14 sono i titoli che la casa ha oggi in catalogo, divisi in tre sezioni, ovvero nei light, medium ed high level e traspare una graduale crescita, sia nel numero di uscite (quest’anno tre, come nel 2011, ma lo scorso anno uno dei titoli era solo una edizione italiana di un titolo prodotto dalla Artipia) che nella cura ed attenzione alla veste grafica.
Per quanto il tratto distintivo di alcuni titoli sia unito da un palese filo conduttore (vedi Upon a Salty Ocean, De Vulgari eloquentia e Doge Ship), direi che i passi avanti, in questo ambito, tra un Rio della Plata ed un Co2 sono ben visibili.
I primi titoli, come accennavo, sono stati due giochi di carte, quindi immagino un impegno editoriale di un certo tipo, ma non esagerato (se non altro i materiali da ricercare e curare non sono troppi). A seguire però arriva One more barrell, titolo dal tema anche ironico, che si presenta ad Essen 2008 ottenendo, come si dice, una certa attenzione. Come sono andate le cose con il tuo primo vero e proprio gioco in ‘scatola grande’ ? Problemi da risolvere ? Costi che crescono ? Come andarono, alla fine della storia, le cose ?
One More Barrel è stata una prima bella sfida ed è venuto fuori un piccolo gioiello, io ne sono il papà e se non lo dico io… La sola pecca fu il regolamento che era molto spigoloso e difficile da capire. Chi si è impegnato con tanta pazienza a leggerlo, si è innamorato del gioco, gli altri lo hanno odiato o giudicato male. Quanto alle vendite, il gioco ha fatto sold out abbastanza rapidamente, avremo residue una ventina di copie che teniamo più per altro per i collezionisti. Passato il periodo “storico” infatti è diminuita anche l’attenzione del pubblico, escludendo gli hard gamers che continuano a guardarlo con affetto. Fu però una piccola edizione che dovette sostenere costi di produzione molto alti.
Sono due aspetti diversi. La localizzazione pura, cioè di giochi già usciti e conosciuti, ci interessa di meno. Il nostro primo obiettivo sono e rimangono i giochi “nuovi”, diciamo così. Race for the Galaxy è stata un’opportunità da cogliere obbligatoriamente, mentre Dice Town è stato il risultato di una collaborazione più articolata con la Matagot. Drum Roll rientra invece nella nostra attività principale, avendo conosciuto il gioco come prototipo e avendo dato anche un nostro contributo alla sua realizzazione. Ovviamente per il futuro tutto è possibile, bisogna vedere cosa finirà sotto i nostri occhi.
Tornando ai titoli Giochix (in partnership all’epoca con Ghenos) nel 2010 arriva il primo gioco edito (lascio da parte la distribuzione) da te ma che non ti vede come autore, ossia Strada Romana, di Obert. Come sono andate lì le cose? Qualche aneddoto da raccontarci ?
E’ vero: l’impegno fu molto alto e il salto di qualità deciso, ma non tanto per i giochi prodotti, ma quanto per le collaborazioni che iniziammo a fare. Il lavoro degli anni precedenti infatti diede i suoi frutti e ottenemmo partnership importanti come Z-man, Rio Grande, Matagor e Lookout games.
Ad esempio, per Rio infatti dovetti buttar giù il regolamento quattro e quattrotto (con questo intendo il tempo per trasformare i miei appunti in testo scritto) e le conseguenti traduzioni, specialmente quella tedesca, risultarono scadenti. Un gran peccato (risolto poi con le versioni online, ma l’attimo era già passato).
Ci avviciniamo ora al presente e siamo al 2011. Di nuovo accoppiata tra un tuo titolo, ossia Forgotten Planet ed uno di ideazione altrui, ossia Upon a salty ocean di Marco Pranzo. Ad Essen mi ricordo che entrambi entrarono più volte nelle classifiche di gradimento della fiera, per cui immagino che i riscontri siano stati positivi. Cosa ricordi dell’esperienza di due anni fa in Germania e di come poi sono andate le cose al tuo personalissimo box office?
Entrambi sono andati benissimo, praticamente esauriti in poche settimane, anche se si trattò, anche qui, di edizioni ridotte, prudenti.
Di quell’anno a Essen ne ho di cose da dire! Si realizzarono i nostri peggiori incubi! adesso lo posso dire ridendo, ma furono giorni da panico. Pensate che all’ arrivo alla Fiera, il giorno prima dell’inizio, non solo non ci sono i nostri giochi, ma neanche lo stand (nel senso che lo spazio era vuoto)! Si erano persi l’uno e l’altro tra le montagne di carta di ordinativi. Apro parentesi: se qualcuno vuole un po’ di notizie vere sulla cosiddetta “efficienza tedesca” venga a parlare con me! Pochissimi sanno che il 95% degli errori e dei problemi non derivano da noi editori, ma da coloro che dovrebbero fare le cose per noi, profumatamente pagati per questo.
Insomma, scatta un corri-corri da tutte le parti fino ad ottenere rassicurazioni (e scuse) che la mattina successiva sarà tutto apposto! Ok, andiamo al giorno dopo: all’arrivo in fiera trovo consegnato Forgotten Planet, ma manca ancora Upon a Salty Ocean, e lo spazio dello stand è ancora vuoto… ma c’è la moquette per terra però, che lusso! Ri-corro da tutte le parti, scuse per il disguido, mi dicono di pazientare e che di fatto, si sono dimenticati Upon Salty Ocean ma che arriverà velocemente.
Insomma per farla breve iniziamo la fiera solo con Forgotten e seduti per terra. Poi nel corso della giornata arrivano tavoli e sedie salutati dall’ovazione degli astanti. Il giorno dopo arrivò anche Upon Salty Ocean.
Eccoci, finalmente, all’oggi. Stavolta i tuoi titoli salgono a ben tre. Abbiamo infatti ancora la tua personale creazione, che stavolta è Gladiatori, quindi c’è Doge Ship del duo Canetta – Niccolini ed infine CO2 del noto Vital Lacerda. Partiamo dal primo per rilevare come fosse un titolo sul quale tu hai scommesso molto, ma che ha sofferto per alcuni problemi di edizione, con delle miniature che non ne han voluto sapere di arrivare in tempo per le fiere (e quindi per le grandi vendite). Mi accennavi che le cose con il tempo le avete risolte, ma mi sa che l’inconveniente qualche problema lo ha creato … Che mi racconti ?
Anche qui abbiamo imparato molto, e devo dire che siamo stati bravi. Siamo stati capaci infatti di reagire velocemente e di fare altre miniature con un altro produttore (Italiano stavolta). Il tutto in 2 mesi circa, non male considerando che abbiamo dovuto partire da zero e rifare tutto, anche i modelli (perché per il metallo le specifiche sono molto diverse). Spero che in questo modo siamo riusciti a ridurre il disagio al minimo ai nostri clienti. Il lavoro extra che ne è scaturito è stato enorme, nonché ahimé il danno di immagine che abbiamo subito.
Ovviamente anche il gioco ne ha sofferto enormemente, visto che non è stato di fatto presentato ad Essen. Vedremo se sarà in grado di recuperare da una posizione così difficile: devo dire che le prime reazioni sono buone, speriamo bene.
Giungiamo così alla tua teorica star dell’anno, ovvero CO2. L’autore, già noto per Vinhos , si è fatto la fama di designer per core gamers , per cui il titolo era già atteso ad agosto e ne ho sentito parlare abbastanza spesso in giro. Alla fine però le vendite sono state proporzionate al clamore suscitato o alla fine i pronostici di classifica tra i tuoi tre titoli sono stati invertiti in qualche modo?
Ok, tiriamo le somme. Prima di tutto ti chiedo cosa hai tratto da questi anni da autore prima e da editore poi. Quindi ti chiedo di regalare qualche suggerimento a chi desideri o pensi di seguire le tue tracce 😉
Spero sicuramente di fare la quarta espansione di Race for the Galaxy, questo si.
Personalmente quali titoli ti hanno colpito tra le recenti uscite della stagione autunnale appena conclusasi?
Siamo giunti al termine anche di questa chiacchierata, che spero abbia interessato i lettori alla ricerca di retroscena e notizie sulla ‘avventura’ produttiva dei giochi da tavolo che seguiamo, dandoci appuntamento al prossimo approfondimento sulle realtà editoriali di casa nostra 😉
— Le immagini sono tratte dal manuale o dal sito della/e casa/e produttrice/i (Giochix) alle quali appartengono tutti i diritti sui giochi di cui si parla. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —
Bell'articolo! Oltre a possedere Race For The Galaxy, che reputo un grande gioco, ho avuto occasione di conoscere Giochix proprio con Medievalia tanti anni fa alla fiera di Milano che si tenne al palazzetto di Assago. Mi ricordo un piccolo stand con questa scatoletta che mi incuriosì parecchio…
Poi ho avuto modo di acquistare e godere di Upon a salty Ocean che trovo molto molto interessante nella sua meccanica dell'uso dei “PV” per “comprare” le azioni, oltre che ad un'ambientazione legata alla pesca ben riuscita. Ho giocato anche a De Vulgari e The Forgotten Planet che mi sono piaciuti parecchio.
Che dire, bravi! Le scelte fino ad ora sono state azzeccate (a mio modesto parere).
Ora sono curioso di provare CO2, soprattutto incuriosito dall' autore e dalle meccaniche di cui ho letto diverse notizie positive.
Ciao Poldeold
bell'articolo, mi piacciono moltissimo questi approfondimenti sull'editoria nostrana =)
salve volevo sapere se hanno un sito per contattarli e presentargli un mio gioco che sto creando. voi cosa mi consigliate per promuovere questa mia creazione? grazie mille!!!