Review – Sobek

La Gameworks, cosa editrice svizzera già nota per vari titoli indirizzati al mercato ‘famiglie’ come Jamaica o Jaipur (ma perchè non Animalia o Kimaloè ?), propone in questo peiodo l’uscita di un nuovo gioco di carte, ideato da Bruno Cathala, dal nome Sobek.
Si tratta di un gioco che propone un regolamento piuttosto semplice basato su meccanismi di collezione set di carte, arricchito da alcune intelligenti varianti con ‘azioni speciali’ che possono essere eseguite grazie ad alcune carte e segnalini. A livello di ambientazione i giocatori, da 2 a 4, saranno trasportati nell’antico Egitto, dove si contenderanno le merci che affluiranno, lungo il Nilo, verso il luogo di costruzione del nuovo tempio dedicato, appunto al dio Sobek: l’esecuzione dell’opera favorirà infatti il crearsi di una fitta rete di scambi commerciali, dei quali i giocatori dovranno profittare.

Materiali e regole
I materiali di gioco sono costituiti primariamente da un mazzo di 63 carte, 54 delle quali raffiguranti varie merci (di sei tipi diversi) e 9 dei personaggi, i quali potranno essere utilizzati nel corso del gioco sia come carta ‘merce’, utile per completare un set, oppure per la specifica abilità speciale della quale godono. Ogni carta merce raffigura al suo interno l’oggetto corrispondente (es. pesce, avorio, ebano, …) e sui bordi può presentare alcuni scarabei (da 1 a 3), che ne indicano il valore: le carte prive di scarabei varranno per completare i set, ma non per concedere punti (5 carte valgono, infine, quali Jolly).


Completano i componenti un tabellone di gioco, che raffigura solo il percorso segnapunti, 4 segnalini utili a tenere traccia di essi sul tabellone, 4 tessere ‘corruzione’, nonchè 12 segnalini ‘evento’.
Il gioco (qui potete trovare le regole, per ora in inglese, mentre sul sito della Tana dei Goblin ci sono quelle in italiano) si svolge, come accennavo, seguendo pochi semplici passaggi. All’inizio della partita, dopo aver preparato i componenti (a seconda del numero di giocatori), ognuno riceve due carte e sul tavolo ne sono poste nove, mettendo scoperte le merci e coperti i personaggi (hanno dorso diverso, per cui non ci sono problemi nel farlo). A questo punto il gioco si svolgerà alternandosi i giocatori nello svolgere ogni turno una delle tre azioni possibili, tra il prendere una delle prime 4 carte sul tavolo (se si prende la prima la si mette semplicemente in mano, se si sceglie una delle successive, le carte prima di esse dovranno essere prese a loro volta e messe da parte, davanti al giocatore, sotto l’apposita tessera corruzione, per eventuali penalità finali), giocare una carta personaggio (cosa che permetterò di compiere l’azione corrispondente, tipo: ‘pesca 3 carte’, fai scartare agli avversari le carte in eccesso rispetto a 6, ..) oppure calare una combinazione di almeno tre carte dello stesso tipo (rimarranno, tipo scala 40, davanti a se per il resto della partita e si potranno aggiungere ad un set di carte altre carte dello stesso tipo, basta che l’aggiunta consti a sua volta di almeno tre carte). 
Quando si cala una combinazione si ha inoltre la possibilità di prendere uno dei token bonus disponibili, che producono a loro volta effetti speciali (tipo: svolgi un altro turno..). Ogni volta che le nove carte saranno esaurite ne sarà estratto un nuovo set. Presa l’ultima carta disponibile il round (ve ne sono tre per partita, quindi il processo si ripeterà altre due volte) terminerà e si procederà alla conta dei punti. Essi sono concessi moltiplicando il totale dei segnalini scarabeo presenti in ogni combinazione per il numero di carte che la compongono (es. tre carte ‘marmo’ da due scarabei danno un totale di 18 punti, ossia 6 punti scarabeo sulle carte moltiplicato per 3). Le combinazioni che i giocatori hanno in mano a fine partita (ma che non hanno potuto calare) attribuiscono punti pari alla somma degli scarabei sulle carte che le compongono, mentre le carte ‘spaiate’ sono poste nel mazzo ‘corruzione’ di ognuno. Chi avrà alla fine di ogni round più carte corruzione subirà una penalità.

Impressioni
Premetto che parto, nel commentare questo gioco, da un preconcetto positivo, nel senso che personalmente ho avuto modo di apprezzare molto la semplicità e l’accuratezza dei dettagli grafici che hanno caratterizzato in passato Jamaica e Jaipur, precedenti titoli di questa casa e ne dò atto perchè chi legge ne sia edotto.  

Passando quindi alle valutazioni l’ambientazione del gioco è da considerarsi in questo caso del tutto slegata dai meccanismi che il titolo propone, rappresentando solo il pretesto per la scelta grafica operata, ossia di riferirsi all’antico Egitto. I disegni risultano anche qui ben realizzati e simpatici, come ci si attende del resto da un titolo che strizza l’occhio ad un pubblico familiare. I componenti appaiono nel complesso adeguati, avendo scelto la casa di completare la dotazione di carte con idonei supporti di tokens, segnalini e piccolo tabellone segnapunti. Anche la scatola è studiata per alloggiare alla perfezione i pezzi.
Quanto alle meccaniche di gioco per quanto la base delle stesse stia nella semplice collezione di set di carte dello stesso tipo (almeno tris), sono stati introdotti vari twist idonei a rendere il gioco più vario ed interessante, nonchè a donare un poco di profondità all’esperienza di gioco. Tra le scelte da compiere vi è, per esempio, quella di decidere se selezionare sempre la carta migliore, anche a prezzo di caricarsi di potenziali penalità, così come si deve capire se si vuole giocare per aumentare al massimo i propri punti o per sottrarre agli avversari occasioni di completare i set che stanno collezionando (partendo da due sole carte è facile capire che ‘seme’ gli altri stanno facendo). Anche il gioco alla ricerca dei personaggi può essere a sua volta rischioso, perchè ne possono capitare di forti come di inutili, per cui spesso ci si potrà trovare di fronte a scelte, piccole o grandi, sul da farsi e questo, parlando di un gioco comunque semplice, è già tanto.  La rigiocabilità è garantita dalla causalità nella predisposizione del mazzo in ogni partita, nonchè in quella  legata alla presenza dei tokens bonus (a loro volta presi a caso all’inizio del match), aspetti che impediscono di compiere rigidi calcoli matematici sulle carte residue. 
Nel complesso quindi direi che siamo davanti ad un gioco di carte simpatico e sbarazzino, dalla grafica piacevole ed adatto ad un pubblico ampio: il target ideale sono qui i giocatori neofiti o le coppie che vogliono dedicarsi a qualcosa di semplice, ma leggermente più ‘insaporito’ rispetto ad una partita a carte tradizionali. Le regolette sul funzionamento di carte personaggio e token sono nel complesso facili da memorizzare e donano quel minimo di gusto necessario perchè il gioco non risulti banale, però possono rappresentare, paradossalmente, elemento di disturbo per i ‘casual gamers‘ totali, ossia per chi faccia fatica ad andare oltre la briscola, per cui la cosa deve essere tenuta in considerazione nella fase di scelta del gioco, probabilmente un pelo meno ‘gateway‘ di quanto non lo siano Jamaica o Jaipur. A livello di meccaniche in ogni caso il gioco ricorda, se non altro per la presenza del meccanismo di raccolta set e per la presenza di bonus, Jaipur, proponendo comunque un set di regole sufficientemente diverso (oltre a poter essere giocato anche da 4 giocatori) da giustificarne l’acquisto anche da parte da chi possieda il suo predecessore. 
Qualche perplessità mi residua, infine, sulla possibilità di controllare pienamente il gioco,  già nella versione di coppia, ma soprattutto in quella a 3 e 4 giocatori, vista la dimensione limitata del mazzo (ed il meccanismo che favorisce la presenza di un bel numero di scarti), in quanto ogni round potrebbe chiudersi veramente alla velocità della luce, ossia prima di aver potuto elaborare una vera e propria strategia, però ci sta anche che la maggiore interattività porti quel surplus di divertimento che equilibri il sacrificio in termini di controllo. Tutto quanto detto, per altro, sarà soggetto alla necessaria verifica sul campo, considerando che l’affezione alla casa mi ha portato a prendere anche Sobek, dopo Jamaica e Jaipur ..
— Le immagini sono tratte dal manuale o dal sito della casa (Gameworks), alla quale appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte su autorizzazione dell’autore e ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —

5 comments on “Review – Sobek

  1. sobek è uno dei giochetti sull'egitto che mi farei volentieri… prima però è meglio che finisca di esplorare per bene scarb lords. che ne pensate di questo gioco per due soli giocatori?

  2. In due Sobek è divertente, con il giusto filo di bastardaggine: penso sia la sua dimensione ideale, perchè quando il numero dei partecipanti aumenta la cosa diventa assai meno controllabile … Tutto ciò restando inteso che è comunque un gioco 'leggero' e tale resta anche in due .. Io ne ho già comprato due copie: una per me (e mia moglie) ed una su richiesta di una coppia di amici ai quali è piaciuto e me lo hanno fatto mettere nel mio primo ordine .. 😉

  3. A me invece stranamente in 2 sembra essere la modalità meno interessante. In più giocatori aumenta la probabilità che 2 persone cerchino di collezionare le stesse risorse e la gara a conquistarle si faccia più ardua, con maggior coinvolgimento anche del fattore “corruzione”. Anche il fatto di essere i primi a giocare un set per beneficiare dei token diventa più importante: più si è e meno possibilità ci sono di aggiudicarsi un prezioso vantaggio (in 2, quasi sempre, si finisce per spartirseli). Gusti… 😉

  4. Ti dirò che dipende molto da chi gioca e da cosa succede. Intendo dire che in 4 l'effetto dei token, soprattutto quando si usano quelli con i simboli, può portare a grossi spostamenti di punteggio, che può essere molto difficile recuperare. Se uno o due dei partecipanti giocano infatti aggressivi, ossia prendendosi volutamente penalità, il gioco va via in pochissime mosse e non fa letteralmente in tempo a mettere su più di una o due combinazioni: l'effetto è infatti cumulativo, ossia se uno inizia a prendere carte penalità, anche gli altri gli vanno dietro, anche se un pelo più lenti ed alla fine ognuno pesca pochissime carte. L'osservazione è quindi legata al numero di carte disponibili e magari unendo due mazzi le cose diventano più equilibrate … Questa è però la nostra esperienza e sicuramente da voi le cose sono andate diversamente .. Confermo comunque che in 4 i punteggi tendono a restare ravvicinati (anche se ciò non vuol dire che ci sia la possibilità di elaborare grosse strategie ..) e che il gioco resta divertente.

  5. In effetti non mi è ancora capitata la situazione in cui un giocatore imposta la gara prendendo volutamente corruzione (in maniera “estrema”, intendo) per impedire agli altri di comporre set; siamo sempre rimasti in un ambito di “ti ostacolo ma non voglio rovinarmi”. Mi hai dato un'ottima idea, la prossima volta provo e vediamo cosa succede! 😀

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