Tra i titoli che stanno gradatamente prendendo piede nelle discussioni degli appassionati vi è Poseidon, (per 2- 5 giocatori) una delle due novità della Lookout Games (l’altra è il Merkator di Rosemberg) – che sarà però pubblicato anche dalla Z-Man negli USA -, ideato dalla coppia Helmut Ohley e Leonhadr Orgler. I due autori hanno, nel loro curricula, una serie di titoli ‘ferroviari’, tra i quali, come coppia, 1848, 1824 e 1880, ossia tre incarnazioni della serie così detta 18xx.
Tra i meccanismi quasi sempre presenti vi è l’affidamento della gestione delle compagnie a chi fra i giocatori ne possiede la maggioranza delle azioni (e non, quindi, una per giocatore), la costruzione graduale di reti ferroviarie, la fluttuazione del valore delle azioni sulla base della distribuzione di dividendi da parte delle compagnie e/o sulle loro performance, l’evoluzione delle locomotive utilizzate, con obsolescenza di quelle più vecchie ed infine (ma probabilmente dimentico qualcosa) la netta divisione tra la cassa dei giocatori e quella delle compagnie ferroviarie da loro gestite (salvo alcune regole speciali, che impongono all’azionista di investire propri soldi nella società, in particolari casi).
Abbiamo qui un tabellone di gioco, il quale riproduce nella sua parte centrale una mappa della Grecia antica, evidenziando una serie di città che si affacciano sul mare, nonchè isole. I tratti di mare sono divisi in esagoni e recano di sovente numeri, che ne esprimono il valore commerciale e cerchietti bianchi, che indicano il numero di centri commerciali di diversi ‘regni’ che vi possono essere collocati. In alto si trova poi una striscia di numeri, utile a tenere traccia della quotazione (in ‘prestigio’) dei vari regni, nella quale troveranno posto altrettanti trippoli identificanti i regni stessi (8). Sulla sinistra invece vi è una tabella che presenta l’ordine dei turni, che si alterneranno tra turni mercato e turni esplorazione.
Vi sono quindi 30 carte navi, di valore variabile, da 2 a E, ossia infinito, 8 carte ‘re’ (che servono per identificare chi controlla ogni regno, 8 schede regno, 160 dischi ‘potenziale’ negli otto colori dei regni, 8 trippoli a forma di nave (uno per regno), 8 segnalini prestigio (uno per regno), 6 carte speciali (che attribuiscono particolari bonus o proventi), ed una serie di altri trippolini minori utili per tenere traccia dei vari aspetti del gioco.
Data la particolare natura del gioco vado qui per estrema sintesi, rinviando al manuale (inglese) sul sito della casa. Il gioco, dopo un turno introduttivo, nel corso del quale ognuno acquista una o più carte ‘speciali’ (le quali attribuiscono un certo bonus e/o una certa rendita (fino a che il bonus non sia sfruttato), procede vedendo alternarsi, secondo un ordine indicato sul tabellone, alcune fasi ‘mercato’ (merchant round) ed altre di esplorazione (exploration rounds). Nelle prime ognuno ha la facoltà di acquistare per primo la carta ‘re’ di una nazione non ancora controllata da nessuno ed un certo numero di mercanti (azioni)di quel colore (nel farlo dovrà determinare il valore di partenza in prestigio, di quella nazione ed il numero di ‘azioni’ – mercanti che avrà: ciò deve essere fatto con attenzione, perchè determina quanti soldi l’acquirente deve versare nelle casse di quel paese e quindi le potenzialità dello stesso) e/o di vendere un numero di commercianti (azioni) in suo possesso (al valore indicato dalla colonna prestigio) e/o di acquistare un unico mercante (azione) di un paese singolo e/o passare senza fare nulla.
Si noti che in alcuni casi la vendita di azioni può comportare un cambiamento delle maggioranze di quel paese e se chi è re perde la maggioranza può dover passare il controllo del paese a chi l’ha conquistata (plutocrazia …) e che quando il re vende azioni del proprio paese ne fa scendere il prestigio. Nella fase di esplorazione invece i giocatori, oltre a far uso dei poteri delle carte speciali acquistate all’inizio del gioco (rendita / bonus), possono espandere la rete commerciale dei paesi che controllano (nota che è anche possibile che non si abbia la maggioranza in alcun regno: in tal caso in questo turno non si farà assolutamente nulla) spostando l’apposita nave discovery (che si muove di un numero di spazi crescente con il procedere del gioco), costruendo avamposti commerciali (piazzando trippoli nelle caselle apposite – nota che il numero totale di trippoli per paese è contingentato e si possono usare O come mercanti – azioni O come avamposti commerciali, per cui si deve scegliere la cosa con attenzione) e/o distribuendo i profitti derivanti dal viaggio della flotta (qui i profitti dipendono dal numero di porti che si riescono a toccare, determinato dalla somma dei valori delle carte – nave che si possiedono. Vi sono inoltre alcuni porti -templi- che richiedono un pagamento dalle casse del regno per accedervi). In caso di ditribuzione di dividendi il prestigio del regno sale, mentre se la flotta resta ferma, una somma prefissata entra nelle casse del regno. Vi è in questa fase anche la possibilità di acquistare navi per il regno (si tenga presente che mano a mano che si acquistano navi il loro valore cresce, così come il loro range, e quando vengono acquistate le prime navi più veloci, mano a mano le più vecchie diventano obsolete e devono essere scartate): si tenga conto che è obbligatorio averne almeno una per paese, per cui se un regno dovesse trovarsi senza e non avesse denaro a sufficienza è il suo re a dover personalmente provvedere all’acquisto !
Il gioco termina alla fine dell’11° turno esplorazione: a quel punto ognuno calcola il denaro in suo possesso, aggiungendo alle banconote il valore delle azioni che possiede (sulla base del valore in prestigio raggiunto da ogni regno).
Di conseguenza, aldilà dei disegni, sulle carte (dove trovate ‘navi’ invece che locomotive) della mappa (c’è la Grecia) e del fatto che i percorsi commerciali sono tracciati nel mare invece che sulla terra, il gioco resta a tutti gli effetti e lo si capisce subito, un ferroviario e le teoriche vesti proposte per giustificare le dinamiche non reggono neppure ad un’occhiata frettolosa. Ci sono infatti dischetti di legno in numero contingentato che possono essere utilizzati o come azioni o come punti di scambio da poggiare sulla mappa, così come dividendi pagati ed obsolescenza di certi tipi di navi con il passare del tempo, che difficilmente si possono giustificare con la solita willing suspension of disbelief. Quanto alla componentistica essa risulta adeguata comunque allo scopo e vi è anche un livello di cura grafica che, per quanto non comparabile con quello di titoli destinati al ‘grande pubblico’ o con gli attuali standard, per esempio, dei gestionali (molto alti), è quantomeno superiore alla gran parte dei titoli della serie 18xx (che, come spiegato, dobbiamo prendere a paragone).
Quanto alle dinamiche di gioco direi che, visto dagli occhi di chi non abbia mai provato gli 18xx, ci sono tutti gli elementi per considerare questo titolo come un gioco dotato di grande profondità, con un insieme di meccaniche ben miscelate, consistenti nella gestione delle azioni, da compravendere nel corso del gioco a seconda delle performance delle compagnie, nella costruzione di network ossia di reti commerciali, che avviene gradualmente, bilanciandola con il numero di azioni disponibili, nonchè nella buona direzione delle compagnie ferroviarie (oooppps, volevo dire dei ‘regni’) delle quali si ha la maggioranza (ancora oopps, volevo dire ‘dei quali si è re’), scegliendo i momenti migliori per acquistare nuove navi con quanto contenuto nelle loro casse. Non c’è qui elemento alea, se non quello derivante dalla presenza di più giocatori, che rende sempre difficile prevedere le mosse di ognuno: per il resto è tutta sana matematica e calcolo del momento adatto in cui ‘scaricare’ il proprio regno per diventare re altrove.
Si deve infatti capire quando sia il momento adatto per acquistare azioni di un certo regno, perchè si intravede che nei prossimi turni sicuramente distribuirà dividendi ed il valore delle azioni crescerà e quando sia invece il caso di venderle, perchè le casse dello stato sono quasi vuote e sta magari per rimanere senza navi. Nel contempo c’è la particolarità che i regni sono gestiti solo dai loro ‘re’, ossia da chi ne ha la maggioranza e quindi c’è anche la possibilità, anomala, di lasciar gestire agli altri i regni (e quindi la fase esplorazione), occupandosi solo, paradossalmente, della compravendita di azioni. Possono, infine, per dare l’idea di alcune strategie, nascere piccole alleanze tra giocatori, che possono sviluppare in un certo modo i regni che controllano per ‘chiudere’ l’espansione di altri (anche se qui la cosa funziona meno bene che in altri titoli della serie 18xx più spietati). E’ un gioco per certi aspetti inesorabile, ma lo spazio per essere creativi c’è sempre e l’animo bastardo è qui particolarmente solleticato.
A livello di target direi che siamo ancora, nonostante le semplificazioni operate (che ben possono cogliere, come d’uso, i fan del 18xx), nel campo dei titoli di difficoltà media – medio /alta e la durata per partita viaggia sulle due ore, per cui il gioco è destinato comunque a gruppi di giocatori un pò esperti e non agli occasionali.
Per chiudere, sollecito i fan della serie 18xx a battere un colpo, magari in sede di commento 😉
p.s. avevo recentemente ordinato questo titolo, ma il venditore online, dopo aver accettato l’ordine, ha comunicato che la casa non ‘è stata in grado di comunicare la data di approvvigionamento’ dello stesso. E’ possibile che il problema sia proprio solo del negozio al quale mi sono rivolto, ma ho poi notato che anche altri siti lo danno tuttora in ‘riassortimento’, mentre altri lo danno disponibile .. Quantomeno qualche problema in produzione c’è stato …
che ne diresti di fare una recensione di questo gioco?
http://www.thudgame.com/
Caro Pinco.
Voglio farti i miei migliori auguri di buone e, naturalmente, GIOCOSE feste!!!
Sei diventato una delle mie migliori fonti di notizie sul mondo ludico.
Continua così, mi raccomando!
Ciao!
Per Gabriele: mandami una mail (l'indirizzo lo trovi sotto il mio profilo) e ne parliamo insieme 😉
Per Archie: ricambio senza dubbio gli auguri e ringrazio per la preferenza. Per il continuare cercherò di fare del mio meglio !!!! 🙂
Poseidon mi ispira, devo dire. A parte il “camuffo” delle meccaniche dei giochi di treni, sembra complesso ma stimolante.
Anche io ne ero rimasto attratto, tanto da ordinarlo .. Non essendo poi arrivato ora mi e' un attimo passato l'entusiasmo, ma sto pensando di riscoprire in compenso Steam .. 😉