modellismo.

Arrivo quindi, come sempre, alle conclusioni. La prima cosa che ribadisco è che Lucca Games continua a rappresentare tappa fondamentale ed obbligata nel panorama ludico (da tavolo) nazionale e questo per almeno due (cito i principali) motivi.

Il primo è che la fiera cade proprio la settimana dopo di quella di Essen, per cui tutti gli editori di casa nostra ci arrivano avendo appena presentato sul mercato le principali novità della loro annata, per cui rappresenta la vetrina ideale per proporre il proprio catalogo per la stagione seguente, con il Natale, momento chiave per le vendite, alle porte.

Il secondo, più di rilievo, è che Lucca riversa letteralmente secchiate di persone, a migliaia e migliaia, sugli stand di editori di giochi da tavolo che normalmente fanno una fatica assurda a farsi notare dal grande pubblico, il tutto con un ritorno immediato di vendite (gli incassi restano, a quel che mi dicono buonissimi), ma soprattutto di visibilità, considerando che molta gente il fatto che esistano giochi da tavolo del tipo e quantità che intravedono (è solo la punta dell’iceberg) a Lucca ha modo di scoprirlo quasi solo lì.

Chiaramente la cosa porta con sé un effetto collaterale, ovvero quello che se metti un fiume in piena di persone all’interno di una struttura che ne potrebbe comodamente alloggiare un torrentello, è normale che residui un pochetto di insoddisfazione per il pigia pigia tritatutto nel quale ti vieni a trovare. Passano gli anni e la voglia di fare la sardina diminuisce, per cui (personalmente) sono sempre più propenso a considerare Lucca occasione per fare un giretto di acquisti, due chiacchiere con gli amici e stop, con poche occasioni per giocare (a meno di non poter sacrificare un giorno non festivo, come hanno fatto diversi amici, i quali sono andati di giovedì, trovando tutto molto più snello). L’anno scorso, nonostante la calca, eravamo riusciti comunque a provare diverse cose, per cui può essere che sia per via dell’aumento dei visitatori che le cose siano peggiorate.

Per la ‘nicchia’ dei giocatori più appassionati l’appuntamento ideale dell’anno è quindi sempre più quello di Modena (la Play), ricordando comunque che non si può impostare la relazione tra i due eventi in chiave di competizione, ma di complementarietà, perché si tratta di due eventi dalla logica opposta (fiera – mercato Lucca e convention di giocatori Modena) e con una collocazione temporale molto lontana. Per altro ci sono diversi altri eventi che stanno arricchendo il panorama, tra quelli organizzati dai giocatori che di anno in anno si consolidano (Torino, Firenze, Padova, ora Varese, le Ludica e via dicendo), per cui sotto il profilo della promozione della cultura ludica direi che siamo ben messi.

Una nota positiva, anzi direi entusiasta, di chiusura la dedico infine all’evento organizzato e gestito dalla Tana dei Goblin, ovvero Essen a Lucca linea diretta. 

Legacy de Duke de Crecy, provato nella serata!

Si trattava di serate gioco organizzate e gestite dai volontari dell’associazione presso i confortevoli locali della Biblioteca civica Agora di Lucca e patrocinate dalla organizzazione fieristica.
In pratica era possibile, dalle 19.30 a mezzanotte, sedersi comodamente a giocare ad una cinquantina (o giù di lì) novità italiana ed internazionali prese direttamente dalla fiera di Essen, il tutto con il giusto spazio ed addirittura con il benefit di aver a disposizione qualcuno che si sacrificava a spiegarle.

Caverna ed i suoi componenti ..

Direi che tutto ciò è impagabile e spero che la cosa si ripeta l’anno prossimo, perché potrebbe diventare, sia per me che i più appassionati appartenenti allo ‘zoccolo duro’ un appuntamento davvero imperdibile (se addirittura aprissero prima potrei andarci subito dopo il girello – acquisti e PR della fiera!!!).
Un “bravissimi” convinto a chi si è prodigato per la cosa!!!

p.s. se ho dimenticato colpevolmente qualcuno o qualcosa o commesso imperdonabili errori, ditemelo, che provvedo alle necessarie integrazioni o correzioni!!!
  

25 comments on “Report – Lucca Games 2013

  1. io sono ormai 6\7 anni che ho smesso di andare a questa manifestazione per la quasi impossibilità a provare un gioco!
    una MAREA di gente che ti trascina ovunque….preferisco di gran lunga MODENA PLAY!

  2. Dal punto di vista degli spazi non c'è dubbio sul fatto che la Play vinca a mani basse: come dicevo la cosa è frutto proprio di una assoluta differenza di obiettivi e logica dell'evento. Lucca, più altro, rappresenta un momento unico di contatto (non sempre preventivato dai visitatori) tra le grandi masse di gente ed il nostro hobby, mentre altri altri eventi ci si va sapendo a priori che si sta andando ad una manifestazione legata ai giochi da tavolo in modo più o meno specifico. Lucca resta quindi uno strumento divulgativo, meno attraente per i giocatori già appassionati, se non come occasione di acquisto e scoperta (superficiale) di novità …

  3. Ma vacca boia ladraaaaa !!!! Voi vi lamentate che c'è lq ressa e che un si vede nulla e che nn ci andate ecc ecc…

    Pensate a me che è 23 anni che vado a lucca e quest”anno il venerdi mattina mi sono svegliato con la febbre a 38 e la cacca a spruzzo!!!!! E tutt'ora sono sulla tazza!!!!

    Tze tze pensate a chi come me triste malato e appiccicoso nn c'è potuto venire a sfogare le frustrazioni antiessen (che lassù col cavolo che potevo) e me saltato pure lucca….

    Rispetto please! !!

    Ovviamente scherzo ehhhhh

    Ma qualcuno l'ha provato sto romolo e remolololo !?!?

    Saluti Stefano malaticcio e in calo da lucca e giochi…

  4. Noto che non hai citato Takenoko tra i giochi presenti alla fiera, dimenticanza o raccapriccio? (a me è piaciuto molto, difatti l'ho comprato senza pensarci due volte =P)

  5. Ciao,
    che per caso ti sei affacciato a Lucca Junior? Magari c'era più aria da respirare 🙂

    Piccolo aneddoto a testimonianza della differenza tra Lucca e Play: una mia collega è andata un giorno a Lucca insieme al fidanzato, appassionato di fumetti. Dopo la fiera le ho chiesto “siete andati al padiglione dei giochi da tavolo?”. Risposta: “Ah, perché, c'erano anche i giochi da tavolo? Avevo letto “games” ma essendoci andati per i fumetti, solo per un giorno, non ci siamo affacciati.”

  6. Ciao complimenti a tutti e a tutto, siete un punto di riferimento per i GdT!!!
    Volevo proporvi, se gia' non ci avete pensato, perché non fate un po' di PODCAST sui giochi che avete comprato, provato e scoperto nelle varie manifestazioni, Esses e Lucca!
    I PODCAST vanno via come il pane!!! che ne dite?
    Fabio.

  7. Mah, avevo mille cose da fare e persone da vedere. Alla fine in diversi momenti manco i cellulari andavano, per il carico della gente. Mi sono accontentato di sopravvivere, giocando giusto giusto Bremerhaven, Friday e Gearworld (e sono tra i fortunati, penso), recuperando poi la sera con Crecy e Passaggio a Nordovest. Non sono riuscito nemmeno ad 'affacciarmi' nell'altra metà del tendone Games, respinto dalla folla alle consolle … 😉

  8. Io ho trovato improponibili i PREZZI proposti da Cranio Creations per Tzolk'in (il gioco base, venduto a 50 €) e per Tash Kalar, che vendevano a 45€ quando già a Essen è stato pesantemente criticato per il prezzo (35€).

  9. Il problema sta nella necessità di adattare i prezzi praticati all'estero, dove i volumi di vendita (per le edizioni inglese o tedesca) sono di un certo tipo, al mercato italiano, dove si fanno numeri ben diversi. Ci metti poi che siamo di fronte ad una casa, pur in crescita, comunque di piccole dimensioni e comprendi il perché del prezzo finale … (non ti dico che devi comprarlo per forza, ma spiego solo perché, per quello che ne so, si arriva una certa cifra piuttosto che un'altra più bassa e non credo proprio sia per avidità …).

  10. Pinco, non sono d'accordo.
    Tash Kalar è stato pubblicato a 1 settimana dall'uscita a Essen. Questo vuol dire che è stato stampato in repubblica ceca dalla stessa stamperia che ha stampato le mille mila copie inglesi e tedesche. I costi di stampa sono stati per questo già ammortizzati. Il gioco era venduto a 35 € a Essen, già col guadagno della CGE. In tedesco lo si trova su milanspiele.de a 27,50 €. Questo vuol dire che poteva benissimo essere venduto a 40€ o meno in italia. Per un gioco soprattutto che di materiali ha veramente pochissimo: è già stato infatti ampiamente criticato su BGG e anche a Essen direttamente allo stand della CGE per lo scarso rapporto componenti/prezzo.
    Se si continua a vendere a questi prezzi si entra in una spirale discendente che esclude nuove persone invece che attirarle.
    A Lucca tutti quelli a cui ho sottolineato quanto sia bello Tash Kalar (ok, poi questione di gusti) mi hanno fatto notare che per soli 5 € in più potevano prendere Tzolk'in che almeno aveva i cubetti, i piruli e gli ingranaggi.
    Il fatto è che ho trovato questo atteggiamento solo presso gli stand Cranio e Asterion: gli altri produttori/editori/distributori avevano prezzi molto più equi e meno pompati.
    Questo in aggiunta al fatto che si trattava di una fiera-mercato, per cui la gente che entra paga 15€ di biglietto e spera di concludere anche qualche affare. E quando ho fatto notare questo allo stand Asterion mi hanno risposto “noi non facciamo concorrenza ai commercianti”. E allora potevano tenersi le scatole dei giochi nel loro magazzino!

  11. E per finire: stiamo poi parlando di un gioco di cui uscirà certamente l'app per iPad e Android e quanto potrà costare? 10 €? Fine del mio “rant”. 🙂

  12. Non ho potuto giocare la partita dimostrativa di Venetia allo stand di Giochi Uniti perché il gioco era esaurito, e allora sono passati a dimostrare altro. Scalogna! Un ragazzo mi ha spiegato alla rapida il gioco sacrificando un pezzo del suo intervallo (era con il panino in mano quando l'ho incontrato!) però avrei preferito aver modo di giocare…

  13. Guarda che, soprattutto di questi tempi, le osservazioni sui prezzi sono sempre comprensibilissime! Premesso questo, stando nel 'giro' da un pochetto capisco benissimo quello che ti ha detto, per esempio Asterion: pensa ad un negoziante che loro han magari fatto fatica a far entrare nella loro distribuzione e che passa a Lucca trovando una copia venduta più o meno al prezzo che la vendono a lui. Pensi che dica 'va bene, siamo in fiera' o che piuttosto vada da loro arrabbiato a dire che gli stanno rovinando il mercato e se possono fare quei prezzi dovrebbero vendere anche a lui a prezzo più basso? Per Essen è una bolgia, nella quale ci sono centinaia di espositori concorrenti tra loro, che devono vendere in 4 giorni quello che si sono portati dietro e la domenica trovi già prezzi da svendita, tanto che mi ricordo, per esempio, Packet Row che andava a 20 euro contro i 40 del prezzo di giovedì alla WG. Per il prezzo delle edizioni italianizzate il discorso è legato, come ti dicevo, alla tiratura ed al fatto che nella edizione nazionale devi pagare il margine della casa editrice originaria ed aggiungerci i costi dei tuoi pezzi tradotti che aggiungi (loro ti danno le istruzioni in inglese, per esempio). Poi a volte, in modo apprezzabile, i nostri editori riescono a comprimersi e a stare vicino ai prezzi originali, altre volte la cosa è meno facile … Non ti dico che sia una situazione ideale, ma capisco …

  14. Faso: “E quando ho fatto notare questo allo stand Asterion mi hanno risposto “noi non facciamo concorrenza ai commercianti”. E allora potevano tenersi le scatole dei giochi nel loro magazzino!”
    Sai che un ragionamento di questo genere porta al fallimento? Io vendo a Lucca, bene. Però mi attiro una pubblicità talmente negativa che i negozi smettono di comprare i miei prodotti, iniziano a spingere altro (non esiste solo Asterion sul mercato ludico, anzi) e le scatole mi rimangono VERAMENTE in magazzino. La fiera di Lucca è pubblicità, fine.

  15. Ciao, farebbe molto piacere se riusciste a tenere una cadenza settimanale, sarebbe davvero un grandissimo punto di riferimento per molti di noi.
    Sono molti ancora i temi da dare ai vari PODCAST, a partire dalle novita' passando per le categorie di giochi… e poi e' un piacere sentirvi parlare e mi raccomando, non rinchiudete tutto in 20 minuti, e' un sacrilegio, se il discorso c'e' allungatevi almeno verso i 40 minuti che e' un piacere per tutti!!!
    ANCORA COMPLIMENTI e piu' PODCAST ci sono e meglio e'!!!
    Fabio.

  16. Ti anticipo che abbiamo ragionato tra i collaboratori del podcast proprio in questi giorni per dare cadenza settimanale alla cosa. Stiamo quindi adoperandoci per predisporre alcune puntate, per poi partire non appena avremo qualche settimana 'coperta' in anticipo, in modo tale da garantire la periodicità fissa anche in momenti di difficoltà a sentirci. Direi che il progetto è quindi più che vivo!!! Grazie per il continuo supporto 😉

  17. Se fosse pubblicità la fiera di lucca sarebbe gratuita, esattamente come facebook o gmail.
    Cmq il discorso della Asterion lo posso capire. Alla fine ho comprato Dominant Species non da loro ma da un negozio.

  18. A comprarlo da un altro negozio non hai fatto un torto ad Asterion, hai fatto semplicemente il tuo interesse, che poi alla fine ne giova anche ad Asterion, perchè il prodotto l'ha venduto.
    Ha fatto buonba pubblicità a Lucca ed in tutti gli altri canali e l'ha venduto, tutto il resto son teorie.
    Stampare anche solo una parola diversa, pur stampando in Repubblica Ceca, in una tiratura infima come può essere quella italiana, 2000 copie forse? Risulta altamente costoso a livello di produzione. Trasportare 10000 scatole ad Essen ha un costo a scatola infinitamente minore che portarne 2000 a Milano.
    Se poi si aggiungono i vari balzelli per la vendita in Italia il gioco è fatto.
    Già soltanto il 3% se ne va con la differenza sull'IVA.

  19. “Se fosse pubblicità la fiera di lucca sarebbe gratuita, esattamente come facebook o gmail.”
    Faccio veramente fatica a seguirti.
    La pubblicità (a parte che non si tratta di “pubblicità”) non è gratuita, magari lo fosse. Ogni passaggio pubblicitario televisivo è a pagamento, così come un banner su un sito internet, adsense su google, una pagina su una rivista o il 99% delle formule promozionali di un prodotto, in qualsiasi settore merceologico. (E anche Facebook e Gmail (?) che menzioni, la cui capillarità comunicativa è tutta da verificare, sono “gratuiti” fino a un certo punto.)

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