Preview – Hotel Samoa

Alla fiera di Essen dello scorso anno la casa produttrice olandese QWG (Quined White Goblin) riscosse un ottimo successo presentando il suo titolo Carson City (qui ne trovate una mia presentazione): negli ultimi mesi, pur avendo proseguito i due marchi che avevano dato vita a tale nuova entità con due linee produttive autonome, entrambi continuano a dare ottimi segnali di vita, proponendo alcuni titoli di indubbio interesse e valore.
Per sua parte la Quined ha introdotto così sul mercato un titolo ideato dal noto Burkhardt, ossia Chocolatl, mentre la White Goblin ha proposto Rattus, del quale abbiamo già parlato, Galapagos ed il titolo del quale andiamo oggi a trattare, ossia Hotel Samoa, ideato da Christian Roald Amundsen Ostby, autore di origine norvegese.
Per parlare del gioco in questione sfrutterò ancora l’amico genovese Fausto Berutti, con il quale avevamo già collaborato per la presentazione di Glen More.
Ciao Fabio, grazie ancora per questa nuova opportunità di insinuarmi nel tuo blog. Anch’io avevo notato Hotel Samoa tra i nuovi titoli in uscita nel 2010. L’originalità del tema, la gestione di un albergo in una località tropicale, unita alla buona veste grafica ed alla mia compulsività nell’acquistare giochi da tavolo hanno avuto immediatamente la meglio ed è scattato l’acquisto del gioco.
L’ambientazione del titolo è quella di un ipotetico paradiso tropicale, ricoprendo i giocatori il ruolo di altrettanti gestori di alberghi, i quali entrereranno in competizione per ottenere i maggiori profitti possibili dalle loro attività. Nel corso della partita ci si contenderanno gli ospiti stranieri che giorno per giorno arriveranno dall’aereoporto, offrendo loro i prezzi più bassi per vincere la altrui concorrenza: nel contempo si dovrà cercare di migliorare le proprie strutture, per poter spuntare golosi aumenti dei prezzi, giustificati dalle migliorie apportate. I meccanismi di base sono quelli del genere gestione risorse, anche se molto light, nonchè delle aste alla cieca.
I materiali
Manca qui un tabellone di gioco, il quale è sostituito, di fatto da dodici tessere colorate raffiguranti le bandiere di quattro paesi (Germania, Giappone, Regno Unito e Norvegia) le quali sono collocate, mescolandole seguendo le istruzioni date (sono divise per gruppi, per evitare che si ‘ammucchino troppo’) sul tavolo, scoperte, all’inizio di ogni partita. Esse rappresentano la nazionalità degli aerei che, giorno per giorno, arrivano sull’isola: ad ogni turno su una di queste tessere è posta poi una delle 13 carte ‘turista’, le quali indicano il numero di turisti che arriveranno quel giorno, divisi in due o tre gruppi.
I turisti in questione sono poi rappresentati da quattro gruppi di 18 segnalini (chips, o nel mio modo di parlare, ‘cittini’), ciascuno dei quali può presentare, su uno dei suoi lati, un simbolo, che indica eventuali bonus  o caratteristiche speciali di esso (può essere ricco, pagando il doppio per la camera, una celebrità, facendo pagare il doppio chi soggiorna accanto a lui, un nuotatore, pagando di più se l’albergo ha una piscina o un amante, il quale accetterà di condividere, pur pagando prezzo pieno, la camera con un altro ‘amante’).
Ogni giocatore si vede poi attribuita una scheda personale, la quale raffigura il proprio albergo, consistente in sei stanze, nonchè un set da 11 carte, che utilizzerà nel corso delle fasi di asta, sulle quali sono raffigurati due numeri, ossia uno che indica l’offerta che si propone per poter costruire uno degli upgrade disponibili e l’altro il prezzo che si offre per quel turno per ospitare i turisti. Una delle carte invece indica solo la volontà di mettere lo staff in ferie, potendo mandare via due turisti dall’albergo (i quali pagano all’arrivo, per cui se vanno via prima non si perde nulla, ma si libera la stanza …).
Completano la dotazione un pacchetto di segnalini – monete, due tessere ‘x2’ e la carta tie breaker. 
Regole
Rinvio al manuale, tradotto in italiano dal volenteroso Fausto e postato sulla Tana dei Goblin,  per chi avesse desiderio di avere conoscenza nel dettaglio delle regole, limitandomi qui ad una visione d’insieme.
Il gioco si svolge su dodici turno, ossia uno per ciascuna tessera ‘paese’. All’inizio di ogni turno di gioco, per prima cosa, è scoperta una tessera costruzione (o più di una a seconda del numero di giocatori), la quale rappresenta il miglioramento del proprio albergo che potrà essere acquistato in quel turno (ve ne sono di vario tipo, per esempio la piscina, che consente di guadagnare di più sui turisti ‘nuotatori’ oppure la suite, che raddoppia il prezzo per quella camera, oppure alcune che consentono mosso speciali). Quindi ci sono gli arrivi dei turisti del paese indicato dalla tessera del turno in corso: nel contempo, nei turni successivi al primo, i turisti di quel paese già alloggiati lasciano gli alberghi, perchè rientrano a casa. Per sapere quanti turisti arrivano si pesca una delle carte turisti e si prelevano dal gruppo di cittini di quel paese il numero di turisti indicato dalla carta, rivelandone il retro (quello con i bonus). A questo punto si svolge la fase di asta alla cieca, nella quale ogni giocatore seleziona una delle carte ‘offerta’ in suo possesso, girandole poi tutti insieme. Chi avrà offerto il prezzo più altro per la tessera costruzione potrà comprarla e chi avrà indicato il prezzo più basso per le camere, potrà prendere quanti turisti desidera (se ha abbastanza camere vuote) da uno dei gruppi indicati dalle carte (per esempio ci può essere un gruppo da 4 ed uno da 2, per evitare che il giocatore possa prendere più di 4 turisti, lasciando gli altri  a mani vuote). E’ possibile scegliere, comunque, se far valere la propria offerta oppure passare la mano senza prendere tessere costruzione o turisti (se si usa la carta però la si dovràà mettere da parte, altrimenti si potrà riutilizzare in seguito). In caso di parità prevale chi ha al suo fianco la carta tie breaker, la quale è spostata ogni turno tra i giocatori.
A questo punto chi ha acquistato la tessera costruzione potrà piazzarla, mentre chi ha preso i turisti li alloggerà nelle proprie camere.
Segue la fase di pagamento, nella quale ognuno riceve, dai turisti appena arrivati (solo quelli: si paga in anticipo!) il prezzo per il soggiorno, pari a quanto offerto nella fase di asta, eventualmente modificato grazie ai bonus dei turisti ed a quelli propri della struttura alberghiera (es. piscina e/o suite). Si noti che in un paio di giorni (gli week end) i turisti indicati sulla carta turisti raddoppiano.
Il gioco prosegue per i dodici turni delle carte paese, vincendo chi alla fine ha più denaro.
Impressioni
Partendo dai materiali devo dire che la grafica, anche qui affidata all’oramai esperto Harald Lieske, che avevamo già visto in Glen More, è decisamente adeguata al tema prescelto, con tinte chiare e colori allegri, tipici dell’ambiente tropicale. Anche il tema di fondo è reso in modo tutto sommato adeguato, avendo l’autore legato le dinamiche di gioco a quelle tipiche dei flussi turistici nelle isole, che effettivamente dipendono molto dalla tabella degli arrivi e partenze dei voli provenienti dai vari paesi. Qualche riserva la ho quindi solo sulla componentistica, non perchè la stessa sia inadeguata al gioco, anzi, mi sembra che tutto sia chiaro e funzionale, ma per la mancanza di un tabellone, scelta che è stata dettata sicuramente da motivi di ordine economico, ma che avrebbe forse appagato maggiormente gli occhi dei giocatori (si potevano collocare su di esso tutti i materali di gioco, a parte le monete, invece di frazionare il tutto con le schede personali).
Passando al funzionamento del gioco, direi che siamo davanti ad un titolo non troppo difficile, che si pone come appetibile ad un target di pubblico piuttosto ampio. E’ in radice infatti un gestione risorse, visto che si deve scegliere se e come migliorare la propria struttura e quanto abbassare i propri prezzi per accaparrarsi i migliori turisti, ma non ci sono altre ‘rielaborazioni’ di materie prime, per cui questa matrice del gioco è decisamente leggera. Nel contempo c’è una dinamica di asta, ma alla cieca, la quale favorisce l’interazione tra i giocatori ed i bluff, motivo che ritengo abbia spinto, per esempio, il noto autore Bruno Faidutti, ad inserire Hotel Samoa nel suo gruppo di giochi selezionati per il suo personalissimo gioco dell’anno.
Come in tutti i giochi con aste l’interazione tra i giocatori è forte, ma non per questo siamo davanti ad un party game: è infatti necessario ragionare bene le proprie mosse, in quanto si può riuscire ad ottenere più guadagni prendendo pochi turisti, ma quelli ‘giusti’, allocandoli nelle stante migliori, che molti (che invece riempiono velocemente l’albergo) a prezzi troppo bassi. E’ quindi il classico titolo che può vedere assestarsi  in modo diverso nel corso delle varie partite ed a seconda delle tattiche utilizzate, i prezzi medi per acquisti e camere.
Tra le scelte che si devono compiere vi è, per esempio, quella sul momento in cui costruire gli upgrade, visto che prima si edificano, più a lungo producono effetti, facendo però attenzione a non spendere troppo, perchè la scelta deve essere economicamente vantaggiosa nel lungo termine, così come quella, focale, sul prezzo offerto per le camere, potendo essere intelligente offrire anche prezzi alti, per accaparrarsi pochi turisti, ma ben paganti. All’inizio di ogni mossa, inoltre, si dovrà porre grande attenzione a quanti turni ogni turista che si prende soggiornerà, occupandovi la camera, studiando la successione delle bandiere sul tavolo e calcolando, di conseguenza, il prezzo medio giornaliero che si riuscirà a spuntare, in luce, soprattutto, dei tipi di turisti disponibili (appetibilissimi sono gli amanti, che pagano, di fatto ‘doppio’, se sono presi a coppie.
In definitiva lo ritengo un gioco semplice, ma non banale, adatto per casual gamer e per esperti, che lo vogliano proporre come gateway. 
 Sono d’accordo con te nel definire Hotel Samoa un titolo relativamente semplice ma niente affatto banale. L’elemento alea è di fatto azzerato essendo le informazioni alla portata di tutti i giocatori ed il set di carte offerta uguale per tutti. Occorre quindi un minimo di pianificazione e sopratutto una buona capacità nel cercare di “indovinare” le offerte che faranno gli altri giocatori. Inoltre occorre saper giocare bene la carta “Ferie del personale” per conservare le carte migliori da giocare al momento opportuno. La meccanica di gioco mi ricorda FishMarkt di Mario Papini, un gioco che trovo molto divertente.
L’unico aspetto negativo che trovo nel gioco è quello che al massimo il prezzo della camera raddoppia, mentre mi sarebbe piaciuto che si potessero ottenere delle combo (ad es. cliente ricco in una suite ottengo 2x per il cliente ricco e 2x per la suite quindi il prezzo quadruplica, mentre come dice espressamente il regolamento il prezzo al massimo raddoppia) anche a costo di complicare un poco il gioco.
Hotel Samoa è abbastanza facile per essere giocato da un casual gamer; la bella grafica, i componenti di ottima fattura, e l’originalità del soggetto ne fanno un titolo interessante per questo tipo di pubblico. Nutro qualche perplessità in più per i giocatori incalliti, tuttavia penso che introducendo qualche semplice variante si possa rendere il gioco più tattico (il gioco offre notevoli possibilità per diventare più profondo) ed attrarre così anche i gamers più smaliziati.
Chiudo quindi segnalando come il gioco sia già disponibile su internet, dove si può reperire a prezzi compresi tra i 25 ed i 30 euro (ad esempio a 28.99 su uplay.it, e 29.95 su giochinscatola.it, 25.95 su buecher.de).
— Le immagini sono state pubblicate sul sito di BGG (Boargamegeek, inserite da Henk Rollema e Jonny de Vries) e/o scattate su di una copia del gioco. Alla casa produttrice (White Goblin Games)  appartengono tutti i diritti sul gioco. Le immagini e regole sono state riprodotte ritenendo che la cosa possa rappresentare una gradita forma di presentazione del gioco. —

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