Nations recensione

scritto da polloviparo.

Oggi parliamo di Nations, ultimo gioco di civilizzazione, ideato da Rustan Håkansson, Nina Håkansson, Einar Rosén, Robert Rosén da 1 a 5 giocatori della durata di… beh questo dipende dai giocatori! 🙂 comunque sulla scatola sono indicati 40min/giocatore.

Il gioco, come forse molti di voi avranno intuito dai nomi degli autori, proviene dalle terre fredde del nord Europa e la casa editrice è la finlandese Lautapelit.fi, che molti di voi già conoscono per Eclipse.
Chi ha letto le mie anteprime (qui e qui),  sa che questo è uno dei giochi su cui ho puntato maggiormente quest’anno, quindi vi dico subito che l’attesa è stata ben ripagata!
Tornando al gioco abbiamo già molti altri publisher importanti che sono la Ystari e la italianissima Asterion.

La copia di cui parliamo oggi è ovviamente quella distribuita da questi ultimi e colgo subito per ringraziarli della disponibilità e per quella messa a disposizione per scrivere questa recensione.

I giochi di civilizzazione esercitano un forte fascino su una nutrita schiera di giocatori, l’idea di far nascere, sviluppare e portare al successo una civiltà è una sfida sempre molto stimolante.
Questi giochi una volta erano obbliagotoriamente caratterizzati da una mappa del mondo (o di una parte di esso) e da tasselli e o miniature a rappresentare gli insediamenti.
Oggi siamo un po’ usciti da questi binari e i giochi di civilizzazione si presentano anche sotto forma di giochi di carte e plance individuali.

 In quest’ultima categoria, il titolo che si è imposto come riferimento è quello di Through the Ages: A Story of Civilization di Vlaada Chvátil.

Titolo molto controverso, da molti amato e osannato come miglior gioco di civilizzazione, da altri fortemente crticato in quanto considerato non appartenenete alla categoria dei giochi di civilizzazione, proprio per l’assenza delle caratteristiche di cui sopra e anche per il livello piuttosto basso di interazione.
E’ quasi imprescindibile il confronto che Nations dovrà affrontare con il mostro sacro di Vlaada, quindi nel corso di questa analsi, vedremo quali possono essere gli eventuali punti di contatto.
Non si può che parlare di mostro sacro nel caso di Through the ages, perchè se andiamo a vedere l’attuale posizione nella classifica di Bgg ci troviamo di fronte ad un bel: ” Board Game Rank: 3
Strategy Game Rank: 2 “
Con Eclipse la Lautapelit.fi è andata “quasi a boccino” con un piazzamento di tutto rispetto: ” Board Game Rank: 6 Strategy Game Rank: 6 “
Vediamo se questa volta ci sarà il sorpasso o meno.
Sono ottimista e non so esattamente quale posizione andrà ad occupare, ma penso che Nations scalerà velocemnte le classifiche.
Va detto che gli autori stessi hanno dichiarato di essersi fortemente ispirati al gioco di Chvátil e quindi le somiglianze non sono obbligatoriamente casuali o oggetto di plagio non dichiarato.
Vediamo quindi un po’ il gioco.
Ora descrivere un gioco con un manuale di oltre venti pagine in poche righe non è mai cosa semplice.
Comunque vediamo di provarci:
Ometterei la parte di setup, in cui tutti i giocatori prendono le proprie risorse iniziali (ben riassunte sulle plance individuuali), si sitemano le plance centrali che mostrano le tracks di cultura stabilità e forza militare, sopra al display le carte progresso, ecc..
Una prima nota sulle plance individuali: analogamente a quanto fatto per Eclipse, abbiamo un lato A che permette di partire tutti con le stesse condizioni (per gli amanti “dell’euro puro”) e un lato B che mostra delle personalizzazioni per le diverse nazioni (per gli amanti della caratterizzazione).

In ogni turno (otto suddivisi in quattro ere) di gioco abbiamo una fase di mantenimento, una di azioni ed una di risoluzione delle azioni.

La prima è ovviamente una fase preparatoria, propedeutica alla fase delle azioni, si avanza il segnalino del turno, si “refillano” (ogni tanto concedetemi la licenza di usare questi neologismi di derivazione anglofona…) le carte progresso, eliminando le carte rimaste sulle righe 1 e 2 e scalando quelle rimaste sulla terza riga, sulla prima riga.
Il numero di colonne da riempire, varia in funzione al numero di giocatori e questo è un primo espediente a vantaggio della scalabilità.
Segue la crescita; i giocatori devono scegliere fra far crescere la propria popolazione (prendere un meeple dalla propria plancia individuale e riducendo quindi la propria stabilità di 3 o aumentando il consumo di cibo di 3 unità) o fra prendere delle risorse (in funzione del livello di difficoltà scelto) fra oro, pietra e cibo.
Segue la fase eventi, in cui non si fa altro che rivelare un nuovo evento, di cui si applicheranno gli effetti più avanti, in una specifica fase del turno.
Nella fase architetti si sistemano gli architetti disponibili, in base al numero di giocatori (altro elemento a favore della scalabilità) e di quanto eventualmente indicato sulla carta evento.

Passiamo alla fase azioni così ci addentriamo più nel vivo del gioco! 🙂

Cominciamo col dire che i giocatori possono compiere delle azioni (una a turno) a scelta fra le tre disponibili fino a quando non passano.

Le azioni sono:
 1. Comprare una carta progresso
2. Piazzare un lavoratore su un edificio o impiegarlo nel militare
3. Procurarsi un architetto per costruire una meraviglia

Comprare le carte progresso, significa scegliere una di quelle disponibili e pagarne il costo in oro (a seconda della riga in cui è situata).
Dopodichè la carta va piazzata nella propria planica personale su uno degli spazi disponibili dello stesso colore della carta.
La carta può appartenere ad una delle cinque categorie presenti nel gioco: edificio, consigliere, militare, meraviglia, colonia.
Alcune carte non vengono piazzate sulla plancia individuale (età dell’oro e battaglie), ma vanno rimosse dopo che ne sono stati applicati gli effetti (one shot) , e altre ancora (guerre), vanno piazzate nello slot apposito sulla plancia segna punti (cultura, i punti vittoria del gioco sono sotto forma di tokens).
Se non si ha più spazio a disposizione è sempre possibile sostituire una vecchia carta, con la nuova acquistata.

 Prima di vedere nel dettagli le carte, parliamo delle risorse da gestire nel gioco che sono fondamentalmente sei:
– oro, serve per acquistare le carte
– pietra serve per piazzare i lavoratori sulle carte (architetti compresi) e in alcuni casi per il mantenimento
– cibo serve per le carestie e per il mantenimento
– cultura (mostrata in una track) serve a far punti e a sopperire eventuali scarsità di risorse. Quando non se ne hanno a sufficienza da pagare: si arretra il livello culturale (per il numero di unità di cui non si è riusciti a sostenere il costo) e si perde un punto vittoria.
– forza militare, (guadagnata con le carte apposite e mostrata in una track) permette di non subire danni dalle guerre, ottenere vantaggi da diverse carte evento e influenza l’ordine di turno.
– stabilità (mostrata in una track), permette di assorbire i danni delle guerre perdendo meno risorse e ottenere vantaggi da diverse carte evento.

Da notare che tutti gli aggiornamenti sulla stabilità e la forza militare vengono applicati immediatamente al piazzamento o alla rimozione dei lavoratori, mentre le risorse vengono guadagnate o pagate nell’apposita fase di produzione.

Come vedete c’è anche una certa coerenza logica, ma torniamo agli edifici.

Gli edifici (blu) possono sostituire altri edifici e le carte militare. Nella fase di risoluzione i lavoratori impiegati sulle carte edificio producono le risorse mostrate sulla carta.
Carte senza lavoratori non producono nulla.
Quando si sostituisce una carta, eventuali lavoratori presenti su di essa, vanno rimossi e rimessi nell’area delle proprie risorse (vanno aggiustati gli eventuali livelli si stabilità).
E’ possibile avere fino ad un massimo di cinque edifici.

Le carte militare (rosse) possono sostituire altre carte militare ed edifici, per ogni carta viene incrementato il prorprio valore di forza (per ogni omino piazzato su di essa), sulla base del valore mostrato.
Vanno aggiustati gli eventuali livelli si stabilità, se la carta ha anche un costo di mantenimento va sostenuto in fase di risoluzione
Le carte militari mostrano anche un valore di razzia, che può essere utilizzato con l’utilizzo di almeno un lavoratore per le carte battaglia (più alto è il valore e più saranno le risorse fornite).

Carte senza lavoratori non hanno effetti.
E’ possibile avere fino ad un massimo di cinque carte militari.

Le colonie (verdi) necessitano di un certo ammontare di forza militare (si deve verificare il proprio livello sulla track militare) per essere acquisite.
Il fatto che poi la propria forza militare vari nel seguito della partita, non conta nulla ai fini delle colonie già acquisite; ricordo che se ne possono avere un massimo di due.
Guerra (nere), è disponibile una sola guerra per turno. Chi prende la carta la piazza nella plancia e piazza il suo segnalino sulla track della forza militare, nella posizione corrispondente al suo valore.
Le nazioni che hanno un valore inferiore subiranno una sconfitta.
Battaglie (grigie) forniscono immediatamente delle risorse, libri, cibo o pietra, sulla base del più alto valore di raid delle proprie carte militari.
Si noti che la carta militare deve avere un lavoratore su di essa.
Se non si hanno lavoratori impiegati sulle carte militare, non si possono acquistare nemmeno battaglie (mi sembra anche logico!)
Meraviglie (marroni) si può costruire una sola meraviglia alla volta. Una volta completate, le meraviglie producono risorse. 
Si può rinunciare alla costruzione di una meraviglia per iniziarne una nuova, ma si perdono tutti gli architetti già impiegati.
Consiglieri (arancioni) se ne può avere solo uno per volta e fornisce dei vantaggi permannti alla nazione. Ovviamente come per le altre carte, nel corso delle quattro ere di gioco è possibile cambiare più volte leader.
Golden age (gialle) si può scegliere fra l’acquisire le risorse mostrate o pagare risorse in cambio di punti vittoria.

Passiamo alla seconda azione, ossia piazzare un lavoratore.
Abbiamo visto che edifici e carte militari, hanno bisogno di lavoratori. Per piazzare lavoratori sulle carte, bisogna pagare il costo in pietra.
Il lavoratore può essere preso dalla riserva o da un altro edificio, più lavoratori possono essere piazzati sulle carte, fungendo da moltiplicatori.
I lavoratori impiegati sugli edifici permettono di produrre risorse ed incrementare la stabilità, le carte militari al contrario consumano risorse e/o diminuiscono il livello di stabilità.
In alternativa è possibile pagare il costo in pietra per assicurarsi un architetto fra quelli disponibili.
Una volta riempiti tutti gli slot architetto sulla carta meraviglia, questa è costruita.
Passiamo quindi alla fase risoluzione.
Si parte con la produzione delle risorse. Si sommano semplicemente i valori di merci prodotte/ consumate e si prendono/pagnao risorse di conseguenza.
Le nazioni con un valore di stabilità negativo, devono pagare un libro.
Se non si hanno sufficienti risorse da scartare (cibo, pietra, oro) si deve scartare un libro per ogni risorsa mancante e si perde un un punto vittoria.
Si aggiusta l’ordine del turno in maniera direttamente proporzionale alla forza militare delle nazioni.
Si risolvono le guerre. Come abbiamo detto poco sopra le nazioni necessitano di eguagliare o superiore il valore militare della nazione che ha indetto la guerra, altrimenti perderanno delle risorse (nella misura e quantità mostrate sulla carta guerra) e un punto vittoria.
La quantità delle risorse perdute, può essere mitigato dal valore di stabilità, il punto vittoria si perde anche se non si devono scartare risorse.
Si risolvono gli eventi e su ques’aspetto non ho molto da dire, si legge la carta e se ne applicano gli effetti. Gli eventi mostrano acnhe un valore di carestia, che indica quanto cibo si dovrà scartare. Se non si è in grado di pagare, si scarterà tutto il cibo che si possiede e si perderà un punto vittoria.
Punteggio al termine di ogni era: ogni nazione guadagna un punto vittoria per ogni altra nazione con un valore di cultura (quantitativo di libri) inferiore.

Al termine della partita, si ha il calcolo del punteggio finale.
Si sommano i punti derivanti da:
– i tokens punti accumulati nel corso della partita,
– i punti mostrati sulle colonia
– i punti assegnati dalle meraviglie
– i punti assegnati dai lavoratori impiegati sulle carte edificio e militari
– i punti assegnati dalle risorse rimaste (libri inclusi), sommandone le quantità, aggiungendo valore di stabilità e forza militare e dividendo per dieci.
Queste in modo sintetico le regole.
Come vedete tutto sommato è possibile riassumere un regolamento di oltre venti pagine in poche paginette.
Il regolamento infatti è molto corposo in quanto ricco di esempi, a tutto vantaggio della chiarezza.
Questo ci fa capire che il gioco non ha una complessità eccessiva.
Diciamo pure che in confronto al regolamento di Through the ages, questo è uno “zuccherino”.

Passiamo ora alle considerazioni personali

Abbiamo detto che è inevitabile il confronto con Through the Ages di quel geniaccio di Vlaada Chvátil ed è di fatto innegabile che vi siano diverse similitudini fra i due giochi.
Non si tratta comunque di plagio in quanto l’autore ha deliberatamente dichiarato di essersi fortemente ispirato a questo gioco (se non ricordo male anche ringraziando l’autore).
Dando per assodato che in entrambi i casi si tratta di giochi di civilizzazione che si basano sull’uso di carte e non sul piazzamento di miniature e/o tokens su una plancia comune, si può facilmente osservare come i punti di contatto (o di ispirazione se preferite) si basino non solo sulle meccaniche di gioco, ma anche su alcuni accorgimenti adottati nella componentistica dei due titoli (mi riferisco ad esempio alle tipologie di carte codificate per colore).

In tutta onestà ho sempre ritenuto che uno dei punti deboli di TTA fosse la grafica. Ora io non sono uno di quelli che mette questo aspetto al primo posto, ma sicuramente quando un gioco è anche gradevole agli occhi (e magari al tatto 😉 ) parte avvantaggiato rispetto ad un gioco esteticamente poco piacevole.
Secondo me, questo poteva essere uno dei punti di forza che avrebbe permesso a Nations di imporsi pesantemente su TTA, ma così purtroppo non è stato.
La grafica seppur funzionale, come nel caso di TTA, non è assolutamente un qualcosa che faccia gridare al miracolo.
Ma ci pensate se il gioco fosse stato illustrato da Coimbra o che ne so da un Menzel, tanto per citare due nomi a caso!
Il gioco ha una sua identità grafica, le illustrazioni di alcune carte tutto sommato sono gradevoli, quella della scatola è addirittura bellissima a mio avviso, fortemente evocativa, ma ce ne sono altre un po’ meno riuscite.
Vabbè, ormai è andata, torniamo al confronto fra i due titoli.
Anche TTA, fondamentalmente utilizza due tipologie di carte principali ossia civili e militari e queste carte vengono disposte, nel corso dei vari turni, in una fila dove i giocatori hanno le possibilità di acquistarle.
Abbiamo poi le plance personali dove tener traccia dei lavoratori disponibili, delle risorse e del livello di felicità.
A fine turno i livelli di popolazione e produzione si scontrano inevitabilmente con la necessità di dover produrre cibo e risorse per mantenere il tutto.
Anche in TTA occorre posizionare i lavoratori sulle carte per attivarne gli effetti, ad esempio posizionare un lavoratore su una fattoria ci permetterà di produrre un cibo.
Ecco già da queste poche righe emerge quanto effettivamente i due giochi siano somiglianti. 
Ora potremmo continuare con un mero confronto, ma ho paura che si tratterebbe di un elenco che potrebbe risultare nella migliore delle ipotesi noioso.
Vediamo invece di guardare “attraverso” le differenze che stanno alla base dei due giochi.
La prima che mi viene in mente è il regolamento. Quello di TTA è decisamente “corposo” ed impegnativo, non a caso comprende una versione semplice ed una avanzata.
Generalmente quando nei regolamenti trovo queste due possibilità di approccio al gioco, bypasso sempre la prima in favore della seconda.
Questo però fornisce chiaramente l’idea che ci troviamo di fronte ad un gioco non particolarmente adatto a giocatori alle prime armi.
Ricordo che per giocarlo con la moglie mi presi una sera solo per spiegarle le regole, per poi giocare il giorno successivo.
Mi sembra che iniziammo la partita sulle 22:00 circa di sera per poi andarcene a dormire circa sulle 2:00 di notte (o di mattina a seconda dei punti di vista!)
Il regolamento di Nations è molto più lineare e smplice, tanto da permettere di spiegarlo in circa una mezzoretta e di iniziare subito a giocare.
Come ho scritto sopra, il regolamento di oltre venti pagine non deve assolutamente spaventare, in quanto in questo caso il numero delle pagine è fuorviante.
I concetti alla base del gioco alla fine non sono molti e si riescono a spiegare piuttosto velocemente.
Non è un caso che molti abbiano subito additato Nations come un “clone semplificato” di TTA, chiedendosi che senso poteva avere l’acquisto se già possessori dell’opera di Vlaada.

Potrei dire che non sempre la semplificazione è un elemento di demerito. Sebbene sia attratto prevalentemente da giochi complessi, è innegabile che a volte operazioni di pulizia e snellimento su prodotti particolarmente arzigogolati portino inevitabilmente ad un qualcosa di buono.
I vantaggi sono davanti agli occhi di tutti. In prima battuta proprio la necessità di una spiegazione del regolamento più contenuta, seguita da una durata della partita generalmente inferiore.
Vorrei quindi lasciar perdere per un momento il paragone fra i due giochi concentrandomi più sulle emozioni che Nations mi ha restituito.
Se dovessi valutarlo come gioco di civilizzazione puro, avrei qualche riserva, come del resto potrei dire per TTA.
Mannaggia avevo detto che l’avrei smessa con il confronto e due righe dopo mi ritrovo a ritirarli in ballo entrambi… 😉
Mi rifersico comunque al fatto che quando penso ad un gioco di civilizzazione sono un po’ “tradizionalista” e quindi lo immagino con una plancia che raffigura il mondo e delle belle miniature che rappresentano la mia civiltà.
Diciamo che in questo senso un Clash of cultures (sebbene sia un gioco che non mi è piaciuto particolarmente) è più vicino di questo al mio concetto di “gioco di civilizzazione”.
Qui abbiamo comunque gli edifici che vengono costruiti e che si evolvono nel corso delle ere di gioco, abbiamo la cultura rappresentata dai libri, indicatori di stabilità, le meraviglie, ma non è la stessa cosa…
Quello che caratterizza questi titoli è un approccio più solitario, in cui i giocatori si procurano delle carte e sviluppano la propria civiltà nella propria area.
Diventano quindi importanti i momenti di interazione fra i giocatori.
Una delle maggiori critiche mosse a TTA, sì purtroppo devo citarlo ancora, è proprio quella di somigliare di più ad un puzzle e ad un solitario multi giocatore.
Secondo me Nations ha fatto grossi sforzi in questo senso e pur non imponendosi come il gioco dal più alto a livello di interazione della storia, l’interazione c’è eccome!
Anzitutto abbiamo quella di tipo indiretto che ovviamente sta alla base delle scelta delle carte migliori, sia in un’ottica di proprio vantaggio che in quella di portarle via agli avversari.
Abbiamo poi il doversi continuamente confrontare con i valori di forza e stabilità sia per spuntarla sugli eventi godendone i benefici e non dovendo subirne gli effetti nefasti, sia per non dover perdere punti e risorse preziose per effetto delle guerre.
Così come è importantissimo confrontarsi per i punti cultura (i libri) capaci anch’essi di portare qualche punticino importante.
In Nations non sono molti i punti che si fanno. Se date un’occhiata alle carte vi accorgerete che in linea di massima si fanno sempre uno o due punti, quindi anche perderne uno solo, ha una certa rilevanza.

TTA utilizza un’approccio di gioco di tipo AP (per dirla all’inglese: “action point allowance”) che sicuramente genera più downtime (ossia tempi morti).
In Nations si è scelto un’approccio una mossa io, una mossa te, una mossa lui, fino a quando tutti i giocatori non passano.
Questa può sembrare una piccola differenza agli occhi di qulcuno, ma il risultato è un gioco estremamente più dinamico (e meno sfiancante).

Il feeling che mi restituisce Nations, più che quello di un gioco di civilizzazione vero e proprio, è quello di un piazzamento lavoratori e di gestione risorse, con una importante componente di sviluppo, che per me non è assolutamente un male, anzi…

Piazzamento lavoratori e gestione risorse sono esattamente le due tipologie di gioco che preferisco, va da sé che Nations è subito salito sul gradino più alto della mia wish list di Essen di quest’anno.

Nei pochi giorni trascorsi fra Essen ed oggi, ho letto un po’ di pareri ed opinioni a caldo di altri giocatori sui vari forum del caso.
Ovviamente è ancora presto per ottenere dei dati di rilevanza statistica, però mi sono già imbattuto in diverse opinioni che descrivono il gioco come “deludente”.
Nella quasi totalità dei casi, le stesse persone che hanno espresso parere negativo sul gioco, attribuiscono tale delusione al fatto che Nations assomigli ad una versione streamlined (ossia tagliata) di Through the ages.
Cosa analoghe si sono già viste in passato e probabilmente si vedranno anche in futuro.
Potrei citare l’esempio di Age of Industry e Brass. Come molti di voi sapranno, il primo è una versione semplificata e con un regolamento “più pulito”  rispetto al secondo, anche se in questo caso dello stesso autore (M. Wallace).
Age of Industry si è ritagliato una grossa schiera di estimatori, però al contempo non sono mancati i detrattori che hanno additato proprio nei tagli e nelle semplificazioni del caso, le motivazioni della sua inferiorità rispetto al predecessore (Brass).
Così come se fate vedere un film tratto da un romanzo a chi ha letto il libro, probabilmente esprimerà dei giudizi più o meno negativi, perché il regista si è dimenticato di quello piuttosto che di quell’altro.
I tagli, dagli appassionati del caso, sono sempre vissuti con una certa sofferenza.
Per rimanere in ambito ludico potrei citare ancora l’esempio di Eclipse, vi ricordate quando è uscito cosa dicevano gli appassionati di Twilight Imperium?
Provate ad andarvi a leggere quei commenti e poi guardate che posizione occupa oggi Eclipse nella classifica di Bgg… non ho bisogno di aggiungere altro! 😉

Un altro aspetto che ho letto essere fortemente criticato è quello della guerra che alcuni definiscono “semplificata”.
La critica che viene mossa è che investire nella guerra non è così fondamentale.
Dobbiamo aver giocato a giochi diversi, perchè nel mio caso la guerra si è sempre rivelata importantissima.
Prima di tutto è il fattore che determina l’ordine di turno e “scusate se è poco” in un gioco in cui vanno scelte delle carte da una plancia comune.
Pensate che all’ultimo rimarranno le carte più belle?
Se un avversario con un forte valore militare indice una guerra siete costretti a prendere le contromisure per non subire delle batoste in termini di perdita risorse e punti.
Per non parlare della possibilità di guadagnare dei forti vantaggi dalle carte evento.
Infine le colonie si prendono solo con la forza militare e queste generalmnte forniscono delle rendite senza bisogno di lavoratori.
Quindi vi prego, ma qualcuno deve spiegrami come la guerra può non essere importante.
Personlamente ho apprezzato tantissimo come è stata implementata. L’importanza di avere un buon esercito è stato inserito nel gioco con l’obbligo di un confronto diretto fra tutti i giocatori, snellendo di molto le guerre.
In TTA è presente il confronto diretto fra i giocatori “attacco te”, meno gradevole per mio gusto personale e capace di generare ulteriori tempi morti per i giocatori non coinvolti (in alcuni casi con risvolti devastanti per il giocatore che subisce delle perdite).
Qui la guerra chiamiamola “aperta” coinvolge tutti i giocatori ricordando in parte l’obbligo di confrontarsi con i propri “vicini di banco” utilizzato in “7 wonders”.
Per alcuni versi a me ha ricordato anche il sistema delle guerre di Olympus dove si è costretti ad investire nel militare per non subire delle perdite.

La domanda è comunque legittima, “Nations è effettivamente una copia semplificata di Through the ages” ma io volgio rigirare questa domanda e chiedervi: nel caso lo fosse, siamo sicuri che la cosa sia così negativa?

Voglio dire a me il pensiero di dover spiegare il regolamento di TTA a nuovi giocatori un pochino di stress lo causa… 🙂
La stessa durata di quattro ore, non mi rende così agevole proporlo spesso ai tavoli.

Poi per carità, sono il primo a dire che TTA è un gioco molto bello, però… ci sono dei però…
A me Nations ha convinto enormemente più di TTA, andando a correggere proprio i principali diefetti del suo predecessore (regolamento più snello, meno tempi morti, più interazione, ecc…).
Seppur strutturalmente simili, inoltre i due giochi mi restituiscono sensazioni di gioco diverse, come ho cercato di descrivere, per mio gusto personale, le “vibrazioni” che mi da Nations sono migliori! 🙂

Al di là del fatto che non vedo tutta questa semplificazione, il gioco è bello corposetto! Abbiamo diverse track da gestire, dobbiamo fare i conti con il mantenimeto delle unità, bisogna scegliere quando e dove piazzare i lavoratori, il momento giusto per spostarli, che carte prendere, cosa sostituire… devo continuare?
La durata di una partita, seppur inferiore, non è che sia da fillerino… 🙂
Nella prima partita a tre giocatori abbiamo toccato tranquillamente le tre ore (che è comunque un dato significamente più incoraggiante di un quattro ore in due…)
Certo una volta acquisita dimestichezza con il gioco ed imparata a conoscere le carte questo dato è destinato a calare, però rimaniamo comunque su una durata importante.

Quello che mi ha colpito del gioco è anche l’aspetto di “handicap” derivato direttamente dal mondo dei videogame. In pratica ai giocatori ad inizio parita è data la possibilità di scegliere il proprio livello di difficoltà. Essendo un gioco in cui l’esperienza fa la differenza, giocatori esperti che siedono al tavolo con giocatori principianti, possono darsi un malus per rendere comunque la sfida più interessante (o per “tirarsela” a fine partita in caso di vittoria 🙂 ).
 Chi scelgie un livello più difficile in fase di approvvigionamento potrà scegliere fra un lavoratore o fra un numero di risorse inferiore a quello degli altri.

Da notare come nella prima partita non sia mai riuscito a prendere il lavoratore extra (che oltretutto comporta un “calone” di stabilità o la necessità di produrre più grano), perchè mi servivano puntualmente delle risorse.
Il gioco è bello tirato e inizialmente con la coperta corta. Tutto sta nel come si svilupperà la propria nazione, cercando di incrementare la propria produzione di risorse e al contempo bilanciando forza militare e stabilità, mantenendo entro livelli accettabili i consumi.
La mia prima partita in questo senso si è rivelata disastrosa. Non avendo sviluppato adeguatamente la mia civiltà rispetto a quella degli avversari, si è verificato che negli ultimi turni loro avevano una produzione di risorse tale, che non potevo permettermi di competere con loro.

In questo senso vi dico subito che Nations è un gioco che non perdona. Se gli altri giocatori sono più bravi di voi, a parità di livello di difficoltà scelto, vi schiacceranno come mosche.

Per alcuni potrebbe risultare frustrante, per me è fortemente stimolante, anzi diciamo pure che è quello che cerco nei giochi.
Questo indica una forte predisposizione strategia del gioco che però mostra una componente fortemente tattica.
Mi spiego meglio, giocando vi accorgerete che la stragrande maggioranza dei mazzi sia delle carte progresso che delle carte evento, rimarrà inutilizzata.
Non tutte le carte usciranno nel corso della partita, ma solo alcune di esse.
Questa imprevedibilità, obbligherà il giocatore a destreggiarsi fra quanto disponibile.
Quindi si dovrà giocare e aggiustare le proprie scelte sulla base di quanto effettivamente uscito, ma al contempo impostando una strategia ed un motore economico a lungo termine, davvero un ottimo mix!
Va detto che si possono creare delle situazioni un po’ particolari, in cui poi se effettivamente escono poche carte militari, poi è difficile prendere le contromisure su un giocatore che nei primi turni ha investito in questo campo.
Così come se si è investito nel militare per puntare sulle colonie e queste non escono c’è poco da fare…
A tal proposito nel regolamento è prevista la rimozione di alcune carte e la creazione di mazzi più “bilanciati”.
Io ho sempre giocato con i mazzi di carte interi, dato che non mi piace rimuovere carte e non riscontrato particolari problemi.
Per me l’importante è garantirsi un buon ordine di turno e se anche delle carte che vi interessano ne usciranno poche, riuscirete comunque a prenderle (ripeto, siete sicuri che il militare conti così poco?)
Mi viene comunque da dire che non sia facile cercare di rimanere aperti a tutte le strade, quindi meglio focalizzare su una o due ben precise e concentrarsi su di quelle.
In un numero più alto di giocatori le carte disponibili sono di più e anche se avrete più possibilità che ve le soffino da sotto al naso, la rotazione delle stesse sarà comunque maggiore.
Questo ci porta anche ad un’altra considerazione che vi pongo sotto forma di domanda:

“Ma che rigiocabilità incredibile ha questo gioco?!?”

Diciamo che dei mazzi se ne utilizzi circa un terzo a partita, ma quante combinazioni possibili esistono?
Davvero un surplus, le partite non saranno mai uguali.

So che a molti interessa anche il gioco in due, bene Nations risulta godibilissimo anche in questa configurazione.
Ci sono un po’ meno carte che ruotano e si potrebbe amplificare l’effetto “carta che non esce” di cui sopra, ma il gioco come spesso accade, diventa più matematico e scacchistico in quanto il confronto sulle track si riduce a due segnalini…
Probabilmente la configurazione migliore è tre o quattro in quanto offre il miglior compromesso fra tempo necessario e sfida multigiocatore.
La partita in cinque è andata ben oltre le quattro ore, sono convinto che molto si sia pagato in termini di “inesperienza” dovendo leggersi attentamente le carte e capirne gli effetti.
Con un po’ di partite alle spalle questo tempo è sicuramente destinato a calare, ma siamo onesti questi “gioconi” in cinque diventano un po’ pesanti.

Questa volta ho lasciato per ultime le considerazioni sui materiali.

Allora per quanto riguarda la grafica, ne abbiamo già parlato.
La scatola è di dimensioni decisamente importanti, “Eclipse style”, con un’immagine che sopra ho definito fortemente evocativa.
Al suo interno posso dirvi che all’apertura ho provato un certo effetto.
Le dimensioni della scatola, infatti, sono tali per dare alloggiamento alle plance individuali e centrali di gioco.
Tolte queste, prima di “sfustellare” i vari tokens, la scatola sembra quasi vuota, visto che ci sono tre mazzetti di carte piccole, un dado ed un sacchettino contenente le parti in legno del gioco (oltre al regolamento ed un blocchetto segnapunti).
Una volta sfustellati i tokens però la scatola si riempie a dovere, ed effettivamente devo dire che di roba ce n’è e anche tanta.
Unica nota di demerito va alle plance individuali che come quelle di Eclipse, sono sottili.
Si vede che questa casa si trova bene con questa tipologia, ma io ho sempre l’ansia che spostandosi sul tavolo e magari uscendone dai bordi, possano piegarsi per effetto di qualche giocatore poco accorto.
Simpatica la gradazione di colore sul retro delle carte che si fa sempre più intensa col passare delle ere.
A voler essere pignoli ci sono solo quattro riassunti giocatore, mentre il gioco è da 5!
Nulla da eccepire per quanto riguarda simbologia e chiarezza generale del gioco.
Per dovere di cronaca la scatola contiene anche delle tessere per il gioco in solitario, ma sapete benissimo che non sono amante di tale configurazione di gioco e vi dico in tutta onestà che non ho ancora nemmeno letto come si utilizzano.

Il gioco è bilanciato?

Difficile dirlo dopo tre partite. Per il momento l’ho provato in due, in tre ed in cinque, tutte in questo fine settimana per poter scrivere questo articolo.
La partita che mi ha dato più soddisfazioni è stata quella in tre giocatori, le sfide militari, culturali e di stabilità sono più stimolanti, la durata della partita accettabile e si ha un certo controllo sulle carte.
In cinque si è rivelato un pochino troppo lungo e meno controllabile.
Sono convinto che anche il “quattro” potrebbe rivelarsi un numero magico.
Per il momento ho la sensazione che l’oro sia una delle risorse più importanti, specie se abbinato ad una strategia militare . Avendo monete a disposizione è sempre possibile comprare carte e quindi in caso di scarsezza delle altre risorse si può tamponare con le carte battaglia, grazie ad un valore alto di raid, o alle carte età dell’oro.
La strategia militare come ho detto sopra per me è una di quelle che non può essere ignorate. Il fatto di perdere delle guerre, al di là della perdita dei punti, può essere disastroso dal punto di vista della perdita delle risorse.
Tenete presente che chi ha il più alto valore militare, sarà anche il primo del turno successivo e con molta probabilità avrà la possibilità di settare la guerra al suo livello.
Il fatto di utilizzare i mazzi completi introduce una rotazione delle carte che potrebbe essere meno bilanciata dell’utilizzo di un solo mazzo base.
Diciamo che nel primo turno esca una sola carta militare e per i successivi due turni non se ne vedano altre, il giocatore che l’acquisisce ha una possibilità maggiore di avere un esercito forte, con il vantaggio conseguente di acquisire eventuali colonie e forzando magari gli altri giocatori a giocare sull’unica carta militare in loro possesso (quella di base stampata sulla plancia).
Ho letto su un post degli autori (o di un giocatore non ricordo bene) che è possibile contrastare una strategia militare con una strategia incentrata su una forte produzione, ma non avendola ancora testata non so dirvi nulla di più.
Quello che è vero è che anche se non escono carte militari, bonus analoghi si possono trovare su meraviglie o leader ad esempio e quindi ho la sensazione che una qualche scappatoia sia sempre presente.
L’importanza del tracciato culturale può variare molto in funzione del numero di giocatori, se resta vero che i libri servono per “ammortizzare” le perdite di risorse senza ulteriori aggravi in termini di punti e anche vero che al conteggio di fine era una leadership in una partita a cinque porta quattro punti, in due soltanto uno.

Ladciatemelo dire , ma si è dimostrato un vero valore aggiunto il fatto che l’edizione del gioco fosse in italiano. Dalle immagini di anteprima mi ero fatto un’idea che il gioco mostrasse meno testo.

A parte gli eventi che sono pubblici, anche molte delle carte progresso mostrano comunque del testo, per non parlare poi di avere nomi di edifici, delle truppe, delle meraviglie ecc. in italiano.
Dato che il prezzo dell’edizione italiana è in linea con quello dell’edizione inglese e quindi non ha molto senso optare per una soluzione diversa da quella del nostro idioma.
Certo se guardate su siti online tedeschi lo trovate ad un prezzo inferiore nel “germanico idioma”, ma alla luce di quanto sopra ve lo sconsiglio caldamente…
Mi rendo conto che il prezzo del gioco sia importante, ma alla luce del suo valore intrinseco, se siete appassionati del genere vi suggerirei di non lasciarvelo scappare!

Una volta tanto non si può poi non fare un plauso all’uscita in contemporanea nelle varie lingue, che non ci ha visto penalizzati, obbligandoci a delle lunghe attese.
In questo senso suscita quasi ilarità il caso “Through the ages” gioco del 2006, giunto alla terza edizione che ha visto più volte l’annuncio della versione italiana, salvo poi subire continui slittamenti.
Oggi Nations è già disponibile sul mercato, mentre molti giocatori stanno ancora aspettando la versione localizzata di TTA.
Se posso darvi un consiglio smettete di aspettare e provate Nations!

Ok, meglio che mi fermi qui, sono ore che scrivo e probabilmente voi vi sarete stufati di leggere (sempre che siate arrivati fino a qui, senza saltellare a destar e sinistra intendo… 😉 ).
D’altronde come avevo dichiarato nell’ambito delle anteprime l’hype per questo gioco era a 1000 ed è stato dovutamente ripagato, quindi spero di avervi trasmesso un po’ del mio entusiasmo.
Diffidate di pareri negativi di chi magari a provato il gioco due turni in fiera (che in questo momento sono molti) senza nemmeno completare una partita.
Se ne avete modo provatelo in prima persona o se pensate che possa essere il vostro tipo di gioco e vi fidate del mio giudizio non esitate!
Dopodichè vi aspetto su queste pagine per condividere le vostre impressioni (positive o negative che siano!).
Chiudo con una previsione, nonstante l’enorme rigiocabilità, secondo me dovremo aspettarci presto una bella espansione! 😉

Il gioco è reperibile sul negozio online Egyp.it.

Dopo le immagini “disseminate” nell’articolo, vi lascio ad un po’ di foto sull:unboxing.

— Per le immagini “in game” sono state utilizzate delle foto scattate direttamente da me nella sessione a tre giocatori. Per le immagini di unboxing è state utilizzata la copia di Nations gentilmente fornita da Asterion a tale scopo. All’editore spettano tutti i diritti sul gioco e sulle immagini, le quali sono state riprodotte qui ritenendo la cosa una gradita forma di diffusione, ma saranno rimosse su semplice richiesta. —  —
By Fabio (Pinco11) Posted in Nations

42 comments on “Nations recensione

  1. Personalmente no. Non è la mia tipologia di gioco e quindi oltre a non avere in cantiere la recensione non ho neanche in programma di provarlo.
    Non so gli altri ragazzi, lascio che siano loro a risponderti direttamente nell'eventualità.
    Ciao

  2. Lo abbiamo visto sia ad Essen che a Lucca, ma non ancora provato. Vediamo se riusciamo ad accontentarti, ma purtroppo, vista la massa di roba già disponibile nel post Essen, non so se saremo rapidissimi, stavolta 😉 Continua a seguirci, però !! 😉

  3. Prima o poi doveva capitare… anzi adesso che mi ci fai pensare non è nemmeno la prima volta… “Merchant and marauders” ti dice niente? 🙂
    Scherzi a parte direi che è più che legittimo che su alcuni giochi i gusti possano essere diversi.
    Il discorso della stima è reciproco, ci mancherebbe altro che opinioni diverse su un gioco minino l'amicizia o la considerazione personale.
    E poi le discussioni fra appassionati e detrattori fanno parte del gioco, o no? 😉

  4. Complimenti per la recensione, è un gioco che anch'io stavo seguendo e penso che lo comprerò (ho perso le speranze per TTA in italiano !!!). Concordo con te che un gioco di civilizzazione richiederebbe una plancia e delle miniature. Buon gioco a tutti.

  5. Secondo me nel cambio ci guadagni. Io penso che il mio TTA già prendeva polvere e ora ne prenderà ancora di più!
    Pensa che Nations è piaciuto anche alla moglie, ergo avrò sicuramente più occasioni di giocarlo!
    Se invece le mostro la scatola di TTA mi fa uno sguardo un po' meno incoraggiante… 🙂

  6. Ancora indeciso se acquistarlo o meno.
    TTA è un capolavoro, ma sono tra quelli che hanno perso le speranze di vederlo edito in italiano. Tematica, meccaniche e durata media delle partite sono già di per se elementi che non aiutano ad avvicinare pubblico ai giochi di civilizzazione. Se a questo vado ad aggiungere la difficoltà nel proporlo a chi proprio non vuole saperne di giocare in inglese, allora è meglio lasciare perdere TTA e puntare deciso su quello che – ad oggi – ai miei occhi appare un degno surrogato.

  7. Boh, …. A me non convince molto, clash of Cultures mi acchiappa molto di più, e non per le miniature (potrebbero esserci anche dei Token in cartoncino) ma proprio per la meccanica 4x, e adesso che deve uscire anche l'espansione… Sarà ancora più bello…
    È poi nei giochi mi piace moooooolta interazione e la guerra deve essere centrale, non un di più.
    GG

  8. Guarda, io più che di surrogato parlerei di re-implementazione. Secondo me Nations prende quello che già di buono c'è in TTA e lo porta su nuovi livelli. Quindi non vederla come una seconda scelta, ma piuttosto come un'opportunità! 🙂

  9. Credimi che anche in Nations, la guerra un peso ce l’ha eccome!!! Però mi rendo conto, come del resto ho scritto, che questo genere di giochi si discosti un po’ dal concetto di civilizzazione classico.
    CoC ha dalla sua degli elementi di 4x, ma a me personalmente non è piaciuto più di tanto.
    Troppi elementi di aleatorietà e un po’ lento nello sviluppo, per mio gusto personale sia chiaro.
    CoC ha una nutrita schiera di estimatori, tra i quali un caro amico che continua a ripetermi che nella partita di prova abbiamo commesso degli errori e che dovrei dargli una seconda possibilità.
    Chissà, in futuro magari una seconda partita me la faccio e vediamo se riuscirà a farmi cambiare idea o meno.
    Per il momento preferisco giocare a Nations! 🙂

  10. Il solitario utilizza delle tessere con dei valori ad hoc ed un dado per simulare le azioni di un avversario virtuale.
    Non mi chiedere di più perché come ho scritto, non avevo nemmeno letto le regole per il gioco in solitario, ci ho dato una sbirciatina giusto ieri sera.
    I giochi da tavolo io li vivo in “multiplayer” e per me il numero minimo di giocatori è 2, altrimenti accendo il PC e faccio partire Civilization… 😉

  11. Complimenti davvero per questa splendida e più che esaustiva recensione! Ti basti sapere che mi hai invogliato tremendamente a mettere il gioco nel “carrello della spesa”. Anche io vado pazzo per i gestionali… TTA pur non avendolo mai giocato non mi ha mai convinto del tutto poi la sua irreperibilità nella versione italiana ha fatto il resto e l'ho scartato (eppure adoro giochi con un certo grado di complessità, vado matto per Brass tanto per capirci).

  12. Se ti ho fatto venir voglia di metterlo nel carrello, significa che sono riuscito a contagiarti con il mio entusiasmo! 🙂
    Se ti piacciono i giochi di un certo spessore e mi sembra di capire che è così visto che citi Brass, vai tranquillo!

  13. Bella recensione.
    Giusto diffidare di commenti negativi di chi ha poche partite alle spalle, ma anche di commenti positivi di chi partiva con hype a mille e tre (se non sbaglio) partite alle spalle 😉

    Curioso di vedere come si evolveranno i commenti essendo il prezzo decisamente alto e sproporzionato rispetto alla componentistica.

  14. Intanto grazie per i complimenti.
    Più che legittimo, come dico sempre è bene “filtrare” personalmente le opinioni altrui, siano esse negative o entusiastiche come in questo caso.
    Quello che volevo dire nell'ambito della recensione era di diffidare delle sentenze di chi magari ha fatto due turni di prova ad Essen etichettando il gioco come una copia malriuscita di TTA.
    Questi commenti a caldo senza aver nemmeno completato una partita o ancora peggio avendo solo letto il regolamento, lasciano un po' lo spazio che trovano.
    Poi spesso ci si lascia trascinare e ci si cimenta in critiche facili, per passare come gli esperti di turno.
    Hai perfettamente ragione ancor prima di provare il gioco avevo l'hype a mille e quindi c'erano due possibilità o il gioco si rivelava un'enorme delusione o ripagava le mie aspettative.
    Fortunatamente siamo nel secondo caso.
    Quantomeno non si può dire che io non abbia argomentato i motivi del mio entusiasmo! 😉
    Tanto per farti un esempio un altro gioco su cui avevo molte aspettative era Spyrium che invece mi ha lasciato piuttosto tiepido… sì è un bel giochino, ma nulla di che.
    Ecco per Spyrium si può parlare di delusione, nonstante anche in questo caso l'hype fosse importante.

  15. Grazie della recensione pollo e grazie dei consigli che mi hai dato privatamente!
    Ti segnalo solo una piccola imprecisione: dici che sulla plancia di un giocatore ci possono essere massimo tre carte militari, ma in effetti non e' cosi' . Il regolamento (pag. 7) dice che le carte nel riquadro giallo possono essere sia edifici che carte militari, cosi' puoi avere, per assurdo nche 5 carte militari (o 4 se giochi con la Persia che ha uno spazio in meno).

    Al momento le impressioni sul gioco sono un po' diferenti dalle tue…ma l'importante e' giocarci con lo spirito giusto:)
    Peppe74

  16. Grazie Peppe, ho sistemato l'imprecisione. Il regolamento nella spiegazione delle carte militari recita “è possibile ad esempio avere 3 carte militari contemporaneamente”, chissà perchè mi era sfuggito che fosse un esempio e lo avevo preso come limite assoluto. 🙂
    Visto che dici che sono differenti, perchè non ci racconti le tue impressioni così ci confrontiamo e diamo ai lettori un'altra visione sul gioco?
    Ciao

  17. PLagio: 1 DIR Appropriazione, riproduzione e pubblicazione anche parziale di un'opera altrui, letteraria, scientifica, artistica, che si fa passare come propria: commettere un p.
    ‖ estens. Opera o parte di essa per cui si commette plagio: questo romanzo è tutto un p.

    Il fatto che dichiarino apertamente che si sono ispirati a Through the Ages non vuol dire che non sia un plagio lo stesso.

  18. Se proprio vogliamo scendere nel legalese, le meccaniche dei giochi non sono tutelate dalla legge sul diritto d'autore, quindi, prescindendo da qualsiasi altra considerazione etica, NON si tratta di plagio.

  19. Anzitutto ciao,
    a parte che proprio non capisco interventi come questi.
    Non dico salutare, ma iniziare con un copia incolla della definizione di plagio presa dall'HOEPLI…
    (http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/p/plagio.aspx?query=plagio) lasciatelo dire, ma non è proprio simpatico.
    Comunque sia, come fai a sostenere che si tratti di plagio? Prima di tutto hai provato entrambi i giochi?.
    Se mi piacciono i Metallica e faccio una canzone che è una copia spudorata di “Nothing else matters” e la chiamo “Everything matters” senza dire niente si può parlare di plagio.
    Se invece da appassionato dei Metallica faccio una canzone metal (o meglio rock) ispirandomi alle loro sonorità, dichiarando anche che sono per me fonte di ispirazione, non so come si possa parlare di plagio.
    Nell'esempio specifico come si fa a dire che un gioco di civilizzazione come in questo caso Nations è un plagio di TTA?
    Solo perchè usa le carte? perchè entrambi utilizzano carte codificate per colore? Perchè entrambi sono giochi di civilizzazione?

  20. ma è un caso o questa casa editrice produce versioni aggiornate rivedute e abbreviate di super titoloni? eclipse da twilight imperium, nations da TTA….
    ciò nonostante essendo io uno che ha poco tempo a disposizione mi stanno facendo un favore……

    bellissimo blog!

  21. Giocato ieri in Tana a Forli in 3 e devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso. Condivido quanto scritto da polloviparo e consiglio agli amanti dei gestionali/piazzamento lavoratori di provarlo.

  22. All'inizio lo avevo scartato per principio, non amo i giochi di civilizzazione… poi l'ho provato ad Essen e mi sono ricreduta, infatti è in rotta di arrivo per prendere posto nella collezione 🙂

    Ps: credo che rapportato a TTA giochi molto a suo favore il tempo di durata di una partita

  23. Ciao, mi ricordo di te, tu sei la ragazza che gioca ai giochi “tosti”! 🙂
    E' bello avere un parere “femminile”, specie su giochi come questo.
    Concordo con te, la durata è uno degli elementi che gioca a suo favore.

  24. Credo di averti risposto anche sul forum della TdG (sempre che tu sia la stessa persona), comunque per sicurezza ti rispondo anche qua: si utilizza solo il valore maggiore della carta militare con almeno un omino assegnato.

  25. si sono io ho fatto del crossposting….ho fatto un altra domanda ma nessuno ancora mi ha risposto,
    come funzionano i consiglieri? se ad esempio uno mi fa guadagnare 1 moneta d'oro il guadagno quando avviene? nella fase di risoluzione vorrei sperare..

  26. Le monete presenti sulle carte dei consiglieri le incassi nella fase di risoluzione, quando calcoli la produzione delle risorse (quindi insieme a quelle eventualmente presenti su carte edificio su cui hai dei lavoratori o meraviglie ad esempio).

  27. volevo solo raccontare una mia esperienza…. tempo fa avevo deciso di comprare un gioco nuovo, ed ero indeciso tra myrmes, il mistero dei templari e venetia. stavo proprio per comprare quest'ultimo quando incappo in questa recensione. tutto va a monte e un paio di settimane fa nations era a casa mia, domenica ho fatto la prima partita col mio solito gruppetto di gioco e il risultato è stato unanime: premetto che non abbiamo mai giocato a TTA ma nations secondo noi è un capolavoro: è piaciuto a tutti, i turni filano lisci, devi tenere conto di un sacco di cose, non c'è fortuna, l'interazione c'è ma non è mai diretta verso un singolo avversario….
    decisamente nella nostra top3,

    grazie pollo

    un salutone

  28. Grazie a te per aver condiviso la tua esperienza! Sono felicissimo che il gioco ti sia piaciuto, ma soprattutto che quanto ho scritto ti sia tornato utile!
    Un salutone anche a te.

  29. Fatte finora 3 partite :
    il mio commento non può essere che estremamente positivo perché' da una parte e' vero che attinge a piene mani dalle meccaniche di Trough The Ages , ma lo migliora, perche in primis ha eliminato il down time fra i turni che affliggeva l'originale e in piu lo rende giocabile ad un Target di persone maggiore , in quanto le regole sono molto piu veloci da imparare , lasciandone immutato lo spessore strategico ..
    Per i miei gusti il miglior gioco del 2013 ..

  30. Grazie anche a te per il tuo feedback! Anche a noi (e con noi intendo il mio gruppo di gioco) sta dando molte soddisfazioni.
    Abbiamo già organizzato il tavolo per venerdì, saremo in cinque e il livello degli sfidanti sarà bello alto quindi si prospetta una bella sfida.. non vedo l'ora! 😉

  31. Non sono d'accordo sul fatto che basta dire di essersi ispirati per non poter parlare di plagio. Come per la musica se cambio 2 note comunque vengo accusato, e condananto, a parte se non pago i diritti all'autore.
    Ci troviamo sicuramente davanti a una versione streamlined di TTA.
    Evidentemente con il vantaggio di rendere il gioco maggiormente alla portata di tutti.
    Il vero miglioramento che avrebbe giustificato questo plagio e tutto questo lavoro sarebbe stato un aumento importante dell’interazione diretta tra i giocatori. Cosa che manca totalmente.
    L’aumento dell’interazione indiretta, quindi un passaggio da un approccio AP ( “action point allowance”) ad uno “una mossa io, una mossa te, una mossa lui”, certo ha diminuito i tempi morti (secondo limite di TTA) ma a discapito di uno smodato fattore king making . Sia nel caso di un giocatore meno abile al tavolo ma specialmente nel caso in cui un giocatore sia sopraffatto dagli altri e umanamente inizi azioni di disturbo.
    Sono d’accordo con te che puo’ diventare un titolo molto giocato, specie se ben spinto :-).
    Ma gli unici miglioramenti sono verso il gioco per famiglie da un punto di vista di strategy game non ho visto miglioramenti.
    Appena superero la 40 partita mi riservo di modificare alcuni commenti.
    Grazie per il lavoro svolto che mi ha portato a provare questo gioco.

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