P/review – Lino

Nella gran messe di titoli che lottano per conquistare uno spazio nell’affollato mondo del pre Essen avevo avuto modo di notare, di passaggio, il gioco di cui ci andiamo ad occupare oggi, ossia Lino (per due giocatori), edito dalla Giuoco (casa Indie) ed ideato da Chislaine van den Bulk .
Si tratta di un gioco astratto, che appartiene alla categoria dei titoli di ‘allineamento pezzi’, del tipo, per capirci, del tris o di forza quattro, il quale presenta regole semplici ed accattivanti proponendo alcune meccaniche di gioco idonee a proporsi come innovativo, pur rimanendo in un ambito ludico già sfruttato.

I materiali
All’interno della scatola sono contenuti 56 quadretti di cartoncino, destinati ad essere assemblati, ponendoli gli uni a fianco degli altri, per formare il tabellone di gioco: la scelta di proporlo in pezzi rende possibile la modularità, ossia di giocare anche con tabelloni di partenza diversi da quello suggerito (a forma di croce asimmetrica). Le tessere descritte sono da un lato bianche e dall’altro (per la modalità di gioco avanzata) hanno stampati una serie di numeri, a sfondo bianco o blu, nonchè alcune stelle colorate. In aggiunta vi sono 50 pedine, 25 per ciascuno dei due colori ed una scheda segnapunti.

Le regole
Rinvio come al solito al regolamento chi volese approfondire, segnalando però come qui il manuale sia assai sintetico, consistendo in sole due pagine scritte (alle quali si aggiungono quelle con le immagini.
In sintesi ad inizio partita si predispone il tavolo di gioco, creando ogni partita la griglia sulla quale si svolgerà l’incontro: il suggerimento è quello di assemblare le tessere in modo tale da formare una griglia a forma di croce asimmetica, consentendo poi a ciascun giocatore di spostare tre tessere a piacimento, ma nulla impedisce di concordare diversi setup. Si procede quindi a turno, piazzando ogni giocatore uno dei propri 24 pezzi (il 25° si usa per tenere traccia dei punti), mossi entrambi dallo scopo di formare più combinazioni possibili di propri pezzi allineati, in orizzontale, verticale o diagonale. A fine partita ognuno riceverà 10 punti per ogni linea di propri pezzi da 4, 20 per linee da 5 e così via.
La particolarità che rende il titolo più vivace e che lo differenzia dai classici giochi di questo tipo ai quali un pò tutti a scuola abbiamo giocato su fogli di carta, consiste nel fatto che, ogni volta che con un proprio pezzo si va a completare una linea orizzontale e/o verticale e/o diagonale, si ottiene un bonus di punti pari al numero di pezzi che compongono quella linea (indipendentemente dal proprietario). Nell’immagine sotto (con il numero 2) il giocatore blu, posizionando la pedina indicata dalla mano, ottiene 11 punti, 8 per la linea orizzontale e 3 per quella diagonale.

Questo significa che si deve porre attenzione non solo nel cercare di evitare che l’avversario completi le proprie combinazioni, ma anche a non lasciare all’avversario opportunità di assommare questo tipo di bonus.
Ulteriore regola proposta, per la modalità di gioco ‘avanzata’, è quella di utilizzare, nel predisporre il tabellone di partenza, non il lato bianco delle tessere, ma quello con i numeri disegnati sopra. In questo caso alla fine della partita ogni giocatore otterrà in bonus i punti corrispondenti alle caselle del proprio colore che non sono state occupate da nessun giocatore (si noti che le pedine sono 48, mentre le caselle 56, per cui resteranno 8 caselle non occupate): in questo modo in alcune fasi di gioco si cercherà di occupare alcune caselle, che del colore avverso,  per evitare che l’altro giocatore benefici alla fine di questo bonus (l’immagine sotto, con il numero 4, si riferisce ad una situazione di fine partita, nella quale il bianco otterrà 11 punti bonus ed il blu 6). Ulteriori punti bonus vanno poi al giocatore che abbia più proprie pedine a contatto con le caselle che recano il simbolo della stella (10 punti).

Impressioni
La componentistica di Lino è valida ed efficace: i pezzi di cartoncino consentono di creare mappe sempre nuove (cosa che igiova alla rigiocabilità) e le pedine risultano ben identificabili ed eleganti. Unica perplessità è quindi quella legata alla possibile mancanza di destrezza dei giocatori nel posizionare le pedine, che può creare disastri (avete presente, per capirci, quando in Carcassonne qualcuno mette una tessera, poi si accorge di aver sbagliato e la toglie di corsa, creando un effetto terremoto sui pezzi sul tavolo ?).


Quanto alle dinamiche si tratta di un gioco semplice da capire e da spiegare (a prescindere da quanto poco chiaro possa essere stato io stesso nel farlo, ma avendo davanti i pezzi è decisamente più facile sia capire che spiegare ..), che sfrutta regole di partenza che possono essere considerate come di comune conoscenza. Da lì poi l’autrice è intervenuta, in modo a mio avviso molto intelligente, proponendo giusto due – tre nuove regole, tali da non stravolgere il meccanismo di gioco (che resta quello dell’allineamento pezzi tipico del tris), ma da modificarlo in modo sufficiente ad imporre a chi si voglia dedicare a Lino di confrontarsi con strategie completamente nuove.
Tra giocatori di livello equivalente infatti non è difficile in titoli di questa categoria assistere a partite lunghe e noiosette, nelle quali solo verso la fine uno dei due riesce eventualmente a completare una combinazione: qui il tabellone ampio e mai uguale a se stesso e la regola che impone di giocare sino a completamento dei pezzi inseriscono invece il primo cambio di prospettiva , mentre la seconda regoletta, ossia quella dei bonus per il completamento delle linee, contribuisce a variare totalmente il centro di attenzione per i giocatori. I bonus per le file sono infatti nel complesso molto ricchi e verso il finale può accadere che con un’unico pezzo si possano completare anche una riga, una colonna e magari una diagonale insieme, totalizzando anche più di dieci punti, per cui chi voglia imporsi non potrà confrontarsi solo con il classico controllo delle combinazioni di allineamento dei propri pezzi, potendo anche ragionare in termini di sacrificio (consento una combinazione all’altro, ma poi lo punisco prendendo un pacchetto di punti bonus).
La modalità di gioco avanzata inoltre mette nelle condizioni di dover ulteriormente variare le proprie strategie, ponendo attenzione anche nelle fasi meno impegnate del gioco dove posizionare i propri pezzi, cercando di conquistare i punti per le stelle e di non lasciare scoperte troppe caselle del colore avverso dal valore alto.
In sostanza il classico gioco di allineamento da cui parte Lino viene stravolto, visto che ne sono cambiati sia il setup iniziale (con mappe a piacere) che le regole per fare punti. Il gioco presenta un certo respiro soprattutto nelle fasi iniziali del gioco, mentre potrebbe soffrire di una relativa ‘paralisi da analisi’ quando le pedine da piazzare restano poche, in quanto in quella fase si possono scatenare ‘catene’ di effetti bonus derivanti dal completamento di varie linee e colonne, cosa che è assai facile quando il tabellone diviene quasi tutto pieno (l’immagine sotto illustra l’attribuzione del bonus di 10 punti al bianco, che controlla la  casella con la ‘stella’). La rigiocabilita,come piu’ volte segnalato, dovrebbe essere buona, in virtu’ della possibilità di creare sempre nuove mappe.
Come target di pubblico direi che la semplicità delle regole lo rende adatto a tutti: chiaramente chi ha un cattivo rapporto già con titoli come forza 4 lo lascerà stare volentieri, mentre chi ne serba un buon ricordo potrebbe tranquillamente pensare ad acquistarlo, risultando un gioco sicuramente più vario e stimolante del suo progenitore. Ricordo infine che e’ un titolo rigorosamente per due giocatori e che mal si adatta alla modalità da viaggio, richiedendo una superficie piana sufficientemente ampia e salda per ospitarlo.
Il prezzo proposto per la vendita è, infine, contenuto, viaggiando nella fascia sino a venti euro. 
— Le immagini sono tratte da dal manuale del gioco o da BGG (postate dall’autrice) dal sito della casa. Alla casa produttrice (Giuoco) appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —

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