Anteprima – Yedo

scritto da Fabio (Pinco11)

La Eggert, editore che ha conquistato una grande notorietà in questi mesi grazie all’edizione di Village, assurto agli onori della cronaca per la vittorie dello Spiel des Jahres, torna ad occuparsi di gestionali andando ad immergersi nel Giappone del XVII secolo con il suo Yedo, ideato dal duo esordiente  Plancke – Vande Ginste, titolo per 2-5 giocatori con tempo stimato a partita di due ore e mezzo (dipendente dalla lingua, per via della presenza di carte).
I partecipanto sono qui chiamati a ricoprire i panni di capi di altrettanti clan sotto il dominio del famoso shogun Tokugawa, impegnati ad acquisire prestigio complottando e compiendo diverse azioni ed imprese, più o meno legali, arrivando anche a cercare di assassinare lo shogun stesso.
Le dinamiche del titolo sono quelle di selezione azioni, con spruzzate di aste e di uso di carte, il tutto indirizzato ad un pubblico tendenzialmente ampio, ma con un occhio di riguardo (vedi la durata) per i gamers.


Hanno ucciso lo shogun – ragno …


I componenti di gioco, decisamente deluxe (anche se c’è poco legno), prevedono un tabellone maxi formato,  riccamente illustrato dal noto Vohwinkel, all’interno del quale trovano posto diversi mazzetti di carte, tra quelle azione, obiettivo, evento e le missioni, divise in diversi livelli di difficoltà, nonchè diverse tessere, ovvero gli ‘annessi’ (espansioni) per le vostre dimore di clan, le tesserine geisha, le benedizioni. A ciò si aggiungono una manciatina di altri componenti, tra i quali quattro soli trippoli a testa e tre segnaposizione. Ogni partecipante riceve, infine, la propria scheda giocatore, destinata ad accogliere i vari componenti e risorse nel corso della partita, recando su di essa un riassunto dei passaggi di ogni turno.

Quanto alle dinamiche di gioco, andando per sintesi (qui vi trovate il regolamento in inglese), l’idea è che la partita si articoli in 11 turni, ciascuno dei quali è articolato (teoricamente) in sette comode fasi.

In sostanza però, passando oltre alla preparazione, l’idea è che ci siano due maxi fasi in ogni turno, ovvero per prima l’asta per aggiudicarsi bonus, miglioramenti per la propria casa o risorse e la seconda il piazzamento ometti.

Nella fase di asta ogni giocatore esordisce, a turno, scegliendo una posizione nella quale intende collocare il proprio omino e parte con un’offerta (c’è però un minimo per ogni posizione) per aggiudicarsela, gli altri hanno una sola possibilità di rialzo, mentre chi parte ha un ultimo rilancio a disposizione. E’ possibile, prima di partecipare all’asta, ritirarsi e prendere invece tre monete ed una volta aggiudicata un’asta non si può partecipare a quelle successive.

Nella fase di piazzamento si procede invece a collocare gli ometti a disposizione in uno dei distretti della città, tenendo conto che ciascuno di essi consente, in genere, di compiere un paio di azioni diverse. Completato il giro si eseguono quindi, a turno, le azioni prescelte (tenendo conto che al centro si trova un trippolo, la guardia notturna, che ingabbia i trippoli collocati eventualmente nell’area della città nella quale passa).

Ad insaporire il tutto c’è la presenza di eventi casuali, nonchè la possibilità di effettuare tra i giocatori, prima di compiere le azioni, tutti gli scambi che si desiderano, anche tra merci disomogenee, naturalmente! Il fulcro del gioco, poi, ruota intorno all’assolvimento delle condizioni indicate nelle carte missione (che prevedono spesso l’uso di omini piazzati in certe sezioni della città e/o l’avere a disposizione certe espansioni della casa o risorse) e/o nel perseguire gli obiettivi indicati nelle apposite carte. Alla fine dei famosi 11 turni (o prima, se si ammazza lo shogun) si esegue il calcolo dei punti prestigio ottenuti e chi ne ha di più, classicamente, vince.

Edo, Yedo e lo Shogun

Il gioco, come dicevo, parte chiaramente da presupposti ambiziosi, in quanto la componentistica, per quanto soffra (nel mio personalissimo cartellino) per la mancanza di legno (solo qualche trippolino …), risulta palesemente pompata per stupirvi con effetti ultravivaci.

Tutto è infatti fuori misura, a partire dal tabellone, che è maxi, passando poi per le carte missione, che sono proposte in un curioso formato a loro volta maxi e, devo dire, la cosa è giustificata solo dal desiderio di proporsi un una edizione deluxe , piuttosto che da esigenze pratiche. A sua volta le illustrazioni sono state affidate al bravo Vohwinkel, per cui la sensazione d’insieme è quella di una produzione che vuole proporsi come curata.

L’ambientazione è a sua volta resa in modo adeguato, nel senso che, a parte le illustrazioni, si verifica lo sforzo compiuto di inserire nelle carte missioni del testo (flavour) per illustrare perchè vi stanno dando punti o soldi per aver mandato un omino al mercato, oppure due omini in diverse parti della città, muniti di certe armi. Anche nelle carte obiettivo si può percepire (se si vuole) un minimo di connessione tra obiettivo e punti (es. avrete tot punti se non vi siete macchiati le mani con omicidi). Concordo sul fatto che con un minimo di sforzo il gioco poteva essere ambientato anche altrove, senza difficoltà, ma per chi gradisse questo contesto, perlomeno il tutto non è solo ‘appiccicato lì’ come spesso invece accade.

Passando alle dinamiche direi che torniamo invece sul classico, perchè non è che ci siano poi cose straordinarie mai viste, quanto piuttosto un grosso mix di cose. Ci sono infatti la classica asta, il classico piazzamento ometti e così via, ma devo dire che il mix proposto è, ancora, di quelli spicy, ossia saporiti, perchè il reperimento di risorse è proposto abbinato in parte con dinamiche di asta (basiche), così come si è inserita la presenza di carte azione, utili ad influire su diverse meccaniche, di carte evento (per la varietà) e di carte missione ed obiettivo (scindendo così i modi per fare punti in due categorie, ossia punti subito e punti alla fine, collegate tra loro). Per non farci mancare nulla vi è  inoltre la possibilità di effettuare scambi tra giocatori in una fase di ogni turno, incidendo con questo (oltre che nel modo classico indiretto, ossia fregandosi i posti disponibili) sulla interazione.

Il tutto, però, ha anche l’effetto collaterale di incidere sulla durata della partita, che si espande oltre le due ore e sulla scalabilità, perchè nel gioco a due il commercio non è che abbia poi tutto quel senso. Nel contempo le carte missione, segrete, fanno si che ognuno, per parte del tempo, si organizzi autonomamente nel reperire ciò che gli serve, senza che gli avversari sappiano come ostacolarlo.  

In definitiva Yedo si presenta come buon gestionale, dalla produzione molto curata, quasi che alla Eggert abbiano voluto investire i denari ottenuti con Village in un prodotto più rifinito. Quello che manca è però forse la scintilla, che in Village era rappresentata dall’idea del ciclo della vita e che qui è sostituita da dinamiche più classiche, pur utilizzate e mescolate con mestiere.

Quello che esce è un titolo solido, che si fa piacere dagli occhi e che non mancherà, nella varietà indotta dalle numerose carte, di interessare i giocatori (ma non è poi così difficile da spiegare a tutti), di tutti i livelli. Effetto collaterale della componentistica è, infine, rappresentato dal prezzo, che dovrebbe attestarsi sopra ai 50 euri. Ricordo, per chiudere, che il gioco contiene diverso testo in lingua, per cui è opportuno, se non la conoscete, evitare di acquistarne la versione tedesca … 😉

P.s. il video che segue l’ho girato la mattina presto ad Essen, per cui la voce, diciamo un pò carente di entusiasmo, è derivata solo dall’orario … 😉

— Le immagini sono tratte dal manuale del gioco o dal sito della casa produttrice (Eggart Spiele) alla quale  appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. – 
By Fabio (Pinco11) Posted in Yedo

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