[Boardgames World] – La Giochix

scritto da Fabio (Pinco11)

Tra gli editori italiani che hanno superato l’impatto dei primi anni di esordio nel mondo dei boardgames e che si sono fatti strada gradualmente anche all’estero, sicuramente dobbiamo annoverare e ricordare la Giochix, editrice gestita dal vulcanico autore / editore Michele Quondam, che coinvolgerò nel corso dell’articolo chiedendogli lumi su come, partendo sei anni fa dalla uscita di due giochi di carte da lui stesso ideati, ossia Bulp e Medievalia, sia giunto quest’anno a proporre ad Essen ben tre titoli strutturati, tra i quali un certo CO2.

14 sono i titoli che la casa ha oggi in catalogo, divisi in tre sezioni, ovvero nei light, medium ed high level e traspare una graduale crescita, sia nel numero di uscite (quest’anno tre, come nel 2011, ma lo scorso anno uno dei titoli era solo una edizione italiana di un titolo prodotto dalla Artipia) che nella cura ed attenzione alla veste grafica. 

Per quanto il tratto distintivo di alcuni titoli sia unito da un palese filo conduttore (vedi Upon a Salty Ocean, De Vulgari eloquentia e Doge Ship), direi che i passi avanti, in questo ambito, tra un Rio della Plata ed un Co2 sono ben visibili.

Discettando di questi aspetti secondari già ho citato diversi dei titoli proposti dall’editore nostrano e vorrei con lui approfondire un po’ di retroscena legati alla sua avventura produttiva, sperando siano di vostro interesse.

Lascio la parola quindi a Michele Quondam, con un primo spazio per presentarsi e per raccontarci come abbia per prima cosa deciso, nel 2007 ( o giù di lì) di partire con la sua avventura imprenditoriale da autore / editore di giochi.

I primi titoli, come accennavo, sono stati due giochi di carte, quindi immagino un impegno editoriale di un certo tipo, ma non esagerato (se non altro i materiali da ricercare e curare non sono troppi). A seguire però arriva One more barrell, titolo dal tema anche ironico, che si presenta ad Essen 2008 ottenendo, come si dice, una certa attenzione. Come sono andate le cose con il tuo primo vero e proprio gioco in ‘scatola grande’ ? Problemi da risolvere ? Costi che crescono ? Come andarono, alla fine della storia, le cose ?

In realtà i giochi di carte possono richiedere più impegno di un gioco da tavolo di equivalente complessità. Specialmente a livello grafico, visto che ogni carta gioca un ruolo a sé. Questo giusto per dire che non ho mai considerato i giochi di carte di “serie B”, se mi passi la battuta :-).

One More Barrel è stata una prima bella sfida ed è venuto fuori un piccolo gioiello, io ne sono il papà e se non lo dico io… La sola pecca fu il regolamento che era molto spigoloso e difficile da capire. Chi si è impegnato con tanta pazienza a leggerlo, si è innamorato del gioco, gli altri lo hanno odiato o giudicato male. Quanto alle vendite, il gioco ha fatto sold out abbastanza rapidamente, avremo residue una ventina di copie che teniamo più per altro per i collezionisti. Passato il periodo “storico” infatti è diminuita anche l’attenzione del pubblico, escludendo gli hard gamers che continuano a guardarlo con affetto. Fu però una piccola edizione che dovette sostenere costi di produzione molto alti.

Nel contempo la Giochix sembra volersi avviare, in quel periodo, anche nella strada della distribuzione / localizzazione, visto che compaiono, intorno al 2008 – 2009, nel suo catalogo anche Race for the Galaxy e Dice Town. Poi quel percorso (salva l’esperienza con Drum Roll, ideato originariamente da Artipia) sembra essere stato messo da parte. Che ci puoi dire di questa esperienza ?

Sono due aspetti diversi. La localizzazione pura, cioè di giochi già usciti e conosciuti, ci interessa di meno. Il nostro primo obiettivo sono e rimangono i giochi “nuovi”, diciamo così. Race for the Galaxy è stata un’opportunità da cogliere obbligatoriamente, mentre Dice Town è stato il risultato di una collaborazione più articolata con la Matagot. Drum Roll rientra invece nella nostra attività principale, avendo conosciuto il gioco come prototipo e avendo dato anche un nostro contributo alla sua realizzazione. Ovviamente per il futuro tutto è possibile, bisogna vedere cosa finirà sotto i nostri occhi.

Tornando ai titoli Giochix (in partnership all’epoca con Ghenos) nel 2010 arriva il primo gioco edito (lascio da parte la distribuzione) da te ma che non ti vede come autore, ossia Strada Romana, di Obert. Come sono andate lì le cose? Qualche aneddoto da raccontarci ?

In realtà non era così: c’erano anche Acqua Dolce e African Park, che sono di Ragazzoni e Canetta. Non è tutta farina del mio sacco 🙂
Strada Romana fu una bella esperienza fatta insieme a Ghenos, divertente ed emozionante. Ho imparato molto da là.
Il tuo percorso da quel momento in poi sembra prendere invece un indirizzo più deciso, con un impegno che sembra crescere di anno in anno. Nel 2011 infatti è la volta dell’accoppiata tra il tuo Rio de la Plata e De Vulgari Eloquentia di Papini. Dall’esterno ho visto quell’anno come una sorta di primo ‘salto di qualità’, nel senso che si è vista una doppia produzione, con due titoli di un certo spessore e, soprattutto, nella logica imprenditoriale, con un De Vulgari Eloquentia che ti vedeva ancora solo editore, alla ricerca di un pubblico difficile come quello dei gamers puri. La sensazione avuta dall’esterno è che Rio abbia attratto un suo pubblico, pur senza suscitare un clamore eccessivo e che De Vulgari abbia lanciato, pur tra qualche dibattito, la Giochix come editore ‘per gamers’. Che mi dici di come andarono le cose quell’anno?

E’ vero: l’impegno fu molto alto e il salto di qualità deciso, ma non tanto per i giochi prodotti, ma quanto per le collaborazioni che iniziammo a fare. Il lavoro degli anni precedenti infatti diede i suoi frutti e ottenemmo partnership importanti come Z-man, Rio Grande, Matagor e Lookout games

I giochi realizzati ovviamente avevano anche loro un qualcosa in più che ottenne un buon riscontro: De Vulgari aveva una tematica originalissima e delle meccaniche solide, Rio de la Plata invece un gioco dentro il gioco che era un’idea che rompeva le meccaniche tradizionali. Ci voleva solo un po’ di tempo in più per fare tutto alla perfezione, il mio unico rammarico, con 36 ore al giorno ce l’avremmo fatta!
Ad esempio, per Rio infatti dovetti buttar giù il regolamento quattro e quattrotto  (con questo intendo il tempo per trasformare i miei appunti in testo scritto) e le conseguenti traduzioni, specialmente quella tedesca, risultarono scadenti. Un gran peccato (risolto poi con le versioni online, ma l’attimo era già passato).

Ci avviciniamo ora al presente e siamo al 2011. Di nuovo accoppiata tra un tuo titolo, ossia Forgotten Planet ed uno di ideazione altrui, ossia Upon a salty ocean di Marco Pranzo. Ad Essen mi ricordo che entrambi entrarono più volte nelle classifiche di gradimento della fiera, per cui immagino che i riscontri siano stati positivi. Cosa ricordi dell’esperienza di due anni fa in Germania e di come poi sono andate le cose al tuo personalissimo box office?

Altro salto nel buio e altro esperimento. Come vedi i giochi che facciamo spesso non sono simili tra loro, specialmente i miei. Stavolta Forgotten è un semi-astratto, asciutto ed essenziale. Upon a Salty Ocean è un gioco solido, di tipo economico, e un po’ matematico, molto German.

Entrambi sono andati benissimo, praticamente esauriti in poche settimane, anche se si trattò, anche qui, di edizioni ridotte, prudenti.
Di quell’anno a Essen ne ho di cose da dire! Si realizzarono i nostri peggiori incubi! adesso lo posso dire ridendo, ma furono giorni da panico. Pensate che all’ arrivo alla Fiera, il giorno prima dell’inizio, non solo non ci sono i nostri giochi, ma neanche lo stand (nel senso che lo spazio era vuoto)! Si erano persi l’uno e l’altro tra le montagne di carta di ordinativi. Apro parentesi: se qualcuno vuole un po’ di notizie vere sulla cosiddetta “efficienza tedesca” venga a parlare con me! Pochissimi sanno che il 95% degli errori e dei problemi non derivano da noi editori, ma da coloro che dovrebbero fare le cose per noi, profumatamente pagati per questo.
Insomma, scatta un corri-corri da tutte le parti fino ad ottenere rassicurazioni (e scuse) che la mattina successiva sarà tutto apposto! Ok, andiamo al giorno dopo: all’arrivo in fiera trovo consegnato Forgotten Planet, ma manca ancora Upon a Salty Ocean, e lo spazio dello stand è ancora vuoto… ma c’è la moquette per terra però, che lusso! Ri-corro da tutte le parti, scuse per il disguido, mi dicono di pazientare e che di fatto, si sono dimenticati Upon Salty Ocean ma che arriverà velocemente.
Insomma per farla breve iniziamo la fiera solo con Forgotten e seduti per terra.  Poi nel corso della giornata arrivano tavoli e sedie salutati dall’ovazione degli astanti. Il giorno dopo arrivò anche Upon Salty Ocean.

Questa per dirne una.
Dopo tanti anni, posso dire, che i nostri cari amici tedeschi, almeno con noi, devo dire che fanno più pasticci che cose giuste.

Eccoci, finalmente, all’oggi. Stavolta i tuoi titoli salgono a ben tre. Abbiamo infatti ancora la tua personale creazione, che stavolta è Gladiatori, quindi c’è Doge Ship del duo Canetta – Niccolini ed infine CO2  del noto Vital Lacerda. Partiamo dal primo per rilevare come fosse un titolo sul quale tu hai scommesso molto, ma che ha sofferto per alcuni problemi di edizione, con delle miniature che non ne han voluto sapere di arrivare in tempo per le fiere (e quindi per le grandi vendite). Mi accennavi che le cose con il tempo le avete risolte, ma mi sa che l’inconveniente qualche problema lo ha creato … Che mi racconti ?

Posso dirti che abbiamo iniziato una causa legale contro la Dice and Games Ltd, che doveva produrci le miniature del gioco. Questo per farti capire il guaio che ci hanno combinato. La cosa più problematica ed incomprensibile sono state le continue rassicurazioni in merito all’imminente consegna delle miniature. Rassicurazione che abbiamo ricevuto tra settembre ed ottobre praticamente ogni settimana. Oggi so che le miniature non sono state mai prodotte, ma non capisco come si possa agire in questo modo. Questo comportamento ci ha messo in grande difficoltà con i clienti, perché abbiamo dato informazioni sbagliate e perché abbiamo dovuto affrontare le grandi fiere totalmente impreparati (ovviamente ci avevano assicurato una consegna a mano in fiera).


Anche qui abbiamo imparato molto, e devo dire che siamo stati bravi. Siamo stati capaci infatti di reagire velocemente e di fare altre miniature con un altro produttore (Italiano stavolta). Il tutto in 2 mesi circa, non male considerando che abbiamo dovuto partire da zero e rifare tutto, anche i modelli (perché per il metallo le specifiche sono molto diverse). Spero che in questo modo siamo riusciti a ridurre il disagio al minimo ai nostri clienti. Il lavoro extra che ne è scaturito è stato enorme, nonché ahimé il danno di immagine che abbiamo subito.
Ovviamente anche il gioco ne ha sofferto enormemente, visto che non è stato di fatto presentato ad Essen. Vedremo se sarà in grado di recuperare da una posizione così difficile: devo dire che le prime reazioni sono buone, speriamo bene.

Doge Ship mi è sembrato invece un titolo classico e solido, ben curato, ma forse mancante un pelo di ‘carattere’. Nonostante questo vedo che è stato edito anche da Rio Grande negli States, per cui una bella partnership. Puoi darmi maggiori dettagli ?
Si, un gioco intermedio, ma molto interessante. Anche visivamente molto ben presentato e accattivante (vedi la nave che si costruisce sul tavolo da gioco). Penso che non esistano solo gli ultra gamers in questo mondo e che i giochi veloci da imparare, ma al tempo stesso intriganti e da pensarci su, siano una bella necessità. Il Doge rientra in questa categoria.

Giungiamo così alla tua teorica star dell’anno, ovvero CO2. L’autore, già noto per Vinhos , si è fatto la fama di designer per core gamers , per cui il titolo era già atteso ad agosto e ne ho sentito parlare abbastanza spesso in giro. Alla fine però le vendite sono state proporzionate al clamore suscitato o alla fine i pronostici di classifica tra i tuoi tre titoli sono stati invertiti in qualche modo?

 Pensa che CO2 ce lo abbiamo dal 2010 e che ci abbiamo lavorato con Vital per un sacco di tempo. C’è moltissimo di giochix là dentro 😉
Già da allora cercavamo specificatamente un titolo sul global warming e trovammo quello di Vital quando ancora non aveva fatto Vinhos.
La tematica originale legata ad una grafica ancor più originale e ad una meccanica profonda ha funzionato. Le vendite sono andate bene e dovremmo andare in ristampa a Marzo. Un ottimo risultato!

Ok, tiriamo le somme. Prima di tutto ti chiedo cosa hai tratto da questi anni da autore prima e da editore poi. Quindi ti chiedo di regalare qualche suggerimento a chi desideri o pensi di seguire le tue tracce 😉

 Fare l’autore è divertente, appassionante, ed intrigante. Ma lo si può fare solo per hobby, salvo rarissime eccezioni. Se ci riesce è una bellissima cosa.
Fare l’editore è divertente, appassionante, intrigante, ma più di tutto stressante. Ci sono moltissime cose da seguire, moltissime scocciature, moltissime rogne.
Ci vuole un impegno ed una passione senza fine. Veramente senza fine. Chi si ferma è perduto insomma.… seguire le mie tracce? Ma che sei pazzo? 🙂

Per l’immediato futuro invece che hai in cantiere? Ancora tre titoli anche per Essen 2013?

Prima di rispondere apro una parentesi sul numero di titoli: non è che andiamo ad aumentare ogni anno! 🙂 
Dipende tutto da quello che abbiamo sottomano. Quest’anno potremmo fare anche uno solo, o forse due. Difficile dirlo ora.
Spero sicuramente di fare la quarta espansione di Race for the Galaxy, questo si.

Personalmente quali titoli ti hanno colpito tra le recenti uscite della stagione autunnale appena conclusasi?
Quest’anno sono usciti almeno 10 titoli di altissimo livello. E’ stato un anno molto interessante sotto questo aspetto: la qualità continua a salire.
Tra i titoloni, considerando che Tzolkin era già annunciato come successo e me lo aspettavo, mi ha colpito Keyflower e anche un gioco semplicissimo come Escape: The Curse of the temple.

Siamo giunti al termine anche di questa chiacchierata, che spero abbia interessato i lettori alla ricerca di retroscena e notizie sulla ‘avventura’ produttiva dei giochi da tavolo che seguiamo, dandoci appuntamento al prossimo approfondimento sulle realtà editoriali di casa nostra 😉

— Le immagini sono tratte dal manuale o dal sito della/e casa/e produttrice/i  (Giochix) alle quali appartengono tutti i diritti sui giochi di cui si parla. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. — 

By Fabio (Pinco11) Posted in Giochix

3 comments on “[Boardgames World] – La Giochix

  1. Bell'articolo! Oltre a possedere Race For The Galaxy, che reputo un grande gioco, ho avuto occasione di conoscere Giochix proprio con Medievalia tanti anni fa alla fiera di Milano che si tenne al palazzetto di Assago. Mi ricordo un piccolo stand con questa scatoletta che mi incuriosì parecchio…
    Poi ho avuto modo di acquistare e godere di Upon a salty Ocean che trovo molto molto interessante nella sua meccanica dell'uso dei “PV” per “comprare” le azioni, oltre che ad un'ambientazione legata alla pesca ben riuscita. Ho giocato anche a De Vulgari e The Forgotten Planet che mi sono piaciuti parecchio.
    Che dire, bravi! Le scelte fino ad ora sono state azzeccate (a mio modesto parere).
    Ora sono curioso di provare CO2, soprattutto incuriosito dall' autore e dalle meccaniche di cui ho letto diverse notizie positive.
    Ciao Poldeold

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